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Nel 2013  le notifiche del Rasff che hanno riguardato l’alimentazione sono state 2.649

Il rapporto 2013 sulla sicurezza alimentare del Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sarà ricordato per la contaminazione da epatite A dei frutti di bosco congelati e per la presenza di carne di cavallo non dichiarata in etichetta in numerosi piatti pronti. Questi due episodi sono però una minima parte delle 3.136 notifiche registrate (*leggi nota a pag.2 sulle diverse tipologie), con una diminuzione del 8.7% rispetto al precedente anno.

In particolare stiamo parlando di 2.649 notifiche hanno riguardato l’alimentazione umana (erano 2.820 lo scorso anno), 262 i mangimi per animali (325 nel 2012) e ben 225 i casi di materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti.

 

In Italia dopo lo scandalo della carne di cavallo (presenza di DNA equino non dichiarato in etichetta), c’è stata un’intensificazione dell’attività di vigilanza sulle carni di equini di provenienza nazionale ed estera. Con l’avvio dei controlli effettuati attraverso il RASFF vi sono state 87 notifiche per presenza di carne equina, solo nove però hanno riguardato prodotti made in Italy, commercializzati solamente nel nostro paese (paste farcite, sughi e macinati di carne).

 

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L’incremento dei casi di epatite A è stato causato dalla contaminazione dei frutti di bosco surgelati

Un altro allarme rilevato a partire dal gennaio 2013, ha riguardato il notevole incremento dei casi di epatite A, rispetto agli anni precedenti. Dopo alcune ricerche la responsabilità è stata attribuita ai frutti di bosco congelati. Per far fronte all’emergenza il Ministero della salute ha attivato una task force composta da esperti dello stesso Ministero, dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna (IZSLERL). I lavori però sono ancora in corso visto che il problema permane.

 

Leggendo il rapporto l’Italia risulta il primo Paese membro per numero di segnalazioni inviate alla Commissione europea, dimostrando, come negli anni passati, un’intensa attività di controllo sul territorio nazionale, con un totale di 534 notifiche (pari al 17%). Dopo l’Italia nella classifica troviamo il Regno Unito (332) e la Germania (330), seguite da Paesi Bassi, Francia, Spagna, Belgio e Polonia.

 

Per quanto riguarda la provenienza dei prodotti irregolari, l’Italia il quarto Paese Comunitario con 97 notifiche ricevute, dopo Spagna, Polonia e Francia. Poco più della metà delle segnalazioni sono state trasmesse da altri Stati Membri, mentre le restanti sono pervenute attraverso la vigilanza nazionale. Considerando anche i Paesi terzi, la Cina ha ricevuto il maggior numero di notifiche per prodotti non regolari (446), seguita da India e Turchia, rispettivamente con 250 e 218 segnalazioni, mentre l’Italia è ottava.