Facendo la spesa, può capitare di vedere persone che ‘passano’ i prodotti con il telefono: probabilmente stanno facendo la scansione del codice a barre con l’app Yuka per avere una valutazione. Quest’app, molto diffusa e utilizzata in Italia, suddivide i prodotti alimentari in quattro categorie – scarso, mediocre, buono ed eccellente – in base a un punteggio espresso in centesimi. La valutazione tiene conto sia degli aspetti nutrizionali sia degli additivi utilizzati. Ma possiamo fidarci? Su quali criteri si basa il punteggio?
Yuka, aspetti nutrizionali
Le caratteristiche nutrizionali sono valutate con lo stesso algoritmo del sistema Nutri-Score, di cui abbiamo parlato spesso. L’etichetta a semaforo adottata da sette Paesi europei non è riconosciuta in Italia.. Le persone possono comunque usare l’app Nutri-Score Scan (al momento disponibile solo in inglese). L’algoritmo alla base di questa valutazione, elaborato da un’equipe scientifica e continuamente soggetto ad aggiornamenti, tiene conto di aspetti positivi (la presenza di frutta e verdure, di fibre e di proteine) e negativi (zuccheri, apporto calorico, grassi saturi e sale).
Sulla base di questi valori si elabora una valutazione, espressa con cinque lettere – dalla A per gli alimenti da consumare più spesso, alla E per quelli da limitare – corrispondenti a cinque colori: da verde intenso a rosso, passando per verde chiaro, giallo e arancio, mano a mano che la qualità nutrizionale si abbassa. Il Nutri-Score fornisce quindi esclusivamente una valutazione relativa agli aspetti nutrizionali, non riguarda la qualità organolettica o la tipicità della preparazione e non dice niente sulla presenza di additivi.
La classificazione Nova
Questo è un aspetto critico perché gli alimenti ultra processati, quelli che contengono conservanti, emulsionanti, addensanti, coloranti, aromi, insomma ingredienti che non si trovano nelle nostre cucine, possono avere effetti negativi per la salute. I rapporti specifici causa/effetto non sono chiari, ma numerose ricerche, ormai, hanno trovato correlazioni fra un consumo elevato di alimenti ultra processati e l’aumento della mortalità per cause diverse.
Per ovviare a questo limite è utile abbinare all’etichetta a semaforo il sistema Nova che valuta gli alimenti in base al grado di trasformazione assegnando un voto da 1 a 4. Il gruppo Nova 1 comprende alimenti minimamente o per nulla trasformati come semi, frutta, foglie, o parti di animali (comprese frattaglie, uova, latte). Il Nova 2 include gli alimenti abitualmente usati in cucina come zucchero, sale, olio o burro, oppure derivati dalla lavorazione di alimenti del gruppo Nova 1.
Il gruppo Nova 3 comprende alimenti trasformati come pesce in scatola, frutta sciroppata, formaggio e pane fresco, fatti essenzialmente aggiungendo sale, olio, zucchero o altre sostanze agli alimenti del gruppo Nova 1 e Nova 2. Infine, ci sono gli alimenti ultra processati del gruppo Nova 4, come bevande, dolci, snack confezionati, prodotti di carne ricostituita e pasti congelati precotti. Buona parte degli alimenti che acquistiamo, come per esempio merendine, pane confezionato, salse e molti salumi, rientrano in questo ultimo gruppo.
Combinare le due valutazioni
L’app Yuka utilizza lo stesso algoritmo del Nutri-Score per gli aspetti nutrizionali e lo integra con la valutazione degli additivi presenti. Queste sostanze sono classificate in tre categorie: “nessun rischio”, “rischio limitato” oppure “a rischio” e valutate come aspetti negativi che fanno abbassare il punteggio complessivo. È valutato invece in modo positivo il fatto che un alimento provenga da agricoltura biologica, per l’assenza (o comunque la presenza molto più ridotta) di residui di pesticidi. Ai prodotti biologici sono quindi attribuiti 10 punti. La valutazione di Yuka considera quattro categorie, viene espressa in centesimi e, indipendentemente dalla categoria del prodotto, evidenzia il punteggio complessivo segnalando quali sono gli aspetti determinanti.
Le critiche a Yuka
Le critiche a Yuka sottolineano che il giudizio non sviluppa una vera e propria educazione alimentare ma spinge le persone a compiere scelte ‘meccaniche’, senza considerare il proprio profilo nutrizionale nel suo complesso. La conseguenza di questo ragionamento è che Yuka porterebbe ad escludere alimenti che si potrebbero consumare, anche se in modo saltuario. Le critiche possono essere viste come tentativi di difendere alimenti ‘indifendibili’, ma molto diffusi come alcuni alimenti Dop molto diffusi in Italia. Insomma, nessun sistema di valutazione nutrizionale può consigliare il lardo di Colonnata, anche se è una prelibatezza. Questo non significa che il lardo di Colonnata sia da demonizzare, ma è importante sapere che è un alimento molto ricco di grassi e tenerne conto per bilanciare la dieta.
Additivi: Yuka contro Efsa?
Un’altra criticità è la scelta di classificare un additivo autorizzato dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) come rischioso. Il giudizio negativo è sempre supportato da studi scientifici affidabili, ma è soggetto comunque a un certo grado di arbitrarietà, essendo autorizzati dalle agenzie di controllo. Se, per esempio, l’algoritmo di Yuka considera “a rischio” un gruppo di additivi molto diffusi, come i mono e gliceridi degli acidi grassi alimentari oppure l’agente lievitante difosfato disodico, tutti i prodotti che lo contengono sono penalizzati. In questo modo i punteggi si ‘schiacciano’ verso il basso e diventa così difficile cogliere differenze nutrizionali anche apprezzabili fra una marca e l’altra.
Nel complesso, l’app è molto utile per distinguere le differenze fra prodotti industriali simili. Per confrontare alcuni yogurt, succhi di frutta o merendine. Non va utilizzata come un sistema valido in assoluto. Yuka è molto utile ma va impiegata nel modo migliore, andando a leggere da cosa dipende un punteggio e imparando a distinguere gli aspetti più o meno importanti, con una certa elasticità.
© Riproduzione riservata Foto: Yuka, Depositphotos, AdobeStock
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
Io uso Yuka frequentemente e l’ho consigliata alle amiche, da sempre più attente alla lettura degli ingredienti che permettono poi di fare una scelta consapevole d’acquisto.
Yuka valuta gli ingredienti dei prodotti, dopo di che ci possono essere prodotti che sono meno efficaci (se cosmetici, ad esempio) perché l’ottima qualità degli ingredienti comporta una minora aggressività e di conseguenza meno efficacia. Bisogna sempre valutare al meglio il Cosa ed il Perché.
Negli alimenti, va da sè che bisogna poi valutare la porzione che si assume. Un alimento può essere pieno di grassi o salato, ma se per una volta ne mangi una piccola porzione, non muori di certo; per contro, se dei biscotti sono pieni di zuccheri, ne bastano 2 per sforare.
Cliccando sui vari ingredienti si ottiene una scheda informativa che permette di capire meglio quali siano le sue caratteristiche, negative o positive, e quindi fare le valutazioni del caso. Per me Yuka è un valido aiuto, ma resta il fatto che approfondisco sempre le valutazioni.
Finora mai usata, ma considerata l’ignoranza della gran parte degli italiani sulle questioni alimentari, da questo articolo mi pare la si possa consigliare. Poi se uno si informa pure meglio.
Io per semplicità applico una accortezza: posto che assumo una buona quantità di alimenti in termini di diversità, limito molto le “novità”, almeno conosco molto bene quello che mangio. Avendo anche notato che molto spesso le novità prodotte dall’industria hanno aspetti poco evidenti, vedi le bevande “zero” che hanno edulcoranti
Yuka aiuta a renderci consapevoli e capaci di discernere; ciò nonostante le informazioni che riceviamo non contengono verità assolute ed incontestabili, ma vanno valutate attraverso il proprio pensiero critico. Certo è che venire a conoscenza che alcuni colossi industriali mettono in commercio prodotti che minano la salute, mentre piccole aziende poco note commercializzano prodotti “eccellenti “non è cosa di poco conto
Yuka trovo che, faccia la differenza nella scelta di molti prodotti.
Poi, come già detto, sta al consumo del prodotto stesso.
Io l’applicazione la uso da un bel pò di tempo la trovo aggiornata e valida nelle indicazioni che da sui vari prodotti e Marche, non mi sembra che faccia differenza fra le più blasonate o le meno conosciute.
Facendo delle prove con la lettura delle etichette non sempre comprensibili, come ci vogliono far credere, si notano delle differenze.
In sostanza non sarà la panacea per scegliere sempre i migliori articoli ma, di sicuro aiuta molto.
Ottimo articolo. Nulla va accettato acriticamente, tutto va vagliato, anche Yuka che mi accompagna nei miei acquisti di cosmetici e cibo.
Buongiorno, uso Yuka da diverso tempo e devo dire che mi aiuta molto nella scelta degli alimenti. Ora tutto è perfezionabile ma di certo l’attuale etichettatura, a meno che non sei un esperto nutrizionista, non ti dà nessuna indicazione. Per me è importante sapere se in un alimento c’è troppo sale o troppo zucchero così come ci siano degli additivi che nessuno studio giudica innocui. Nel caso del lardo di Colonnata o loro simili, da voi citato, l’app di Yuca non ti segnala che sia dannoso ma ti avvisa sul suo contenuto calorico poi ognuno è libero di scegliere secondo le sue abitudini alimentari e frequenza di consumo di questi alimenti. Per ultimo vorrei segnalare che questa App periodicamente invia degli approfondimenti sui vari alimenti e sui loro valori alimentari.
Veramente gli additivi utilizzati sono i primi ad essere visualizzati, poi posso capire che si metta contro etichettandole come scarse molte multinazionali che hanno il monopolio ormai di certi prodotti, ma prima di scrivere un articolo forse sarebbe meglio utilizzare anche per pochi minuti l applicazione…io per le mie problematiche alimentari la trovo molto utile perché solo leggendo le confezioni spesso non si riesce a capire bene cosa si stia realmente acquistando
congratulazioni per la critica obiettiva mossa a Yuka, da anni leggo tanto sull’alimentazione e credo di avere un minimo di cultura in materia, mi sono accorto che Yuka non è infallibile quando due prodotti identici della stessa marca solo di gusto diverso riportavano un punteggio 30/100 vs 90/100 a mio parere ingiustificabili per 5 kcal in più. Da allora lo uso con più attenzione!
grazie
Non la conoscevo, l’ho scaricata oggi dopo aver letto l’articolo e l’ho subito usata, è davvero interessante e penso possa essere utile. Grazie per l’informazione.
Utilissima!!!
Yuka è utile soprattutto quando ci si trova difronte a due prodotti uguali ma con una grossa differenza di prezzo: aiuta a scegliere quello migliore e a volte è quello che costa meno!!!!!
Trovo l’app di Yuka utilissima, sia in ambito alimentare che in quello cosmetico. Quanti prodotti ho acquistato fidandomi della marca per poi scoprire che contenevano additivi o elementi a rischio per la salute. Va da sé che essere parsimoniosi con il sale e con lo zucchero è oramai risaputo, ma scoprire, prima di acquistare che una crema per il viso di ottimissima marca è piena di petrolati, siliconi ecc ecc. è già un ottimo risultato!!
Usando yuka mi sono sempre trovato bene e al riparo di tanti alimenti di cui si può fare a meno.
ottimo, ben venga tutto ciò che aiuta il consumatore a capire di più su ciò che acquista e che limita la tendenza dei grandi marchi ad occupare sempre di più gli scaffali con marchi propri. Utilizzo Yuka da pochi mesi e attendo di leggere sempre le spiegazioni del giudizio prima di riporre, eventualmente, il prodotto basso di valutazione sullo scaffale. Che il biologico abbia il massimo punteggio è molto semplicistico ( potrebbe variare la valutazione in base al rating che l’istituto di certificazione ha dalle stesse catene dei supermercati) ma è una parte dello stesso, mi interessano gli additivi , i conservanti e non i grassi che sono parte integrante dello stesso alimento.
Mi sembra comunque una app libera e non incline a certi marchi .
Due punti, al di là dei demeriti ( per me ) che l’app riceve in dote dal Nutriscore.
——–criticità è la scelta di classificare un additivo autorizzato dall’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) come rischioso. Il giudizio negativo è sempre supportato da studi scientifici affidabili, ma è soggetto comunque a un certo grado di arbitrarietà, essendo autorizzati dalle agenzie di controllo.———-
——–Nel complesso, l’app è molto utile per distinguere le differenze fra prodotti industriali simili……… ma va impiegata nel modo migliore, andando a leggere da cosa dipende un punteggio e imparando a distinguere gli aspetti più o meno importanti, con una certa elasticità.———
Nel primo punto è come avere un elefante in una cristalleria ma non volerlo vedere, frase illeggibile.
Sono d’accordo che la politica fa le proprie scelte ecc. ecc. ma dialetticamente non potete dare a intendere ai consumatori che non ci siano decine se non centinaia di sostanze NEGATIVE che non si “possono” vietare perchè pietre angolari dell’industria.
Nel secondo punto, beh vi devo dare atto di ripetere frasi belle ma sostanzialmente vuote.
Per curiosità ho scaricato la app sul cellulare e ogni tanto la apro per vedere l’effetto che fa……ma se a me piacesse un prodotto industriale con voto basso come devo interpretare i rimproveri?
Cosa vuol dire consumare poco frequentemente? consumare in quantità limitate?
Vogliamo collegare i concetti sulle sirene del cibo industriale e delle frequenze/quantità di consumo?
Se le persone non vengono responsabilizzate e istruite, parlo di principi basilari, non si va da nessuna parte.
Uso spesso YUKA, ma lo trovo insufficinte alla formulazione di un giudizio sull’alimento nel complesso. Mi piace i vostro articolo. Mi piacerebbe un vostro articolo relativo all’olio di soia. Ne viene prodotto moltissimo, ne vine impiegato assai nelle margarine, poco è venduto come tale e infine è usato nella produzione di prodotti da forno.
Salve, ho controllato quanto detto sul lardo di colonnata:
30/100 mediocre per eccesso di calorie, sale e grassi saturi.
il numero di risposte al suo articolo, molto elevato rispetto alla media degli altri articoli, rivela una notevole attenzione all’uso intelligente delle app, .
Sono convinto che la stragrande maggioranza dei lettori del fatto alimentare utilizza yuka con giudizio, senza farsi condizionare e lasciandosi guidare dal buon senso e dall’esperienza.
prima di scoprire yuka ero costretto a leggere etichette spesso incomprensibili, ora leggo se necessario i 4 giudizi e ne traggo le conclusioni.
Uso Yuka da tempo, e sono molto soddisfatto. Di certo per me personalmente funziona molto meglio del Nutriscore perché temo di più gli additivi nocivi che altri aspetti nutrizionali (anche perché quelli si capiscono più facilmente leggendo l’elenco degli ingredienti).
Il Nutri-Score essendo un sistema ufficiale che decodifica l’etichetta sulla base di valutazioni nutrizionali riconosciute, non può discrezionalmente giudicare gli additivi che Efsa autorizza.