gio style vaschette
Un lotto di vaschette per alimenti di plastica firmate Gio Style, sono state ritirate dal mercato

Aggiornamento del 16 luglio 2015: le vaschette per alimenti di plastica Gio Style richiamate in marzo sono sicure, come confermano le analisi dell’Istituto Superiore di Sanità. Per leggere il comunicato completo cliccare su questo articolo: “Le vaschette Gio Style di plastica richiamate dal mercato per migrazione di formaldeide quattro mesi fa sono state dichiarate sicure. Il comunicato dell’azienda“.

 

Un lotto di vaschette per alimenti di plastica firmate Gio Style sono state ritirate dal mercato. Nel corso di analisi di controllo è stato riscontrato un valore di migrazione riferito alla formaldeide superiore ai limiti (la quantità rilevata è maggiore di 15 mg/kg).

 

Si tratta di vaschette di colore bianco di melamina, destinate ad essere utilizzate in cucina (vedi foto a sinistra). Le dimensioni  sono cm 20 x 15 x 4. Secondo quanto risulta a Il Fatto Alimentare le vaschette vengono  importate direttamente dalla Repubblica Popolare Cinese. Il lotto interessato è il numero  7280001 ed è distribuito solo in Italia. Secondo  le nostre informazioni l’esito delle analisi si è avuto il 26 febbraio, ma la comunicazione è stata diffusa solo oggi. Sul sito della Gio Style non si trova alcun avvertimento per i consumatori.

Un altro elemento che balza all’occhio è lo slogan scelto da Gio Style  riproposto anche nel logo “passione italiana” con tanto di bandierina,  salvo poi scoprire dalla documentazione diffusa dal Rasff che si tratta di vaschette importate dalla Cina.

 

Sara Rossi

© Riproduzione riservata

Dopo la pubblicazione dell’articolo abbiamo ricevuto questa comunicazione della Gio’ Style che precisa alcuni particolari della vicenda.

Presa visione della pubblicazione relativa al prodotto a Marchio GiòStyle, abbiamo il dovere di precisare alcuni punti:

1.  Il prodotto “vaschetta 20X15X4”  è un singolo articolo in melamina citato nell’articolo è oggetto di analisi e contro analisi a seguito di una indicazione di “non-conformità” che ci è stata comunicata dalle Autorità competenti.

2.  Non si tratta quindi di “richiamo” . Come Società proprietaria del Marchio GiòStyle, abbiamo invitato immediatamente la nostra diretta clientela a una precauzionale sospensione della vendita e quindi ritiro dai banche di vendita del singolo codice prodotto citato.

3.  Si tratta di un articolo prodotto agli inizi del 2010, ancor prima che la nostra Società acquisisse il ramo di azienda della GiòStyle che era in procedura concorsuale fallimentare. Detto questo, noi abbiamo sempre effettuato controlli all’origine del prodotto ed abbiamo fornito tutte le nostre analisi alle autorità competenti.

Sono in corso delle analisi e delle contro analisi, come già detto, e sulla scorta dei risultati che saranno prodotti, prenderemo le dovute e necessarie azioni.  Al momento in cui scrivo, le nostre prove di laboratorio, su produzioni differenti, hanno confermato la bontà del prodotto.

GiòStyle, marchio noto e di valore nel settore dei prodotti per la casa, per il tempo libero è molto attenta alle esigenze della propria clientela ed opera nel pieno rispetto delle leggi vigenti italiane ed internazionali. La nostra Società a capitale italiano, con sede in Italia e con una produzione in provincia di Bergamo, opera da moltissimi anni e si è sempre contraddistinta per la qualità dei suoi prodotti e per la massima attenzione.

Sarà nostra cura tenervi aggiornato in merito alle evoluzioni.

 

Roberto Ronchi –  amministratore delegato  della Colombo Smart Plastic SpA  (società che ha rilevato qualche anno fa il marchio Giò Style)

Urgnano 14 Marzo 2015

 

Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade hanno lanciato una petizione per chiedere che sulle etichette dei prodotti alimentari italiani continui ad essere   indicato lo stabilimento di produzione.

Per sottoscrivere clicca qui

stabilimento produzione petizione

 

 

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fabio
fabio
16 Marzo 2015 12:03

Purtroppo le aziende sono continuamente alla ricerca della riduzione delle spese di produzione e dei costi di gestione. Questa continuo miglioramento, dal loro punto di vista, non si traduce e non si condivide mai con il consumatore, che al contrario quasi sempre ne paga le conseguenze.

vittoria
vittoria
17 Marzo 2015 09:32

E’ la solita…tragica storia sulla nostra pelle…. 🙁