Dal 2014 in Italia ristoranti, mense, bar e altri esercizi di ristorazione devono mettere sui tavoli bottiglie di olio extravergine di oliva con il tappo antirabbocco. Questo tappo impedisce il rabbocco con oli diversi da quello indicato in etichetta, e in questo modo tutela i produttori e i consumatori. Fin dal primo momento il nuovo sistema è stato accolto in modo ostile da parte di molti pubblici esercizi e spesso la norma non veniva applicata e il tappo veniva manomesso (leggi articolo sulla manomissione del tappo antirabbocco). Così facendo però, oltre a infrangere la legge, c’è il rischio che la piccola biglia trasparente inserita all’interno del meccanismo finisca nei piatti. Per evitare questo inconveniente, poche settimane fa il direttore generale del Ministero dello sviluppo economico, su richiesta dell’Associazione italiana industrie prodotti alimentari (Aiipa) ha diffuso una lettera che suggerisce di mettere fuorilegge il tappo antirabbocco, suscitando qualche perplessità.
Il commento di Alberto Grimelli, direttore di Teatro Naturale
Lo stesso giorno in cui spuntava l’idea dell’olio extra vergine di oliva Italico (28 giugno 2018) promossa da Coldiretti-Federolio (successivamente smentita dalla prima e confermata dalla seconda), il direttore generale del Ministero dello sviluppo economico verga una lettera (protocollo U0266943-28-6-2018) che suggerisce di mettere fuorilegge il tappo antirabbocco per le bottiglie di olio extravergine di oliva. La nota, inviata al Ministero della Salute e a quello dell’agricoltura, mette sul banco degli imputati il tappo antirabbocco, reo di essere impropriamente utilizzato dai consumatori. La tesi del Ministero dello Sviluppo economico è che le persone potrebbero farsi male tentando di manomettere il tappo per rabboccare la bottiglia.
Tappo antirabocco pericoloso?
Scartata l’idea di una campagna istituzionale di informazione, poiché non “adeguata a risolvere definitivamente la problematica dovuta a un’intrinseca pericolosità dimostrata dal sistema, qualora applicato su confezioni vendute al consumatore”, l’unica possibilità rimane bandire il tappo antirabbocco perché “il verificarsi di numerosi incidenti collegati all’uso di bottiglie con tappo antirabbocco, occorsi presumibilmente anche in presenza di apposite avvertenze, portano a concludere che questa tipologia di tappi non sia sicura per l’uso da parte del consumatore finale, se non nell’ambito dei servizi offerti dalle collettività (ndr leggasi ristorazioni e mense), come previsto dalla legge n. 9/2013.” (ndr. anche al supermercato alcune bottiglie hanno il tappo antirabbocco).
La nota scomoda persino l’articolo 104 del Codice del Consumo che impone ai produttori l’immissione sul mercato di prodotti sicuri. Il direttore generale del Ministero dello sviluppo economico, Stefano Firpo, ritiene opportuno, in attesa di modificare la legge 9/2013 “promuovere un protocollo d’intesa tra Amministrazione e associazioni di produttori e di distributori affinché, a maggior tutela del consumatore, non vengano offerti in vendita allo stesso confezioni di olio recanti il dispositivo antirabbocco”.
Il rischio manomissione
Con questa lettera il direttore Firpo, implicitamente, tratta tutti i consumatori italiani degli incompetenti in grado di utilizzare propriamente la bottiglia d’olio con tappo antirabbocco solo al ristorante e non a casa. Difficile altrimenti spiegare la volontà di non mettere in discussione l’obbligo del tappo antirabbocco nei pubblici esercizi. Il problema però resta, perché se il tappo è pericoloso va vietato comunque e non deve essere utilizzato nemmeno al ristorante. Lo stesso Codice del Consumo dice che il prodotto si considera sicuro, quando in condizioni di uso normale o ragionevolmente prevedibili non presenta alcun rischio oppure presenta unicamente rischi minimi. Manomettere un tappo è considerato quindi dal Ministero dello sviluppo economico una condizione di uso normale o ragionevolmente prevedibile?
Il direttore Firpo, evidentemente, non è stato informato (o frequenta poco i supermercati) che i tappi antirabbocco sono applicati a numerosi prodotti alimentari venduti al consumatore finale, dai superalcolici agli aceti. La differenza è che per questi prodotti cambia il nome, il tappo viene definito dosatore. Mi risulta che esistano dei “simpatici” video su Youtube che mostrano come togliere (cioè manomettere) i tappi dalle bottiglie di note marche di superalcolici, senza che, evidentemente il Ministero dello sviluppo economico si scandalizzi o ne faccia una questione di Stato.
La vertenza sul tappo antirabbocco
La vertenza sulla presunta pericolosità del tappo antirabbocco è stata posta al Ministero delle sviluppo economico dall’Associazione italiana industrie prodotti alimentari (Aiipa), aderente a Confindustria (associazione che si occupa di prodotti vegetali, preparazioni e prodotti alimentari). Aiipa quindi non si occupa dell’industria olearia che è strutturata in una propria associazione aderente a Confindustria (Assitol).
Evidentemente il caso antirabbocco è stato considerato tanto grave dal Ministero dello sviluppo economico da dedicarci “uno specifico incontro e successive interlocuzioni con Aiipa”. Con grave spreco di denaro pubblico e ore di lavoro della pubblica amministrazione, mi permetto di sottolineare, vista la palese irrazionalità e irragionevolezza della questione. Quanto ci possiamo augurare è che, nel più tipico stile italiano, la nota del Ministero dello sviluppo economico resti a prendere polvere in eterno su qualche scrivania.
di Alberto Grimelli, direttore Teatro Naturale.
La risposta di AIIPA
Riguardo l’articolo sul caso dei tappi antirabbocco precisiamo che l’intervento di AIIPA è stato motivato da numerose segnalazioni pervenute alle aziende alimentari da parte dei consumatori, segnalazioni che si sono susseguite dal 2016 ad oggi, per lamentare la presenza di biglie di vetro nei piatti preparati dagli stessi consumatori utilizzando i prodotti dell’industria alimentare come uno o più dei componenti dei suddetti piatti e imputandone erroneamente la responsabilità ai produttori di alimenti.
Esclusa, con assoluta certezza, la possibilità che tali corpi estranei potessero essere in qualche modo riconducibili al processo produttivo dell’industria alimentare, e acquisite le opportune informazioni sulla casistica segnalata, è apparso chiaro e incontrovertibile che la presenza delle biglie era causata da un’inconsapevole manomissione, da parte dei consumatori stessi, dei tappi antirabbocco presenti sulle confezioni di olio di oliva extravergine utilizzate all’atto della preparazione /condimento dei cibi a livello domestico.
Ricordiamo peraltro che l’obbligo del tappo antirabbocco è previsto dalla Legge e dalle successive indicazioni ministeriali, solo per gli oli di oliva extravergini destinati alla ristorazione.
I rischi per i consumatori
Da qui l’inderogabile necessità, da parte nostra, di segnalare il fatto alle Autorità competenti, nella consapevolezza, primariamente, dei rischi per la sicurezza del consumatore, nonché con l’intento di contribuire alla soluzione del caso, attraverso una puntuale descrizione della dinamica del fenomeno, evitando in tal modo spreco di tempo e di risorse da parte della Pubblica Amministrazione nell’acquisizione di utili elementi di informazione.
Riteniamo pertanto corretto il riferimento del Ministero dello Sviluppo economico alle norme del Codice del consumo, considerato che ancora persistono e vengono segnalati casi di presenza di biglie nei piatti preparati da parte degli stessi consumatori e che, il fatto che ciò sia dovuto ad involontarie manomissioni o ad usi impropri all’atto dell’utilizzo dell’olio per condimento, non ne sminuisce la gravità né la potenziale pericolosità.
Ne è testimonianza anche l’articolo apparso qualche tempo fa sulla Vostra rivista, che pubblicava la lettera di una biologa responsabile qualità e igiene di un’azienda di ristorazione collettiva in Toscana.
Ciò premesso, AIIPA ritiene più che mai utile e opportuno, a tutela del consumatore, la presa di posizione del Ministero dello Sviluppo economico e si augura che, attraverso la collaborazione di tutti, Autorità , Associazioni e Organi di informazione, si possa pervenire a una soluzione che prevenga i rischi sopra denunciati nel primario interesse dei consumatori stessi e nella salvaguardia della reputazione dell’industria alimentare.
AIIPA
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Ha ragione AIIPA e il Ministero ho diverse segnalazioni documentate con fotografie sulla presenza delle biglie di vetro in insalate di IV gamma.
Non vedo il problema di togliere le biglie di vetro e trovare altre soluzioni senza inutili polemiche
Sgnor o Dott FIERRO scusi la confidenza ma sono un consumatore e come tale di certo non posso avere la Sua preparazione mi basta semplicemente la logica : mi faccia un esempio di come le biglie possono entrare nelle buste di IV gamma soprattutto se chi le prepara non usa tale prodotto. Quindi come non ha parlato di manomissioni non parli di cose assurde da verificarsi salvo MALAFEDE di una delle parti.
E concludo dicendo che non bastano quattro ruote per dire di avere una macchina !!!!!!!!. Buon Lavoro
La differenza tra manomettere il tappo a casa o al ristorante è che a casa la biglia finisce nel piatto del manomissore, al ristorante nel piatto di un terzo che non c’entra nulla.
Quindi se tu fai qualcosa di illegale è giusto modificare la legge perchè potenzialemente potresti mettere a rischio qualcuno??
Sia alla follia sulla sicurezza alimentare, chi scrive come i signori sopra, si meritano l’olio contraffatto o quello di oliva al posto dell’EVO
Finalmente un commento sensato e che condivido!
Ma forse “i signori sopra” sono i primi a “tentare di rimuovere” il tappo introdurvi oli di bassa qualità… e magari sono ristoratori…
Basterebbe fare come negli USA: obbligo di “warning” in etichetta e chi non la legge: CAVOLI SUOI! (Uomo avvisato…)
Illegale? Il commento mi spiace ma non è assolutamente sensato: a casa mia uso la bottiglia come mi pare e piace, poi – è vero – dovrei mettere quella cautela che a quanto pare non è stata messa, ma dire che è illegale!!!!
Il tappo anti manomissione è stato fatto solo per la ristorazione; vediamo di non dire fesserie, se ora anche entro i confini di casa non posso eliminare la fastidiosissima pallina di vetro che mi rallenta il versamento dell’olio di questo passo non potrò più spogliarmi quando vado a fare la doccia per atti osceni!
Rispondo anche ad altri: il nostro universo è già abbastanza complicato senza dover fare attenzione ad una cosa praticamente invisibile (avete mai provato ad aprire un tappo di questi?) per un’operazione quanto mai banale; il tipo di incidente mette in allerta tutto un sistema e rivela quindi la inadeguatezza della soluzione.
Inoltre se fossi un produttore di olio (e a livello amatoriale lo sono) sarei incavolatissimo con il tappo versatore che, rallentando la fuoriuscita, riduce il consumo da parte del consumatore e quindi il mio fatturato! (e forse questa è la vera ragione per cui cercano di eliminarlo!)
Vorrei aggiungere un’osservazione personale che esula dal contesto tecnico ed entra in un ambito più umano: se non avete pensato di levare la biglia ed aprire il versatore per facilitarvi la vita, be’ forse non meritate la libertà attuale che vi verrà a mancare nel prossimo futuro, così proni ai regolamenti come siete in questo universo così tendente alla regolamentazione passata come sicurezza e volta invece al controllo! Non permettersi la libertà di accelerare il versamento dell’olio vuol dire non sapere risolvere problemi veramente banali! Poi ci sono quelli che non vedono la biglia di vetro ma quella è veramente invisibile!
La prossima mossa che mi aspetto, a tutela del consumatore, è mettere fuori legge non solo i tappi delle bottiglie di olio, ma le stesse bottiglie in vetro, che se dovessero rompersi, o venissero usate impropriamente, potrebbero causare gravi danni. Ma questo ovviamente solo in casa, non certo in ristorante. Segnalerei anche il divieto d’uso di forchette e coltelli nelle abitazioni domestiche, in quanto potenzialmente pericolose per gli utilizzatori e per le persone che stanno loro vicine (statisticamente succedono senz’altro molti più incidenti in cucina con i coltelli, che con le biglie delle bottiglie di olio). Suggerirei anche di bandire i piani di cottura sia a gas che elettrici, nonché le pericolosissime prese di corrente. Così per mangiare andremo tutti al ristorante, visto che è più sicuro….
Accetto la critica divertenete e spiritosa soprattutto da chi non è addetto ai lavori. Ormai sui social sono tutti esperti e bisogna conviverci.
Ribadisco che il problema esiste e non ho parlato di manomisssioni. Ho parlato di diversi casi DOCUMENTATI di reclami sul prodotto per ritrovamento di biglie di vetro.
Dopo aver ribaltato tutto lo stabilimento diverse volte senza trovare traccia di cuscinetti o biglie di vetro ci siamo posti il problema da dove potessero arrivare.
Per i non addetti ai lavori di cui i vari commenti sopra, specifico, che quando arriva una segnalazione in stabilimento di questo genere l’allerta è massima così come la gravità.
Il rischio è serio soprattutto se il fenomeno e ripetitivo.
I corpi estranei di piccole dimensioni e facilmente confondibili possono creare danni al consumatore.
Per quanto riguarda il discorso dell’olio contraffato ho anche scritto che si potrebbero studiare “altre soluzioni” diverse dalla biglia di vetro
Come scrivevamo lo scorso anno, ci sono aziende che commercializzano tappi antirabbocco privi di questa criticità: https://ilfattoalimentare.it/tappo-anti-rabbocco-olio-pericolo.html
Ma, intanto che il problema venga risolto in maniera definitiva con sistemi tecnologicamente più avanzati, non aghi possono ideare biglie colorate, ad es. di rosso, per renderle visibili in caso di malaugurato incidente?
Se il rabbocco è vietato, per quale motivo si dovrebbero rimuovere i tappi anti rabbocco? A me sembra che si vuole avere la moglie ubriaca e la botte piena, ossia vietare per legge il rabbocco, per poi trovare un tappo che consenta di rabboccare con la scusa della altrui incolumità. Le solite leggi all’italiana.
Non avevo nessunissima intenzione di commentare,ma, leggendo alcuni commenti così banali ho purtroppo ceduto alla tentazione. Ho 66 anni e ricordo di che quando ne avevo 6-7 si andava nelle discariche per trovare le bottiglie di liquore che contenevano le palline di vetro peraltro alcune anche coorate per giocare nella sabbia. Era quasi impossibile estrarre se non avevi una lama per tagliare il guscio di plastica che le conteneva.
Comunque avanti cosi con il refill probabilment con “l’italico” quado sara’ disponibile