Alcuni prodotti israeliani non saranno più disponibili sugli scaffali dei supermercati di Coop Alleanza. È finalmente una presa di posizione importante perché si tratta della più grande cooperativa italiana, che fa parte del Sistema Coop, e riunisce 77 cooperative di consumatori. Con quasi 350 negozi e 16mila lavoratori, è presente da Nord a Sud in otto regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia e Basilicata.
La petizione
Prima dell’estate dell’anno scorso migliaia di soci e socie Coop avevano firmato una petizione per chiedere la sospensione della vendita di prodotti israeliani nei supermercati Coop. La richiesta, avanzata da un Coordinamento Interregionale di soci attivi in Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Toscana e Veneto, mirava a promuovere il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. La campagna aveva coinvolto i soci di Coop Alleanza 3.0, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno con l’appoggio di oltre 150 associazioni locali.
Nel comunicato di ieri si legge che la Cooperativa “non può rimanere indifferente davanti alle violenze in corso nella Striscia di Gaza. […] Ed altrettanto ferma è la condanna verso il blocco degli aiuti umanitari destinati alle popolazioni civili della Striscia proclamato dal Governo israeliano.” Così ha deciso di “rimuovere dai suoi scaffali alcune referenze di arachidi e di salsa Tahina, prodotte in Israele, e gli articoli a marchio Sodastream.”
La Gaza Cola
Alla decisione di rimuovere questi prodotti dagli scaffali si aggiungono le iniziative che la Cooperativa “ha sposato o attivato per essere di concreto aiuto alle popolazioni civili della Striscia di Gaza. Coop Alleanza 3.0 ha infatti aderito alla campagna nazionale “Coop For Refugees” e già da un paio di settimane ha scelto di inserire nel suo assortimento un prodotto particolare, la Gaza Cola.” Questa bevanda nasce dall’idea di Osama Qashoo, palestinese rifugiato a Londra, che ha deciso di creare un prodotto di larga diffusione come le soda, per farne un simbolo di resistenza. Con il ricavato delle vendite delle lattine, contribuirà alla ricostruzione di un ospedale nella Striscia.

Negli stessi giorni il gruppo britannico Co-op ha annunciato che smetterà di rifornirsi di prodotti da 17 Paesi (*), tra cui Israele, dove secondo il gruppo si verificano abusi dei diritti umani e violazioni della legge “riconosciuti a livello internazionale”. Co-op è il settimo distributore di alimentari del Regno Unito, con oltre sei milioni di soci attivi, più di 2.300 negozi di alimentari e una forza lavoro di 54.000 persone. In una dichiarazione rilasciata ieri (24 giugno), The Co-op ha spiegato che “le violazioni sono riconosciute da fonti come le Nazioni Unite; il divieto dei prodotti fa la differenza direttamente o indirettamente per le persone colpite e ne allevierebbe le sofferenze”.
(*) Afghanistan; Belarus; Central African Republic (CAR); Democratic People’s Republic of Korea (North Korea); Democratic Republic of Congo (DRC) Haiti; Iran; Israel; Libya; Mali; Myanmar; Russia; Somalia; South Sudan; Sudan; Syria; and Yemen.
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
d’accordo con l’iniziativa di coop-alleanza3.0
Non penso serva a nulla ma almeno è un segno.
i pessimisti non mancano mai.
Certamente non sarà qualche tonnellata di merce a fare la differenza , ma è importante che i popoli si facciano sentire e vedere , anche se spesso i governanti , viaggiano in direzione opposta.
Poi qualche “citrullo” parla di atteggiamento antisemita…le sanzioni alla Russia ben più pesanti e significative ci sono state , perché non a Israele che sta facendo molto peggio !!
Nella foresta improvvisamente scoppiò un incendio immenso. Tutti gli animali, grandi e piccoli, volatili e striscianti, compreso il RE della foresta, quando proprio il RE, che cercava di mettersi in salvo, incrocia un uccellino che anziché fuggire andava verso l’incendio. Stupito, il leone gli chiese perché non fuggiva come tutti. La risposta fu: NON FUGGO PERCHE’, NEL MIO PICCOLO, VOGLIO CONTRIBUIRE NELLO SPEGNIMENTO DELL’INCENDIO versando l’acqua che porto con me. GRANDE! Se tutti prendessimo esempio del piccolo volatile, non vi sarebbero OPPRESSORI né tantomeno OPPRESSI.
È una ritorsione ma legittima, se non lo fa il punto vendita lo possiamo fare noi come singolo consumatore, privilegiare prodotti di aziende che operano in modo ” etico” e scartare quelle aziende che operano e/o appoggiano-collaborano o sono controllate-partecipate da altre il cui credo è solo ” pecunia non olet”
Assolutamente d’accordo con l’iniziativa di Coop Alleanza. Anche se si tratta di una piccola goccia di senno in un oceano di follia disumana, ma resta comunque un segnale per chi deve intendere a livello politico e compiere finalmente atti concreti e più rilevanti.
Felicissima, suggerirei di boicottare Coop Lombardia che non aderisce all’iniziativa.
Per chi non beve bibite (come me), chiedo se gentilmente potete informarvi per raccolta fondi stesso scopo (costruzione ospedale).
Grazie.
Non entrero piu in un supermercato a marchio COOP……prima di boicottare si sarebbe dovuto chidere il rilascio di persone tenute in ostaggio non in galera ma in cuniculi a seguito di una carneficina degna dei migliori amici del nazismo islamico che odia Ebrei…Cristiani…LGBT
Non discutiamo più con i sionisti, perché non abbiamo più interesse a educare gli adulti o a spiegare perché la giustificazione dell’infanticidio di massa è immorale.
Come socio COOP ho firmato questa petizione perché bisogna dare un segnale a questo arrogante paese che ha superato ogni limite nei confronti del popolo Palestinese
Ben fatto. Basta guerra e morti Innocenti bene concordo
D’accordo
Aspetto una mossa simile da Coop Lombardia.
È una vergogna. Non andrò più alla Coop.
Non discutiamo più con i sionisti, perché non abbiamo più interesse a educare gli adulti o a spiegare perché la giustificazione dell’infanticidio di massa è immorale.
Avrei una domanda , a quando la scomparsa dagli scaffali ddella coop (così solerte a censurare Israele)
dei prodottu Russi tipo la Vodka ? Visto che la Russia è una nazione che ha aggedito un’altra nazione l’Ucraina ed è in guerra con la stessa da molto più tempo della guerra in Palestina ?
È stata anche la pressione di consumatori e opinione pubblica a fare prendere questa decisione a Coop Alleanza. Non direi proprio “solerte” visto che da quando si è iniziato a parlare di genocidio è passato quasi un anno…
Le importazioni dalla Russia sono state ridotte a causa delle sanzioni internazionali, anche se alcuni prodotti russi si possono ancora trovare. Nulla impedisce di organizzarsi e chiedere il boicottaggio anche dei prodotti russi. Il fatto che si registri un’ingiustizia non ci impedisce di vedere e denunciare anche le altre.
Buongiorno,
Premesso che ognuno è libero di acquistare ciò che meglio crede, fintanto che possiamo vivere in democrazia.
Dissento fortemente per questa decisione. Tutti i dati relativi a Gaza provengono da Hamas. La maggior parte delle vittime da quando è iniziata la distribuzione degli aiuti è stata causata proprio da loro, nell’intento di screditare quotidianamente Israele. È chiaro che questa guerra, quella della disinformazione, l’hanno vinta loro.
Israele è un Paese grande come la Lombardia, circondato da Nazioni arabe e quindi terribilmente esposto a qualsiasi iniziativa questi ultimi intraprendano, come ha tristemente dimostrato il 7 ottobre.
Hamas è il primo pericolo per i Palestinesi che soffrono a Gaza, da 18 anni a questa parte.
Ho lavorato con il kibbutz Be’eri, uno di quelli che più è stato colpito il 7 ottobre, poiché situato a poche centinaia di metri dal confine con Gaza.
Il kibbutz, progressista e pacifista, garantiva a molti Palestinesi lavoro e assistenza. Ciò che gli arabi hanno perpetrato ha creato uno shock infinito, poiché nel kibbutz nessuno si aspettava un tradimento così.
Pretendere che Israele risolva da solo il problema è ingiusto e scorretto.
L’amara verità è che negli ultimi due anni si è palesato un antisemitismo devastante. È ormai chiaro che gli ebrei vanno bene per essere ricordati (solo se morti). Se solo si azzardano a difendersi, finiscono immediatamente sotto ai vari schiacciasassi.
Un ultimo appunto: rinunciare a datteri e tahina non è difficile. Potrei iniziare a elencare ciò che Israele ha dato al mondo in ambito medico e scientifico. Allora perché non boicottare gli stenth o rifiutare di sottoporsi a una TAC, tutte invenzioni partite da lì…
Ringrazio per l’attenzione e per il lavoro che svolgete, molto prezioso per tutti.
Gentilissimo, qui c’è molta confusione. “Arabi” non coincide con “Hamas”. Quando si chiede di terminare il massacro del popolo palestinese non di diventa “antisemiti”. Anche gli arabi sono un popolo semita. Ci sono molti che hanno una forte posizione antisionista cioè che si oppone al sionismo, il movimento politico che mira all’autodeterminazione del popolo ebraico attraverso la creazione di uno Stato in Palestina. E tra i più forti antisionisti ci sono proprio molti ebrei della diaspora.
Vogliamo rinunciare anche a tutte le invenzioni o alle scoperte arabe? Partiamo dallo zero? O dalla siringa, il forcipe, il segaossa… Oppure rinunciamo agli sviluppi sull’algebra e la trigonometria?
Ci fermiamo qui perché non abbiamo più interesse a educare gli adulti o a spiegare perché la giustificazione dell’infanticidio di massa è immorale.
Gentile Sig.ra Nardi,
Grazie per la sua risposta. Forse non è questa la piattaforma più corretta per dibattere di questi temi. Mi permetto solo aggiungere queste riflessioni:
La differenza tra antisemitismo e antisionismo è molto sottile. Il sionismo è un movimento politico che si è materializzato alla fine del 1800 proprio in seguito all’inasprirsi dell’antisemitismo in Europa, inteso a ricostituire in Palestina uno stato che offrisse agli Ebrei dispersi nel mondo una patria comune nella loro terra d’origine. Dopo la proclamazione dello stato di Israele (15 maggio 1948), lo scopo del sionismo è quello di consolidare il Paese, oltre che renderlo sicuro per chi ci abita (a prescindere dalla fede religiosa).
Che si siano degli antisionisti di fede ebraica è assolutamente vero. A differenza dei totalitarismi presenti nel mondo arabo, hanno libertà di espressione, pur rappresentando (per fortuna) una minoranza.
La popolazione di Gaza è quella che in larga parte ha optato (circa 18 anni fa) per la leadership di Hamas, che da quel giorno non ha fatto altro che spendere immense fortune ricevute da più parti (compresi Israele e Stati Uniti) in continui investimenti sul terrorismo. La rete di tunnel e di altre infrastrutture offensive lo dimostrano, oltre all’uso spregiudicato di scuole, moschee e ospedali quali basi terroristiche e in ultimo, di lancio di missili verso Israele.
Hamas, oggi militarmente ridotto ai minimi termini, ha vinto la guerra della propaganda, visto che qualsiasi dato fornito dal sedicente Ministero della Salute o Protezione Civile viene subito amplificato dai media occidentali senza alcuna verifica. Già la definizione di protezione civile suona incomprensibile nel contesto di una leadership che ha chiaramente evocato il martirio dei propri civili quale strumento per conseguire la vittoria.
Sono figlio di perseguitata razziale e genero di chi, in età infantile, è sopravvissuto ai campi di sterminio tedeschi. Non possiamo permetterci che qualcosa di simile accada nuovamente e la sopravvivenza dello Stato d’Israele è l’unica garanzia di cui il popolo ebraico dispone, anche a scapito del fatto che i prodotti israeliani siano ben accetti o meno sugli scaffali delle Coop…
Per mia natura rispetto opinioni discordanti dalla mia. Non mi sentirete più sull’argomento in quanto non ho pretese di convincere nessuno. Ho 63 anni, ho studiato in Italia in una scuola (ebraica) blindata e così hanno fatto le mie figlie e ora i miei nipoti. La sopravvivenza non è scontata: provare per credere.
Ancora grazie per aver ospitato la mia opinione.
Temo che quando si tratta di propaganda anche lo stato di Israele sia potente. Ad ogni modo la sicurezza, la vita, il rispetto e i diritti devono essere richiesti e garantiti a tutt* e non a scapito di altre persone. Qui la presa di posizione e la campagna lanciata e sottoscritta da oltre 700 rabbini e 22.000 ebrei negli USA. https://www.foodaidforgaza.org/
Alla fine, per far bene si fa male. Comunque la Gaza Cola è una bevanda zuccherata industriale che nuoce alla salute. Non sarebbe stato meglio esportare un hummus (purè di ceci, tipico piatto mediorientale) o qualche loro dolce tipico, preparato secondo le ricette tradizionali?
Iniziative del genere vanno moltiplicate in tutte le strutture di vendita dove vengono trattati prodotti israeliani. E’ il minimo che la società civile ha l’obbligo di fare
la russia? vi uniformate alle voci del potere. preparatevi, invece, a metterci gli U.S.A.
Avevamo parlato dei diversi modi di porsi verso i prodotti USA in Europa: https://ilfattoalimentare.it/boicottaggio-marchi-usa.html
Approvo in pieno l’iniziativa: mi sento nauseato dalle notizie di abusi e violenze quotidiane da parte delle milizie e dei coloni di Israele, e impossibilitato a qualunque iniziativa. Ritengo colpevole e immorale la posizione servile del nostro Governo nei riguardi di quel Paese.
Inutile togliere prodotti Israeliani se prima non tolgono quelli Americani ( i veri responsabili delle guerre nel mondo )
Avevamo parlato dei diversi sistemi di porsi verso i prodotti USA in Europa: https://ilfattoalimentare.it/boicottaggio-marchi-usa.html
quando verranno tolti tutti i prodotti russi?
È stata anche la pressione di consumatori e opinione pubblica a fare prendere questa decisione a Coop Alleanza. Non direi proprio “solerte” visto che da quando si è iniziato a parlare di genocidio è passato quasi un anno…
Le importazioni dalla Russia sono state ridotte a causa delle sanzioni internazionali, anche se alcuni prodotti russi si possono ancora trovare. Nulla impedisce di organizzarsi e chiedere il boicottaggio anche dei prodotti russi. Il fatto che si registri un’ingiustizia non ci impedisce di vedere e denunciare anche le altre.
Saggia decisione avete fatto bene, e penso e spero che saremo in tantissimi a farlo.