Sale iodato, crescono i consumi degli italiani e calano i casi di carenza. Eradicato il gozzo infantile in quattro regioni. I dati dell’Osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodoprofilassi
Sale iodato, crescono i consumi degli italiani e calano i casi di carenza. Eradicato il gozzo infantile in quattro regioni. I dati dell’Osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodoprofilassi
Giulia Crepaldi 10 Maggio 2017Gli italiani mangiano ancora troppo sale – circa il doppio rispetto alle raccomandazioni dell’Oms-, ma preferiscono quello iodato. Lo dicono i dati diffusi dall’Osservatorio nazionale per il monitoraggio della iodoprofilassi in Italia (Osnami) dell’Istituto superiore di sanità durante un convegno, dove è stato presentato anche un documento di consenso sul consumo di sale, promosso dal Ministero della salute e firmato da 13 associazioni scientifiche.
Con il programma di iodoprofilassi, introdotto nel 2005, si è registrata una decisa diminuzione della carenza di iodio nella popolazione. Lo dimostrano le vendite di sale iodato, che quest’anno hanno raggiunto il 60% del totale. Una quota di mercato doppia rispetto a quella che si registrava prima dell’avvio del programma. Ma si può fare di meglio: le raccomandazioni dell’Oms parlano di percentuali di vendita dell’80-85% per poter parlare di un successo.
E mentre le vendite di sale iodato crescono, calano i casi di carenza da iodio in età scolare riportati dagli Osservatori regionali per la prevenzione del gozzo. Un’indagine svolta nel biennio 2015-2016 su 2.500 bambini ha rilevato come i livelli di iodio assunti in Liguria, Toscana, Marche, Lazio e Sicilia siano sufficienti a mantenere uno stato di buona salute. Parallelamente, in queste regioni, a eccezione delle Marche, per la prima volta il gozzo non è più considerato una malattia endemica (frequenza inferiore al 5% della popolazione).
In tutte le altre regioni i livelli di iodio nella dieta non hanno ancora raggiunto la sufficienza. La carenza, anche lieve e in particolar modo se si verifica durante l’infanzia o la gravidanza, può interferire con lo sviluppo del cervello durante la crescita e con l’equilibrio metabolico in età adulta. Ciò accade per il ruolo importante del minerale nel funzionamento degli ormoni tiroidei.
Insomma, per prevenire le conseguenze negative della carenza da iodio e quelle altrettanto nefaste dell’eccesso di sodio, come ipertensione e malattie cardiovascolari, la strada da percorre è una sola: mangiare poco sale, ma che sia iodato.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
ma ha senso il consumo di sale di salgemma iodato? il sale marino integrale ha gia’ lo iodio naturale perche’ preferire prodotti con aggiunta? peraltro estratto chimicamete, non sarebbe buona cosa in primis promuovere l’uso moderato di sale marino integrale?
il sale marino integrale ha pochissimo iodio, insufficiente al fabbisogno giornaliero! ed inoltre essendo ricco di elementi (i famosi 84) espone all’assunzione ingiustificata anche di metalli pesanti come cadmio, nichel, rame, mercurio, piombo, arsenico che ovviamente fanno parte degli 84 “magici elementi” in quantità per nulla trascurabili.
http://www.iss.it/binary/osna/cont/brocure_ultima.pdf
aggiunto al puntuale intervento di Ale che non esiste uno iodio “naturale” ed uno “artificiale”. Ovviamente ciò vale tanto per lo iodio quanto per qualsiasi altro elemento chimico.
Un aumento del consumo di iodio ha portato anche come multifattore all’incremento delle tiroiditi di Hashimoto.
Ciao Serenella, sai dove prendere i dati sulle malattie alla tiroide..anche io penso che l’aumento di consumo di sale iodato possa influenzare lnegativamente ‘ipertiroidismo. Il consumo è aumentato perchè negli scaffali dei supermercati ormai sono esposti solo quelli odati , mentre il sale normale è nascosto (dato che costa meno)!
Qui c’è un articolo sull’argomento: http://www.ilfattoalimentare.it/sale-iodato-tiroide.html
Giusto. Anni fa usavo il sale iodato, poi sono risultato ipertiroideo. Sono convinto che il sale iodato abbia quanto meno contribuito al problema. Suggerirei di non prendere il sale iodato alla cieca e di fare gli esami del sangue prima di iniziare ad assumerlo.
Mi chiedo anche se l’Italia e la Grande Distribuzione ha necessita’ di importare e di acquistare quella marea di sale tunisino ?? tutto il famoso marchio Gemma presente nella Grande Distribuzione e’ solamente sale tunisino .
Visto che non nevica e ghiaccia seriamente , da anni le produzioni italiane di Margherita di Savoia , Trapani e Sardegna per quanto riguarda il sale marino e quelle di miniera Siciliane non bastano ??