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Carta fedeltà dei supermercati e dati personali: una relazione difficile? Da quando c’è il codice a barre per i supermercati è facile controllare quali sono i prodotti più venduti, gestire il magazzino per evitare scaffali sguarniti e scegliere con più accuratezza l’assortimento.
Con l’arrivo delle tessere fedeltà il supermercato può fare molto di più. Ha la possibilità di sapere cosa compriamo, quando lo compriamo, qual è la frequenza di acquisto e, in generale, quali sono le nostre abitudini legate ai consumi. Questo livello di conoscenza necessita di una capacità di elaborazione dei dati riportati sugli scontrini molto avanzata e negli anni passati veniva fatto poco ed era dispendioso, per cui le analisi si risolvevano con l’invio di buoni spesa.
Con i nuovi sistemi di calcolo e l’impiego dell’intelligenza artificiale le cose sono cambiate. Di seguito pubblichiamo una lettera sull’argomento che fa luce su un tema che in molti sottovalutano e cioè i dati, più o meno privati, che condividiamo con le aziende e con i social.
La lettera sulla carta fedeltà
Esselunga ha inviato, gli ultimi giorni di dicembre, una mail con un colorato filmato animato. Il testo è quanto meno avvincente e invita a rivivere “…il meglio del tuo anno (di spesa n.d.r.) e a condividerlo con i tuoi amici”. La sorpresa arriva quando il video comincia a elencare quanti litri di latte ho comprato, quanti biscotti frollini, quanti pacchi di spaghetti, precisando la marca e il formato e allegando addirittura le foto del prodotto. C’è di più. Il cartone animato ricorda che in un anno ho fatto la spesa 47 volte e fornisce diversi suggerimenti.
La cosa mi incuriosisce così vado a leggermi alcuni commenti su Facebook, Instagram e LinkedIn e sembrano tutti positivi. Io invece ho sentito un forte disagio e la vicenda mi ha fatto riflettere. Ho capito che spuntare la casella sul modulo per ricevere la carta fedeltà del supermercato, la Fidatì, ha significato molto più che una crocetta su un foglio. Da qual giorno, e grazie evidentemente a una sempre più sviluppata capacità di elaborazione, le mie abitudini sono uscite da casa mia ed “entrate” nei computer della catena di supermercati. Non mi emoziona sapere che Esselunga registri quante volte volte faccio la spesa, conosca le mie abitudini culinarie e mi inquadri in un cluster di consumatori. Non sono contenta che tenga traccia dei prodotti che acquisto con assiduità, siano essi champagne o vino Tavernello.
Non sono contenta che possa, analizzando lo scontrino, dedurre che visto che non acquisto carne di maiale, potrei fare parte di un gruppo religioso. Non sono contenta che Esselunga sappia che il mio reddito familiare ha qualche criticità visto che solo prodotti economici della linea Smart. Non mi piace rendermi conto di avere acconsentito a lasciare che il Grande fratello, attraverso il carrello della spesa, si sia intrufolato in casa. Trovo tutto ciò inquietante, anche se qualcuno dice che sono ingenua perché si tratta di operazioni di marketing e di fidelizzazione. Temo che l’idea del video multicolor di fine anno verra presto imitato da altre catene.
Certo la tessera fedeltà permette di accedere a sconti e promozioni, e per questo non voglio farne a meno. Per evitare invasioni di privacy bisogna stare attenti quando si compila il foglio di adesione. Nel modulo c’è scritto se si vogliono ricevere offerte personalizzate, se i propri dati possono essere utilizzati per altre iniziative di marketing o addirittura ceduti a terzi. Chi vuole evitare di essere “analizzato” deve rifiutare queste possibilità. Mi è venuta in mente la frase di un documentario che ho visto qualche anno fa dal titolo “The social dilemma” che recitava: “Se non stai pagando per un prodotto, allora il prodotto sei tu”…
C’è però un altro modo di utilizzare i dati dello scontrino. Le catene di supermercati potrebbero usarli per avvisare rapidamente i clienti che hanno acquistato un prodotto ritirato dagli scaffali (l’anno scorso Il Fatto Alimentare ha segnalato il ritro di 635 prodotti in tutta Italia).
La nota di Esselunga
Nell’ultima settimana dell’anno è stata lanciata per i clienti l’iniziativa “Your EsseLover Year”, racconto personalizzato dei propri acquisti. Un’esperienza digitale in linea con le popolari classifiche di fine anno riferite ai singoli utenti – dai brani più ascoltati ai libri più letti. Questa attività ha permesso ai possessori della carta fedeltà Fìdaty di scoprire i prodotti scelti con maggiore frequenza (ad esempio quante focaccine hanno acquistato, le categorie preferite, i punti Fìdaty accumulati). Su esseloveryear.esselunga.it, i clienti hanno potuto accedere al proprio recap personalizzato, scaricarlo, salvarlo e condividerlo sui social media. L’attività di invio del filmato si è conclusa il 31 dicembre 2024.
© Riproduzione riservata. Foto: Instagram
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Questo articolo mi sembra non tanto estremamente ingenuo ma un po’ fazioso. Qualsiasi computer, anche senza scomodare l’intelligenza artificiale, è in grado di estrarre dati aggregati, contando quante scatole di Barilla o di biscotti ho comprato nell’anno. Non vuoi far conoscere i tuoi acquisti? Non usare la carta, paga tutti i prodotti a prezzo pieno e paga in contanti, altrimenti la banca sa che hai speso all’Esselunga, quanto e quando.
Purtroppo ne sono consapevole ma trovo il sistema molto comodo e veloce per ottimizzare i tempi della spesa. È la stessa cosa della moneta elettronica, purtroppo sono completamente dipendente da queste tecnologie per comodità, ma è assolutamente vero che ho venduto la mia privacy. Occorrerebbero però leggi che la tutelino in coesistenza dello sviluppo tecnologico perché mi sembra arcaico che circoli ancora “moneta” cartacea.
chiunque utilizza carte di fedeltà, così come forme di pagamento elettronico vedi carte di credito, bancomat o telepedaggio, o tracciamento della posizione, vedi Google Maps, aggiungerei anche fb, dovrebbe sapere benissimo che in questo modo tutte le sue attività vengono registrate e possono essere analizzate. L’interdire i cookies quando si visitano i siti, dovrebbe servire proprio a questo, a non essere tracciati nelle ricerche. Trovo, in qualche modo lodevole, l’iniziativa di Esselunga (unica che io sappia a rendere evidenti le rilevazioni che fa e non le nasconde), è come una allerta che ci dice: “guarda, tu probabilmente non hai letto approfonditamente i codicilli quando hai chiesto la tua carta fedeltà, ma grazie a questi noi possiamo analizzare i tuoi acquisti, se la cosa non ti piace, se ti senti osservato, basta che ti cancelli”.
Buon pomeriggio ,
In premessa la giornalista evidenzia il problema della condivisione dei dati che spesso viene sottovalutato.
Nella lettera emergono legittimi timori con l’invito a prestare attenzione ai consensi da negare nelle informative privacy. Inoltre viene avanzata una proposta estremamente importante per utilizzare i dati collegati al fine di allertare i consumatori sui ritiri dei prodotti acquistati.
Ma l’utilizzo dei dati per finalità di responsabilità sociale sarebbe fantascienza!
A parte alcune osservazioni che trattano la tematica dei consensi, diversi lettori rispondono come se fossero stati criticati per l’utilizzo della carta fedeltà e/o trattano la scrittrice della lettera con sufficienza.
Certo non siamo nei contesti bancari /finanziari dove la superficialità dei comportamenti gioca brutti scherzi.
È a partire dalla gestione delle attività più semplici che bisogna partire per tutelare la nostra privacy ed evitare che la sottrazione di dati ci danneggi.
Senza ulteriori considerazioni, rimando all’articolo seguente che titola:
Attacco hacker ai supermercati Conad: ora i pirati vogliono pubblicare i dati
L’attacco è stato rivendicato dal gruppo Lynx e confermato da Conad. C’è un dubbio però sulla data. Secondo Conad sarebbe avvenuto nel novembre del 2024, quando la cybergang Lynx si era resa protagonista di una serie di attacchi alle pagine di Inps Servizi.
continua su: https://www.fanpage.it/innovazione/tecnologia/attacco-hacker-ai-supermercati-conad-ora-i-pirati-vogliono-pubblicare-i-dati/
vale per qualsiasi carta fedeltà che sia Esselunga, Coop, Lidl.
I contanti senza carta fedeltà sono la soluzione
Il problema è che non è così allettante rinunciare agli sconti che offrono ai possessori di carta