Spagna, otto milioni di euro da Coca-Cola a organizzazioni mediche e scientifiche. Articoli sull’obesità allineati con le strategie di marketing
Spagna, otto milioni di euro da Coca-Cola a organizzazioni mediche e scientifiche. Articoli sull’obesità allineati con le strategie di marketing
Beniamino Bonardi 13 Settembre 2018Coca-Cola ha versato otto milioni di euro, tra il 2010 e il 2017, a decine di organizzazioni mediche e scientifiche spagnole e una ricerca accusa la compagnia di finanziare studi che servono i suoi interessi commerciali. Lo scrive il quotidiano El Pais, sulla base dei dati della stessa società, da cui risultano finanziamenti alla Fundación Iberoamericana de Nutrición (835 mila euro), alla Fundación Española Del Corazón (640 mila euro) e alla Fundación Española de Nutrición (567 mila euro). Nella lista compare anche la Fundación SHE (Scienza, Salute ed Educazione), che ha ricevuto 363 mila euro ed è presieduta da un prestigioso cardiologo, Valentín Fuster.
Intanto, una nuova ricerca appena pubblicata dalla rivista della European Public Health Association, sostiene che gli studi scientifici finanziati dalla Coca-Cola “servono i suoi interessi commerciali e, in molti casi, sono in contrasto con gli sforzi per migliorare la salute del popolazione”. Lo studio calcola in 74 le organizzazioni operanti nel campo della salute che hanno ricevuto finanziamenti da Coca-Cola tra il 2010 e il 2016. Le organizzazioni dedicate a nutrizione e cardiologia sono quelle che hanno ricevuto il maggior sostegno finanziario. I ricercatori hanno individuato 20 articoli derivati da due progetti di ricerca, 14 dei quali sono allineati con le strategie di marketing utilizzate da Coca-Cola, ad esempio concentrandosi sull’inattività fisica come causa principale dell’obesità.
L’epidemiologo Carlos Alberto González, dell’Istituto Catalano di Oncologia, autore della ricerca insieme a Juan Pablo Rey, dell’Università di Sydney, osserva che “nessuno immagina un congresso della Società spagnola di Oncologia medica finanziato da Philip Morris”. Eppure “questo sta accadendo nel campo della nutrizione” ma “non c’è consapevolezza che sia uno scandalo”.
El Pais scrive che fonti di Coca-Cola affermano come “in tutte le collaborazioni l’indipendenza delle società scientifiche e delle università è totalmente garantita” e che dal 2016 queste sponsorizzazioni sono dichiarate annualmente “in un esercizio di trasparenza”.
Questo “esercizio di trasparenza” è iniziato dopo lo scandalo scoppiato nell’agosto 2015 negli Stati Uniti, in seguito a un articolo del New York Times che aveva svelato come, nel 2014, Coca-Cola avesse finanziato occultamente, con 1,5 milioni di dollari, il Global Energy Balance Network, un’organizzazione no profit molto popolare negli Stati Uniti, il cui vice-presidente, Steven N. Blair, era finito sotto accusa per un video in cui invitava a concentrarsi solo sull’attività fisica, negando l’importanza della dieta per combattere l’obesità. Due mesi dopo, Coca-Cola pubblicò l’elenco dei destinatari di circa 120 milioni di dollari di finanziamenti concessi dalla compagnia a varie organizzazioni mediche e del campo sociale statunitensi dal 2010.
Nel giugno 2016, Coca-Cola ha pubblicato anche l’elenco riguardante l’Italia, da cui risultava che nei cinque anni precedenti erano stati spesi 4,7 milioni di euro per finanziare progetti e ricerche scientifiche “a supporto della salute e del benessere” e per “svolgere un ruolo attivo nell’affrontare il problema dell’obesità”.
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[sostieni]
Si chiama conflitto d’interessi. Non tanto per Coca Cola che fa bene il mestiere di vendere, ma per tutti coloro che ricevono sovvenzioni e sponsorizzazioni, solo apparentemente trasparenti e disinteressante.
Perché chi critica e condanna apertamente chi lo sostiene?
Non so se non abbia ragione la Coca-Cola a sponsorizzare studi che rivelino che NON “fare un cavolo” e starsene davanti ad uno schermo (come sto facendo anche io in questo momento e tu che stai leggendo) non sia realmente la prima causa di obesità. C’è un vostro articolo recente (30 agosto 2018) in cui compare una fotografia del 1976 di una spiaggia UK, Brighton in cui compaiono persone molto longilinee: dagli studi statistici fatti la differenza di calorie tra quel tempo e oggi non è molta; l’articolo conclude ritenendo la qualità delle calorie diversa, io sono concorde a ritenere che probabilmente in misura maggiore le poche calorie consumate siano la vera causa dell’obesità.
Non riesco a capire perché una società come la Coca-Cola non abbia il diritto di difesa, che mi pare che sia sancito dappertutto salvo che nel mondo scientifico purista?
Dovrebbe farlo in modo aperto – è vero – ma forse le strategie marketing le hanno consigliato così.
Non amo per nulla la Coca Cola ma nemmeno il forcaiolismo. Ritengo che certi studi siano viziati già dall’inizio perché non prendono in considerazione tutto il sistema, ma solo l’area in cui muoversi per dimostrare una tesi viziata da un preconcetto.