Piantina che cresce tra le crepe nella terra secca per la siccità

L’emergenza siccità è una tematica, in aumento e non risolta, che fa ancora discutere. La giornata mondiale dell’acqua ci ha ricordato che bisogna accelerare gli interventi per far fronte alla diminuzione, sempre maggiore, delle risorse idriche. Il tema del World Water Day dello scorso 22 marzo è stato “Accelerare il cambiamento per risolvere la crisi idrica e sanitaria”. E in tale occasione si sono fatte sentire anche  Greenpeace e Legambiente.

Legambiente ha presenta il dossier Accelerare il cambiamento: la sfida dell’acqua passa dalle città  chiedendo al governo una strategia idrica nazionale. Stimando in 22 i miliardi di metri cubi all’anno il potenziale che avrebbero la raccolta delle acque meteoriche in ambiente urbano e il riutilizzo di acque reflue per l’agricoltura, il direttore generale dell’associazione, Giorgio Zampetti, chiede al Governo una strategia idrica nazionale che preveda interventi di breve, medio e lungo periodo. “Non solo ambiente urbano ma altre azioni necessarie per tutelare e preservare i corpi idrici tra cui: definire un piano di razionamento dell’acqua per agricoltura, usi civili e industriali (per una tempestiva riduzione dei prelievi) e riduzione dei consumi con attività agricole meno idroesigenti e rivedendo i sistemi di irrigazione,” spiega Zampetti.

Per combattere la siccità è necessario convertirsi a colture meno idroesigenti e rivedere i sistemi di irrigazione dei campi

Greenpeace si fa avanti con otto proposte focalizzandosi su energia, suolo, agricoltura e rete idrica. Le soluzioni istituzionali (e non) sembrano ruotare intorno all’ipotetica costruzione di nuovi invasi e bacini artificiali nonostante le possibili minori precipitazioni future e l’aumento dell’evapotraspirazione a causa del riscaldamento globale. Greenpeace invita il Governo a pianificare con attenzione un tale intervento, poiché si rischia di far nascere opere grandiose, ma inefficaci: “Un piano per la costruzione di nuovi invasi – precisa l’associazione ambientalista – non può prescindere dall’analisi dei trend di riempimento di quelli già esistenti e da proiezioni future che permettano di pianificarne correttamente il numero, la tipologia e la localizzazione. Da valutare con attenzione anche le implicazioni ambientali e come questi nuovi invasi possano addirittura avere un impatto negativo sulla resilienza idrica dei territori. Canalizzazioni forzate e cementificazione hanno infatti ridotto le aree naturali in grado di ‘assorbire’ l’acqua in eccesso durante gli eventi climatici estremi, impoverendo i corsi d’acqua e le falde, che rimangono sempre gli ‘invasi’ migliori per immagazzinare le risorse idriche, più efficienti di qualsiasi infrastruttura”.

La siccità dell’ultimo biennio sta avendo un impatto più importante rispetto quelle degli ultimi 20 anni: sta cambiando la frequenza e l’intensità dei fenomeni atmosferici con l’aggiunta della sovrapposizione di eventi estremi come nubifragi e ondate di calore, come fa notare Ramona Magno, coordinatrice scientifica dell’osservatorio Siccità del CNR-IBE. In Italia l’impatto sulla natura è elevato: fiumi in secca, laghi ai minimi storici, scarsissima quantità di neve.

Da Nord a Sud si rilevano danni a livello dell’agricoltura. In pianura padana colpite le coltivazioni di mais e le risaie in parte sostituite dai seminativi invernali, in Sicilia si inizia a investire in manghi e banane. Scarsissime le precipitazioni nel Nord-Ovest con punte elevate di caldo e scarsità di neve; tutto il distretto del Po da mesi in stato di severità idrica media, il Lago Maggiore e il Lago di Como si stanno ritirando e anche i principali bacini artificiali del bacino padano mostrano un livello di riempimento pari a un quinto del volume totale.

specchio d'acqua o fiume asciutto con terreno secco per la siccità
Tutto il distretto del Po è da mesi in stato di severità idrica media, mentre il Lago Maggiore e il Lago di Como si stanno ritirando

Diverse le cause dello spreco di acqua: l’agricoltura assorbe circa la metà dell’acqua dolce utilizzata in Italia ogni anno, i sistemi intensivi impoveriscono il terreno e riducono la capacità di trattenere l’umidità, e i livelli elevati di produzione e consumo di alimenti di origine animale mettono sotto pressione le riserve idriche. La coltivazione del mais è la seconda in Italia per volumi di acqua utilizzati e, per lo più, viene assorbito dalla filiera dei mangimi. L’emergenza è anche strutturale per le grandi quantità di acqua disperse attraverso la rete idrica che richiede interventi di ristrutturazione e di messa in sicurezza idrogeologica.

È sicuramente importante sensibilizzare il singolo consumatore verso un uso responsabile, non solo dell’acqua. Ma quanto impatta realmente il consumo diretto di acqua del cittadino in proporzione all’utilizzo dell’industria, nei sistemi di produzione intensivi e per l’innevamento artificiale.

L’impronta idrica ci dice quale e quanta è ‘l’acqua nascosta’, quella necessaria per produrre beni e servizi e il cibo che consumiamo: solo l’industria tessile consuma 93 miliardi di metri cubi di acqua all’anno. L’agricoltura rappresenta l’85% dell’impronta idrica nazionale, che comprende l’uso per colture destinate all’alimentazione umana e al mangime per il bestiame (75%)  per pascolo e allevamento (10%). Il restante 15% dell’impronta idrica è suddiviso tra produzione industriale (8%) e uso domestico (7%). Numeri elevati che possono aiutare a indirizzare meglio gli interventi.

Non dimentichiamo però che c’è  pure un’emergenza umanitaria. Ad oggi sono 2 miliardi le persone nel mondo che non hanno accesso ad acqua potabile sicura, numeri da non sottovalutare considerando che l’acqua è un bene primario e fondamentale per la sopravvivenza.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, AdobeStock

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Gina
Gina
18 Aprile 2023 17:40

In questi giorni al sud ha piovuto moltissimo e cio ha creato molti danni …Nel mio piccolo ho lasciato due grandi bacinelle sul mio terrazzo sotto la pioggia.Quando si sono riempite di acqua piovana ,ho utilizzato quell’ acqua raccolta con la pioggia x innaffiare le mie piante nei giorni successivi…!!!

Massimo Perego
Massimo Perego
2 Maggio 2023 14:22

Da decenni le condutture dell’acqua perdono in alcune regioni fino al 60% ma lo Stato o le Regioni non hanno mai investito un ghello per la loro sitemazione, anzi hanno dato l’acqua in appalto a privati che ne hanno solo aumentato il prezzo ma senza interventi.
Da alcuni anni poi i consorzi sciistici nonfanno altro che scavare invasi per raccogliere l’acqua da trasformare in neve d’inverno col risultato di msgnifiche piste, spesso ghiacciate, contornate da prati più o meno gialli per la siccità.
Ecc, ecc.
Nessun governo o regione fa investimenti sul lungo periodo!!! Ma tra un po’ chiederanno ai privati di rezionare l’acqua, anzi ce la razioneranno direttamente!!!

Stenella
Stenella
Reply to  Massimo Perego
4 Maggio 2023 20:49

Concordo pienamente.
Continuano a ripetere di chiudere l’acqua mentre ci si lava i denti, come se questo avesse chissà quale impatto, ma non dicono mai di ridurre il consumo di prodotti animali, quando ormai è assodato che carni e latticini, prodotti in allevamenti intensivi, sono causa di grandissimi consumi…