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I Nas hanno sequestrato 6.000 scatolette di sgombri con anisakis. Nessun problema per la salute

I carabinieri dei Nas di Salerno in seguito alla segnalazione di un cittadino hanno sequestrato oltre 6.000 scatolette di sgombro al naturale intero importate dal Marocco, per la presenza di larve di un parassita (presumibilmente anisakis). Poco dopo gli accertamenti in Campania, i Nas di Genova si sono recati presso la società importatrice di Genova e hanno posto sotto sequestro altre 74 mila confezioni da 425g, inviando alcuni campioni in laboratorio per identificare il tipo di parassita.

Secondo quanto riferito nel sito del Ministero della salute oltre 165.000 confezioni dello stesso lotto sono state distribuite e vendute in vari supermercati al costo di circa 2 euro.

 

La notizia rilanciata da decine di siti, oltre a radio, tv e giornali è però scorretta, perché l’eventuale presenza di anisakis non comporta alcun pericolo per la salute. Se il problema riguarda solo le larve (come scrivono i Nas) non c’è motivo di allarmarsi, in quanto le lattine di metallo sono sterilizzate in autoclave per 90 minuti a 119°C, e in queste condizioni il parassita muore e non può nuocere alla salute.

 

Le persone che hanno consumato il pesce non devono preoccuparsi. Ciò non toglie che le confezioni debbano essere comunque ritirate dal mercato perché la presenza delle larve si può configurare come corpo estraneo.

 

Sgombri naturale ocean
L’importatore ha proceduto immediatamente al ritiro dal mercato del prodotto

L’importatore ha proceduto immediatamente al ritiro dal mercato del prodotto  informando i supermercati e i punti vendita. L’azienda ha confermato a Il Fatto Alimentare che si tratta di due marche, Ocean e Primier, di sgombro in lattina al naturale, intero con pelle e spine (comunemente chiamato Mackerel).

Le confezioni sono da 425 g e i lotti interessati sono per Ocean: L 25052012 – L 077U – L 099U – L 100U; per Primier: L 093U- L 100U,  L 101U. La scadenza è 31/12/2016.  Il problema quindi riguarda solo questi lotti, mentre le altre scatolette di sgombro al naturale della stessa marca si possono consumare.

I supermercati che hanno ritirato le confezioni dagli scaffali,  dovrebbero avere esposto anche un cartello dove si invita  la clientela a restituire il prodotto per il rimborso o la sostituzione.  Avete visto qualche cartello in giro?  Fatecelo sapere.

 

Roberto La Pira

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Foto: Photos.com

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Luca Bucchini
Luca Bucchini
25 Ottobre 2013 17:26

Credo che sia opportuno domandarsi se l’informazione sui successi delle forze dell’ordine in campo alimentaree, anche in termini quantitativi (confezioni sequestrate, ecc), possa essere comunicata in una forma che non generi preoccupazioni ingiustificate ai consumatori e su specifiche aziende.

E’una riflessione ormai matura, e gli addetti stampa dovrebbero aprirsi ad un confronto più ampio,considerando che l’eco suscitato non deve essere l’unico metro di giudizio del successo.

tiz
tiz
28 Ottobre 2013 18:06

secondo me invece non si fa mai abbastanza per pubblicizzare queste notizie!altro che allarmismo!!!

a proposito di questo prodotto…al punto vendita vicino casa mia non mi sembra di aver visto nessuna informativa.

minerva
minerva
30 Ottobre 2013 09:58

i cartelli vengono messi in rarissimi casi, la giustificazione ufficiale è che non vogliono creare allarme tra i clienti
Quella vera è che lo fanno per motivi di interesse

Alessandro
Alessandro
Reply to  minerva
30 Ottobre 2013 13:00

L’allerta scatta nel momento in cui c’è rischio per la salute. Se il rischio per la salute non c’è, come leggo, allora l’allerta non scatta. Bisognerebbe intanto fare chiarezza sul fatto che il rischio per la salute ci sia o non ci sia.
A chi dice che il non comunicare sia una questione di interesse chiedo: dove sta l’interesse? Se si parla della private label lo posso capire, ma negli altri casi, dove sta l’interesse?

dd
dd
31 Ottobre 2013 20:29

Ma…se non c’è rischio per la salute..perchè vengono ritirate le scatolette??? Non è che siccome il sequestro l’hanno fatto i NAS sara’ un’altra barzelletta sui carabinieri

Alessandro
Alessandro
Reply to  Roberto La Pira
1 Novembre 2013 13:09

L’allerta, con il conseguente ritiro/richiamo del prodotto se non c’è un rischio per la salute è improprio. Certo che le larve morte sono un buon motivo per ritirare il prodotto, ma le questione è che non si deve trattare come un’allerta una cosa che non ha i requisiti per esserlo…
Visto che nel recente passato la stessa cosa è accaduta con la carne di cavallo….errare è umano…perseverare è…demagogico! (non mi riferisco al Fatto Alimentare ovviamente…)

Alessandro
Alessandro
1 Novembre 2013 22:49

In linea di massima sono d’accordo. Ma purtroppo sono le istituzioni e i mass media (il Ministero, le associazioni di consumatori, i giornalisti/giornalai, i finti esperti) stessi quelli che marciano sulle “false” allerte. Quando si mettono alla gogna mediatica le aziende, quando si crea allarmismo ingiustificato, quando si plagia il consumatore pungendolo dove è giustamente più sensibile(la sicurezza alimentare) poi non ci si può stupire se un’azienda ha paura a comunicare più dello stretto indispensabile previsto dalla legge. Quello che dovrebbe essere giustamente un servizio e una forma di rispetto verso il consumatore si trasforma in un boomerang letale.

costante
costante
3 Novembre 2013 12:55

Ritorniamo al solito problema: finche’ i “giornalisti/giornalai” non si convinceranno esplicitandolo, che un ritiro di prodotto e’ un chiaro indice di serieta’ delle aziende, non ne verremo fuori, e tu Roberto, dovresti farti portatore in ambito giornalistico di questa esigenza.

Nicolò
Nicolò
5 Novembre 2013 15:06

niente allarmismi ? Mi facciano il piacere!! La presenza delle larve indica che non erano stati trattati correttamente al momento della pesca! le larve migrano dalle interiora alla carne del pesce in poche ore ed è proprio per questo che vanno puliti e congelati appena pescati!
Aprite la scatola, lasciatela aperta 24h (in frigo) e mangiatele voi che dite che non c’è alcun pericolo…

Nicolò
Nicolò
Reply to  Roberto La Pira
5 Novembre 2013 19:29

@Roberto fate un ottimo lavoro su questo sito ma perché prendersi la responsabilità di dichiarare:
“Le persone che hanno consumato il pesce non devono preoccuparsi”?
Come fate a sapere con certezza che non ci sia qualcuno che abbia consumato tali scatole in due/tre volte, conservandole in frigo, a lasciare che eventuali uova presenti abbiano prodotto nuove larve?… nessuna critica a voi, ci mancherebbe, soltanto una precisazione che tenevo a scrivere.

gerardo
gerardo
8 Novembre 2013 18:39

salve a tutti,mi sto occupando personalmente del richiamo dello sgombro nell attivita’ in cui lavoro e posso dire dopo alcuni anni di esperienza in ufficio qualita’ che in tutta la procedura di richiamo e ritiro vi sono molte lacune e ve le elenco:
la pubblicazione di cartelli informativi ai clienti si limita solo alle attivita’ di distribuzione all’ ingrosso, come nel mio caso, mentre i negozianti da noi informati non hanno la consuetudine di informare a loro volta i propri clienti che sono i veri consumatori finali; questo forse perche’ non c’e’ un controllo serio da parte degli organi competenti

inoltre i fornitori spesso, come in questo caso specifico, nelle notifiche a noi inviate sorvolano le cause del ritiro recitando ‘ per presunta non conformita’ ‘ senza illustrarci nei dettagli cosa davvero sia accaduto. e rritengo che , anche se la contaminazione riguarda una singola scatola in tutto ilmondo e’ giusto che si sappia da partedei consumatori l’inconveniente che ha procurato l’ allerta; la salute di tutti deve essere tutelata e se impariamo l’importanzadi una giusta informazione anche a discapito del commercio in tuttala filiera, allora si che eviteremo inconvenienti. questo dimostra chetanti problmi in Italia sono figli della stessa genitrice: la mala informazione che accompagna poteri e malaffare

gerardo