Migliaia di persone viaggiano ogni giorno sulle Frecce di Trenitalia. Una lettrice però, dopo aver consumato alcuni prodotti a bordo, ci ha segnalato delle criticità. Di seguito pubblichiamo la sua lettera e la risposta dell’azienda.
La lettera
Buongiorno, la scorsa settimana ho viaggiato a bordo del Frecciarossa 9751, in classe Business. Poco dopo la partenza un’incaricata mi ha fornito una box di benvenuto e una bottiglietta d’acqua. Nella box c’era un bacio di dama e una focaccina al salame, entrambi incartati singolarmente e separati da un divisorio di cartone, una salviettina igienizzante e un biglietto di presentazione stampato su cartoncino.
Volevo evidenziare tre criticità che secondo me dovrebbero essere risolte.
1. La box, anche se di cartone FSC 100% riciclato, è tutto packaging inutile. In passato usavano un più versatile ed ecologico sacchetto di carta.
2. La bottiglia di acqua minerale è in formato 0,25 litri. Piccolissima ma di una plastica più spessa di quella da mezzo litro. Sembrerebbe quindi che alla riduzione del formato non corrisponda una riduzione di plastica.
3. Sul treno sono presenti diversi dispenser di gel igienizzate. Si poteva inserire nella box un semplice tovagliolino.
4. Il “trancio di focaccia al salame” era in realtà una pagnottina con il salame triturato all’interno dell’impasto. Mi sembra una scelta abbastanza escludente considerando le diverse categorie di persone che per scelta etica o religiosa non consumano maiale. Una focaccia normale avrebbe accontentato molti più viaggiatori.
Sul sito di Trenitalia leggo che “Nelle box, in cartone FSC 100% riciclato, trovi prodotti dolci e salati preparati con cura artigianale, ingredienti stagionali e di qualità […]. Si distribuirà l’acqua in bottiglie in RPET, realizzate in plastica 100% riciclata e perfettamente riciclabile. […] Nel progettare il nuovo servizio di ristorazione è stata data grande importanza agli aspetti di sostenibilità e alla ricerca di soluzioni che integrassero i principi dell’economia circolare. Stiamo lavorando per fare la nostra parte, consapevoli che la strada verso la sostenibilità è lunga e richiede un impegno costante.”
Senza dubbio fa piacere ricevere un piccolo omaggio, ma se si considerano tutti i viaggiatori che ogni giorno (anche su tragitti brevi) ricevono la box viene automatico pensare all’enorme quantità di risorse impiegate per produrre e smaltire questi imballaggi.
Ritengo che nel 2024 la principale società italiana di trasporto pubblico ferroviario potrebbe fare un passo in più e spostarsi da questi packaging a mio parere inutili, anche se in materiali riciclabili o riciclati, a soluzioni ancora più virtuose a zero spreco, o riutilizzabili.
Sonia
La risposta di Trenitalia
“Con il nuovo servizio di ristorazione a bordo, Trenitalia ha mostrato un impegno costante nella ricerca di soluzioni che consentissero l’integrazione dei principi dell’economia circolare in tutte le fasi di erogazione del servizio. Si è scelto di utilizzare una box in carta 100% riciclata e con marchio FSC (proveniente da foreste gestite responsabilmente) e introdotto la bottiglietta di acqua, in plastica 100% riciclata (r-PET) e perfettamente riciclabile, in sostituzione del brick (poliaccoppiato LPB) che, come dimostrato da un recente studio comparativo condotto dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, consente di ridurre in un anno le emissioni di circa 460 tonnellate di CO2 equivalenti, pari alla CO2 assorbita nell’arco di un anno da oltre 60.000 alberi.
Tra le altre misure, la riduzione del numero di prodotti offerti per evitare sprechi alimentari, la scelta di distribuire la bottiglietta di acqua separatamente dalla box, l’offerta alla mescita di tutte le altre bevande (es. Coca-cola, succo di frutta) in bicchieri di carta certificati FSC, e l’introduzione di un packaging per gli snack conferibile nella carta.
In ottica di continuo miglioramento, portato avanti anche ascoltando i feedback dei viaggiatori, a fine 2023 la box è stata riprogettata con l’obiettivo di renderla più piccola e facilmente conferibile nella raccolta differenziata a bordo, pur mantenendone le caratteristiche di sostenibilità. La salvietta citata, ad esempio, ha funzione igienizzante rinfrescante e detergente ed è un elemento apprezzato e richiesto dalla clientela. L’offerta, oltre a prestare attenzione all’ambiente, è stata pensata per andare incontro alle diverse esigenze alimentari o culturali della clientela con soluzioni vegan/gluten free o dedicate ai più piccoli. Trenitalia è costantemente impegnata nello studiare o valutare soluzioni che rendano l’offerta di ristorazione e gli aspetti ad essa collegati ancora più sostenibile”.
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Che dire? Ho le stesse perplessità di Sonia, ma come si legge dalle risposte pronte e preconfezionate ci sollecitano a non pensare, e a non agire per fare di più. Non disturbiamo il manovratore!
E allora, ad es., perchè di questi “concentrati di packaging” “ecologically correct” (perdonatemi il neologismo) non disporne solo per chi lo richiede? Senza obbligare a prender l’acqua a chi si porta la borraccia, o il panino al salame a chi per motivi religiosi, di gusto e di scelta alimentare si porta la sua merenda, il suo frutto o ortaggio (es., una carota) … e mai che questi vegetali siano presenti …
Trenitalia è ferma agli anni ’60, quando la presenza in treno era omaggiata con quotidiani e riviste patinate odorose d’inchiostro da 500 grammi che ti respiravi nel vagone di qualche metro cubo di volume (a finestrini sigillati, naturalmente). Uno spettacolo desolante di rifiuti a fine corsa che ben ricordo, eran sedili pieni di queste riviste.
Svecchiarsi fa bene, anche a Trenitalia
Concordo in pieno, condivido la perplessità sia sulla quantità di carta e cartone impiegati che sulla discutibilissima scelta di proporre uno snack salato con carne di maiale che scontenta in un colpo solo i vegetariani e chi non può consumare maiale per ragioni religiose o salutistiche..tra l’altro il prodotto scelto, oltre a contenere margarina, non meglio identificate “ proteine vegetali”, conservanti etc) ha una scadenza piuttosto vicina ( a me è stato servito il 17 marzo un prodotto in scadenza il 19) cosa che probabilmente incrementa gli sprechi.