Richiamo per il tonno in olio di semi di soia con istamina venduto in Italia e in cinque paesi dall’azienda Drago di Siracusa. Auchan avverte i clienti siciliani
Richiamo per il tonno in olio di semi di soia con istamina venduto in Italia e in cinque paesi dall’azienda Drago di Siracusa. Auchan avverte i clienti siciliani
Roberto La Pira 17 Febbraio 2014Il 7 febbraio il Sistema di allerta europeo (Rasff) ha segnalato la vendita in Italia e in altri cinque paesi (Francia, Germania, Lettonia, Svizzera e Inghilterra) di una partita di pezzetti di tonno in olio di semi di soia, con un quantitativo di istamina elevato (865mg/kg).
Molti lettori volevano avere ulteriori informazioni, ma il Ministero della salute, contattato da Il Fatto Alimentare, non ha voluto fornire altri dati. A questo punto ci siamo attivati e abbiamo scoperto che il prodotto ritirato e richiamato dal mercato è confezionato dalla Drago Sebastiano di Giuseppe Drago di Siracusa. La partita ritirata è composta da vasetti di 550 g con numero di lotto L 298-013 e termine minimo di conservazione 31/12/2016. Siamo in attesa di conoscere dall’azienda la rete di supermercati che ha venduto il tonno.
Queste informazioni le abbiamo estrapolate dal rapporto europeo del Rasff che però non indica i punti vendita, in possesso del Ministero. Abbiamo interpellato la Drago chiedendo di conoscere la rete di supermercati dove è stato distribuito il lotto di tonno a pezzetti in olio di soia.
In Italia per il momento solo la catena di supermercati Auchan ha diramato un comunicato per segnalare il ritiro dagli scaffali di due punti vendita siciliani (Siracusa Melilli e Porte di Catania), del tonno. Si tratta di Pezzetti di tonno in olio di semi di soia da 300 g, confezionati dalla stessa azienda conserviera. In questo caso cambia il formato del vasetto mentre i lotti sono quattro: L 246-013, L295-013, L298-013 e L 331-013. Il codice EAN è 8004899002179. Auchan invita i clienti che hanno comperato il tonno a non consumarlo e a riportarlo al punto vendita.
Per capire meglio cosa significa mangiare alimenti con troppa istamina proponiamo una scheda realizzata Giuseppe Arcangeli dell’Istituto sperimentale zooprofilattico delle Venezie.
L’istamina è un composto azotato che rientra nel gruppo delle “ammine biogene”. Il nostro corpo è in grado di produrla per contrastare una infiammazione, ed è particolarmente abbondante in caso di allergie (tanto da farci assumere i cosiddetti anti-istaminici). In questo caso la troviamo negli alimenti e può essere dovuta all’auto trasformazione dell’amminoacido istidina – presente nella muscolatura dei pesci – in istamina oppure a un’origine batterica a causa dell’azione di alcuni enzimi presenti in patogeni Gram negativi (generi: Morganella, Klebsiella, Proteus , Hafnia, Enterobacter, Citrobacter, Vibrio, Photobacterium), che hanno contaminato le carni del pesce dopo la sua morte. L’istamina è stabile alle alte temperature e non subisce variazioni a seguito dei processi di cottura e inscatolamento del pesce: per una completa inattivazione è necessario un trattamento di 90 minuti a 116°C.
Quali sono i principali sintomi dell’intossicazione da ammine biogene? Prurito, arrossamento del viso e del collo, orticaria, nausea, vomito, diarrea, cefalea, vertigini. Questi sintomi possono variare in dipendenza della quantità di tossina introdotta e dalla sensibilità individuale. Il periodo d’incubazione è breve: da pochi minuti ad alcune ore. Nei casi più gravi si può arrivare allo shock istaminico con ipotensione fino al collasso cardio-circolatorio.
Qual è la terapia da seguire per combattere l’intossicazione? La terapia è essenzialmente sintomatica e prevede l’impiego di anti-istaminici e glucocorticoidi. Nei casi più gravi viene somministrata adrenalina.
Quali alimenti potrebbero contenere istamina? Le famiglie di pesci più a rischio sono: tonno, sgombro, sardina, aringa, spratto, alaccia, cheppia, acciuga e lampuga.
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Foto: Photos.com
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Segnalo quanto segue:
Compro da molto tempo presso un hard discount a diffusione quanto meno locale nella provincia di catania, denominato ARD. Un prodotto similare (se non identico) della soc. DRAGO. Si tratta di buzzonaglia di Tonno venduta in un barattolo di vetro del tutto identico a quello da voi riprodotto, con l’etichetta che differisce apparentemente solo per due particolari. La denominazione “buzzonaglia di” anzicchè “pezzetti di” e il colore dell’onda: Grigia anzicchè Rossa. Credo in fondo che si tratti dello stesso prodotto. Sull’etichetta non è rinvenibile il numero del lotto che probabilmente si poteva leggere su una sorta di sigillo in carta apposto sul tappo metallico che ho strappato quando ho aperto il barattolo. Nel mio caso ho già consumato metà del prodotto senza accusare alcun problema così come non è mai successo nelle consumazioni precedenti.
Che garanzia può costituire il fatto che sia stato scoperto in alcuni lotti, circa la non contaminazione presente o futura degli altri lotti e/o di altri prodotti praticamente identici (si tratta di tonno a pezzetti in entrambi i casi)???!!!
I prodotti sono diversi e il richiamo non riguarda quello che lei ha comprato. Le sue considerazioni sono legittime anche se un’azienda seria ricontrolla e fa analisi anche su altri lotti o prodotti simili e agisce di conseguenza estendendo quando lo titiene il richiamo ad altri lotti contigui o simili. È già avvenuto altre volte in passato.
mio fratello ha comprato il tonno presso il supermercato Iperfamily è ha avuto gravi problemi gastrointestinali, nonchè arrossamento della cute ed intossicazione acuta , il tutto per un barattolo in vetro di tonno della ditta Drago venduta il 20.2.2014 , quando l’allarme era stato già dato , ma il supermercato non ha attivato nessun ritiro della merce
Se il lotto indicato è quello del richiamo, scriva all’azienda inviando foto del prodotto.