A distanza di 300 giorni dalla richiesta del Fatto Alimentare all’Antitrust di censurare gli spot pubblicitari dell’acqua minerale San Benedetto dove compare la scritta ‘Ecogreen CO2 impatto ZERO’ e anche la commercializzazione delle bottiglie con la medesima scritta sull’etichetta, l’azienda “ha modificato la propria comunicazione commerciale” relativa a “etichette/packaging/sito web/spot, tra l’altro, eliminando del tutto la dicitura “CO2 IMPATTO ZERO”. San Benedetto ha anche modificato “i claim che erano ad esso associati” e il sito YouTube.
Stop agli spot
“L’azienda – precisa l’Antitrust – ha rimosso i profili di possibile scorrettezza di asserzioni e vanti ambientali – i cosiddetti green claim – utilizzati per promuovere e commercializzare i prodotti della linea Ecogreen. In particolare, sulle etichette delle bottiglie della linea Ecogreen, nel sito internet www.sanbenedetto.it e in alcuni spot/video promozionali presenti sia nel sito sia nel canale YouTube, venivano diffuse asserzioni ambientali secondo cui la produzione delle bottiglie di acqua minerale non comportava emissioni di gas serra o addirittura aveva un impatto positivo sull’ambiente.”

La sparizione dello spot e il cambiamento delle etichette sono frutto di un concordato fra Antitrust e l’azienda (tecnicamente denominato moral suasion), ovvero un protocollo che non comporta l’accertamento della scorrettezza della condotta oggetto della procedura medesima.
Greenwashing
La metodologia di valutazione utilizzata da chi effettua asserzioni ambientali deve essere trasparente documentata perché chi acquista i prodotti deve essere rassicurato dalla validità di tali asserzioni. Il concetto viene ribadito anche dalla direttiva europea sul greenwashing che l’Italia deve ancora recepire. In ogni caso lo spot è cambiato e anche l’etichetta perché la dicitura ‘Impatto zero’ riportata in etichetta e nello spot tv dell’acqua minerale San Benedetto è una terminologia scorretta riferita alla bottiglia di acqua minerale perché tutte le attività produttive comportano un impatto.

Lo Iap non è d’accordo!
Il Fatto Alimentare ha chiesto l’anno scorso al Comitato di controllo dell’istituto di Autodisciplina Pubblicitaria di censurare lo stesso spot e anche la modifica delle etichette, ma l’Istituto non ha ritenuto valide le nostre argomentazioni.
La decisione dell’Antitrust è molto importante ma c’è una criticità. San Benedetto in questi anni ha convinto attraverso massicce campagne pubblicitarie e le diciture sulle etichette milioni di consumatori che la sua acqua minerale risultava più ecologica di altre.
Questo comportamento di acquisto è molto difficile da modificare perché solo un ristretto numero di consumatori leggerà la notizia del cambio d’etichetta e dell’interruzione degli spot. Le decisioni dell’Antitrust dovrebbero essere rilanciate a spese dell’azienda sui media attraverso spot e annunci sui siti e i giornali.
© Riproduzione riservata Foto: spot San Benedetto, Il Fatto Alimentare

Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24



Ottimo risultato! Sarebbe perfetto se gli fosse imposto di togliere anche ecogreen.
C’è solo da tornare alle bottiglie di vetro dentro gli sportini da 6 in fil di ferro di un tempo. Allora forse potranno tornare a mettere tutte le etichette che vorranno.
Buongiorno, sono d’accordo sul fatto che ci dovrebbe essere una campagna pubblicitaria altrettanto incisiva nel ribadire da parte di San Benedetto che NON SONO A IMPATTO ZERO.
Sì, queste bottiglie – anche solo per il trasporto su gomma con motori diesel da amene località di montagna – non sono sostenibili
Amene località di montagna? L’acqua SB viene prelevata da falde di pianura padano-veneta.
Esprimo le mie congratulazioni per la vostra denuncia sull’ acqua minerale San Benedetto e sono pienamente d’accordo con le vostre considerazioni sul comportamento anomalo dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria.
Una domanda: esiste una legge che sanziona chi fa propaganda (in questo caso la nota ballerina) a prodotti con pubblicità ingannevole?
Esistono solo le sentenze dell’Antitrust che spesso prevedono sanzioni economiche e gli accordi di moral suasion senza sanzioni. Lo Iap non emette sanzioni economiche
La pubblicità ingannevole dovrebbe essere sanzionata dall’AGCM.
D’accordo l’antitrust deve rilanciare sui siti stessi dove presente la San Benedetto la decisione che sbugiarda l’inganno ricevuto dai consumatori.
E perseverano, prima pubblicità ingannevoli, adesso la sfacciataggine del net zero, cioè CO2 impatto zero.
Rimane comunque il problema del contenuto ingannevole nel messaggio salutistico. Per inciso, ho visto che lo spot di acqua Uliveto è totalmente cambiato ed è senza star dello sport e dello spettacolo. Complimenti comunque per il risultato circa la vicenda San Benedetto. a testimoniare che bisogna sempre vigilare e saper reagire, che è ruolo fondamentale di chi opera nell’Informazione.
Suppongo nc’entri anche il fatto che la Direttiva (UE) 2024/825 vieta di “asserire, sulla base della compensazione delle emissioni di gas a effetto serra, che un prodotto ha un impatto neutro, ridotto o positivo sull’ambiente in termini di emissioni di gas a effetto serra”. Ancora deve essere ratificata dall’Italia (c’è tempo fino al 27 marzo 2026), ma sarebbe saggio per le aziende adeguarsi da subito (invece di fare piagnistei e chiedere proroghe dopo)
Tanta stima per il vostro lavoro.