Una persona tiene in mano alcuni kiwi

NaturaSì lancia la campagna “Sosteniamo l’agricoltura” che punta a rendere visibile ai consumatori quanto del prezzo finale vada effettivamente nelle mani degli agricoltori e dei trasformatori. Per il momento l’iniziativa riguarda pane, passata di pomodoro, ortaggi e frutta che indicheranno in etichetta il dettaglio di quanto va agli agricoltori.

L’azienda, tra le principali insegne del biologico in Europa, ha deciso di partire da alcuni prodotti simbolici della dieta quotidiana: pane, passata di pomodoro, finocchi, arance da spremuta e kiwi. Su questi articoli, nei punti vendita NaturaSì, sarà esposta un’etichetta che dettaglia la composizione del prezzo finale, indicando quanto viene corrisposto al produttore agricolo, al trasformatore e quanto copre costi logistici, controllo qualità e gestione del punto vendita.naturasi 2025 Gray_Kiwi copia

Ad esempio, su 3,98 euro per un chilo di finocchi, ben 1,80 euro (quasi il 50%) va direttamente all’azienda agricola. Lo stesso vale per altri prodotti: “Paghiamo all’agricoltore il grano duro biologico per il nostro pane 45 centesimi al chilo, contro i 30 centesimi della filiera convenzionale”, ha spiegato il presidente di NaturaSì Fabio Brescacin durante un evento a Roma dedicato alla presentazione dell’iniziativa.

L’idea di NaturaSì

L’idea alla base del progetto è semplice: pochi centesimi in più al chilo possono fare una grande differenza. Se trasferiti direttamente al produttore senza ulteriori ricarichi lungo la filiera, l’impatto sul consumatore è minimo, ma per chi coltiva la terra può significare continuità, dignità e possibilità di investire nel futuro.

“Negli anni Settanta – spiega Fabio Brescanin presidente di Ecor NaturaSì – circa il 19% del prezzo del pane arrivava all’agricoltore. Oggi quella percentuale è scesa al 4%, mentre i costi di produzione sono aumentati. È un modello insostenibile”passata pomodoro naturasi 2025

Uno degli obiettivi principali dell’iniziativa è coinvolgere attivamente i consumatori, aiutandoli a comprendere che ogni scelta d’acquisto ha un impatto lungo tutta la filiera. “I prezzi sugli scaffali – precisa  Brescacin in una lettera aperta – spesso non sono giusti, perché nascondono costi che pagheranno altri: l’ambiente, i lavoratori, le generazioni future. Il punto di partenza deve essere la trasparenza. Solo conoscendo come si forma un prezzo possiamo valutarne l’equità”.

NaturaSì invita produttori, trasformatori, commercianti e cittadini a sedersi insieme “attorno a un tavolo comune”, per costruire una filiera alimentare più consapevole e responsabile perché solo attraverso il rispetto reciproco e la trasparenza possiamo garantire un futuro sano all’agricoltura, alle persone e al Pianeta.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos, NaturaSì

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

0 0 voti
Vota
Iscriviti
Notificami
guest

2 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
luigiR
luigiR
28 Marzo 2025 14:22

mi sembra un’ottima iniziativa

Paoblog
28 Marzo 2025 15:53

Mi immagino un cartello dove vengano esposti anche i costi pubblicitari, vedi ad esempio gli spot televisivi a raffica di “certe acque” (non faccio nomi prima che facciano causa anche a me….) …

2
0
Ci piacerebbe sapere che ne pensi, lascia un commento.x