Migliaia di soci e socie Coop hanno firmato una petizione prima dell’estate per chiedere la sospensione della vendita di prodotti israeliani nei supermercati Coop. La richiesta, avanzata da un Coordinamento Interregionale di soci attivi in Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Toscana e Veneto, mira a promuovere il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale. La campagna coinvolge i soci di Coop Alleanza 3.0, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno e ha ottenuto l’appoggio di oltre 150 associazioni locali.
I soci promotori della petizione sostengono che Coop debba interrompere la commercializzazione di prodotti israeliani, tra cui alcuni anche a marchio Coop, fino a quando Israele non si impegnerà a rispettare i diritti umani. La vendita di questi prodotti, secondo i firmatari, rischia di attribuire un’indiretta “certificazione di eticità” a un sistema considerato oppressivo e discriminatorio.
Una richiesta etica per Coop
In particolare, i soci citano l’articolo 5.3 del Codice Etico di Coop, che stabilisce il pieno rispetto delle normative sui diritti umani, la tutela dell’ambiente e la sensibilità ai temi etici come criteri fondamentali per la scelta dei fornitori. Secondo i promotori della petizione, la commercializzazione di prodotti israeliani contravviene a questi principi.
La campagna chiarisce che la richiesta non rappresenta un boicottaggio, ma un appello alla responsabilità etica della Coop. I soci sostengono che la Grande Distribuzione Organizzata debba assumersi la responsabilità di evitare la vendita di prodotti associati a pratiche discriminatorie. La libertà di scelta dei consumatori non può essere sufficiente, affermano, in presenza di violazioni gravi come quelle che essi associano al sistema produttivo israeliano.
La richiesta dei soci Coop non è isolata e sono in molti a ritenere che la guerra a Gaza meriti più attenzione e un serio impegno di mediazione. Lo stesso Papa Francesco, in riferimento al conflitto in Medio Oriente ha usato la parola genocidio: «a detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se s’inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali». È di ieri la notizia che La Corte penale internazionale ha emesso i mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il suo ex ministro della Difesa Gallant e il leader di Hamas, Deif di cui la Corte non è in grado di confermare la morte, accusandoli di crimini di guerra e crimini contro l’umanità per la guerra a Gaza e gli attacchi del 7 ottobre 2023.
Le altre catene
La richiesta di fermare la vendita di prodotti israeliani è stata estesa anche ad altre catene della Grande Distribuzione, come Conad, LIDL, MD, PAM, Esselunga ed Eurospin. Secondo i promotori, queste aziende, commercializzando prodotti israeliani, violano i principi etici dei propri codici aziendali. Il Coordinamento sottolinea inoltre che, sebbene una singola spesa non possa cambiare il mondo, non dovrebbe nemmeno supportare violazioni dei diritti umani. La Grande Distribuzione Organizzata, secondo i firmatari, ha il dovere di allinearsi ai propri valori dichiarati, rispettando i diritti umani e applicando un codice etico rigoroso nella scelta dei fornitori.
Alcuni link di riferimento alla raccolta firma: Soci/e UNICOOP TIRRENO, Soci/e UNICOOP FIRENZE, Soci/e COOP LOMBARDIA, Soci/e COOP ALLEANZA 3.0.
Il comunicato di Coop
Con un comunicato del 26 giugno 2024, Coop precisa di essere estranea all’Appello “No ai prodotti israeliani nei punti vendita”. “In merito alla diffusione di un volantino promosso da alcuni soci “No ai prodotti israeliani nei punti vendita” Coop […] conferma di non aver mai praticato azioni di boicottaggio di prodotti. Con lo scopo di permettere a tutti di fare le proprie scelte di acquisto. Coop sostiene le istanze di pace e giustizia tra il popolo palestinese e Israele, ma ciò non comporta attivare azioni di boicottaggio che Coop non ha mai praticato. Tutte le scelte di acquisto o di “non acquisto” sono legittime, strumentalizzazioni e interpretazioni non corrette sono ingiustificate. Così riteniamo di tutelare il punto di vista di una platea di oltre 6 milioni di soci che rappresentano valori, opinioni e sensibilità inevitabilmente diverse e tutte analogamente da rispettare.”
© Riproduzione riservata
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
il Codice Etico, secondo il quale la COOP “esige dai propri fornitori di prodotti e servizi, il pieno rispetto delle normative sul lavoro, dei diritti umani, della salvaguardia dell’ambiente e privilegia le aziende che si dimostrano particolarmente sensibili a questi temi (art. 5.3)”.
Avendo avuto a che fare conosco la puntualità con cui spulciano i panni sporchi dei fornitori, ma in questo caso preferiscono guardare dall’altra parte e fare i neutrali.
Resto basito nel sapere che Coop commercializza prodotti di uno stato che occupa da 70 anni illegalmente dei territori, li coltiva e vende quei prodotti. Motivo in più per non comprarli, non basta più la semplice segnalazione o protesta, evitare di fare usare ad altri i propri soldi per comprare armi è la prima cosa da fare
buongiorno
a questo punto bisognerebbe invitare coop (e le altre GDO) a non vendere prodotti di altri stati che per un verso o per un altro non rispettano diritti umani (in senso lato e ce ne sono molti). personalmente quando acquisto qualcosa (prodotto italiano o estero) sono consapevole di fare anche una scelta etica, ambientale, politica ecc…oltre che economica.
vorrei che mi fosse lasciata (e non imposta da chi ha idee magari diverse dalle mie) la possibilità di scegliere , perciò condivido la scelta finora adottata da coop e dalle altre GDO
Sono una socia coop di lunga data, un solo commento sulla risposta di coop alleanza 3.0 : ipocrita risposta di fronte a crimini di guerra acclarati dalla Corte penale internazionale
Purtroppo il dio denaro prevale su tutto e dinanzi a ciò non esiste codice etico che tenga. Dobbiamo essere noi cittadini a dare lezione e tutti, in questo caso lezioni di spesa.
Iniziamo a fornire in elenco di prodotti, per favore.
Di solito sono: le arachidi “giant” cioè quelle grosse, i datteri secchi, gli avocado.
Scelta Pilatesca …….se ti dai un codice etico devi rispettarlo ; mi viene voglia di non acquistare più da COOP
A me sembra invece proprio boicottaggio.
Che poi Coop menzioni diritti umani nel proprio codice etico, e non lo rispetti, effettivamente forse sarebbe meglio che riveda qualcosa.
Ma sinceramente, non c’è solo uno stato che ha problemi di codice etico, e che attualmente non è in prima pagina in modo tale da boicottarlo, ce ne sono molti altri, e non vedo petizioni per ritirarne i prodotti.
Ricordo che l’Italia, è uno dei maggiori paesi produttori e fornitori di armi, di cosa stiamo parlando?
Pienamente d’accordo con l’iniziativa. Per mio conto, boicotto già da tempo tutto ciò che proviene da Israele, semplicemente non acquistandolo. Mi meraviglio che siano stati sanzionati la Russia, i Russi, le esportazioni russe (con azioni tra l’altro assolutamente illegittime, perché destituite da fondamenti normativi), pure in presenza di una guerra regolarmente dichiarata e condotta contro obiettivi militari (ovviamente ciò non può escludere purtroppo che i civili restino sempre coinvolti) , quando invece Israele scientemente colpisce civili, donne, bambini, ospedali e autoambulanze, con il PRETESTO (mai realmente documentabile come vera motivazione) di eliminare avversari politici “pericolosi”…
….. sono perfettamente d’accordo, io mi esento dal prendere prodotti che provengono da Israele, pur non essendo a livello internazionale l’unico stato canaglia…..