Continuano a farsi sentire le conseguenze del maxi-sequestro di latte e latticini per sospetta sofisticazione in uno stabilimento di TreValli Cooperlat, importante gruppo lattiero-caseario del Centro Italia. Nella giornata di ieri, 6 maggio, durante il consiglio di amministrazione di Fattorie Marchigiane, l’azienda controllata del gruppo che gestiva l’impianto produttivo oggetto delle indagini della Procura di Pesaro, si è dimesso il presidente Gianluigi Draghi, “al fine di consentire alla società stessa di poter operare in assoluta e piena libertà nell’ambito dell’inchiesta in corso”. Lo rivela TreValli in un comunicato a Il Fatto Alimentare.
Il nuove direttore della produzione è Giampaolo Lizzi, che sarà responsabile sia dello stabilimento di Colli Al Metauro, al centro delle indagini, che di quello di Amandola, totalmente estraneo all’inchiesta. Nell’ambito della riorganizzazione di Fattorie Marchigiane, Lizzi avrò anche un incarico specifico sulla sicurezza e sul controllo qualità. Allo stesso tempo, l’azienda ha deciso di sospendere tutte le attività dell’impianto, per accertarsi della conformità delle procedure seguite nello stabilimento e, eventualmente, bonificare impianti e struttura. L’obiettivo è ripristinare la funzionalità dello stabilimento “al più presto al massimo delle sue capacità e potenzialità, garantendo la totale salubrità degli ambienti di produzione e dei prodotti finiti.”
I prodotti TreValli estranei all’inchiesta
TreValli sottolinea la volontà di introdurre un elemento di discontinuità nella gestione di Fattorie Marchigiane, ma non vuole commentare ulteriormente le indagini in corso. L’azienda, tuttavia, ribadisce “la totale genuinità di tutti i prodotti provenienti dagli stabilimenti di Jesi e di Amandola, che non sono interessati dall’indagine né da alcun provvedimento”. I marchi di TreValli – Hoplà, Abit, Latte Cigno, Delta Lat, Fresco Marche, Sibilla, Valmetauro e altri – non sono diffusi solo a livello locale, ma anche nelle maggiori catene di supermercati di tutta Italia, tra cui Coop, Esselunga, Conad, Lidl ed Eurospin.
Lo stabilimento di Jesi produce prevalentemente latte fresco, ESL (il cosiddetto ‘Più giorni’), UHT e panna fresca, ESL, da montare, spray e da cucina con il marchio TreValli, anche nella versione senza lattosio, oltre a mascarpone, formaggio spalmabile e besciamella sempre a marchio TreValli. Nello stesso stabilimento, l’azienda produce il marchio Hoplà: preparati da montare e spray sia a base di panna che 100% vegetale (Hoplà Idee Veg e Veg & Bio), oltre a bevande vegetali di soia e preparati per cucina e besciamella 100% vegetale.
Lo stabilimento di Amandola, invece, produce i formaggi freschi a marchio Trevalli, Cigno, Sibilla e Bontà del Parco. In particolare: mozzarella tradizionale STG, mozzarella in busta, bocconcini, nodini di mozzarella, burrata, stracciatella, ricotta vaccina e ricotta mista (vaccina e ovina), sia per la ristorazione che per la grande distribuzione.
Il richiamo della mozzarella
Non è nota, invece, la lista dei prodotti dello stabilimento di Colli al Metauro al centro dell’inchiesta. Ad oggi è stato segnalato un solo richiamo precauzionale di prodotti confezionati nell’impianto in questione: si tratta di tre lotti di mozzarella per pizzeria, venduta con quattro diversi marchi, tra cui proprio TreValli (leggi qui l’articolo sul richiamo della mozzarella per pizza). Per il momento, tuttavia, non ci sono riscontri analitici della sospetta sofisticazione con soda caustica e acqua ossigenata. Non è da escludere però che, a seguito delle indagini e delle verifiche interne dell’azienda, scattino altri provvedimenti di richiamo, di cui vi terremo aggiornati. È anche possibile che TreValli, in una mossa a tutela di consumatori e consumatrici, decida di richiamare volontariamente e a scopo precauzionale tutta la produzione dello stabilimento di Colli al Metauro in corso di validità…
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, TreValli
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Che dire…si rimane sconcertati!! di sicuro per un bel pò di tempo non comprerò prodotti con questo marchio.