Stop ai finti sacchetti di plastica biodegradabile. Anche l’Europa sceglie di seguire la strada italiana. In azione anche i “detective” di Legambiente
Stop ai finti sacchetti di plastica biodegradabile. Anche l’Europa sceglie di seguire la strada italiana. In azione anche i “detective” di Legambiente
Luca Foltran 1 Dicembre 2014Alla luce di questa situazione per contrastare le frodi e i raggiri, si moltiplicano le iniziative destinate ad informare cittadini e commercianti sul corretto impiego dei l’impiego di sacchetti in plastica. A Milano, citta dove la shopper monouso è stata sostituita in larga parte con borse riutilizzabili, è stata lanciata dal mercato di via Calvi, è stata lanciata la campagna “Sacchetto in regola?” promossa dalla Camera di Commercio, Confcommercio e Assobioplastiche. Secondo un’indagine condotta dalla Camera di Commercio tra fine ottobre e inizio novembre su 500 milanesi, solo un cittadino su tre usa ancora un sacchetto di plastica per fare la spesa, mentre 3 su 5 impiegano borse portate da casa.
Anche Legambiente, in occasione della Settimana Europea per la riduzione dei rifiuti promossa ha deciso di concentrare le iniziative su questo tema. «Il bando delle shopper di plastica – precisa Rossella Muroni, direttrice generale di Cigno Verde – è stato una vittoria, ma la partita non è ancora chiusa. In Italia continuano a circolare shopper illegali, spacciati per biodegradabili. Questa realtà alimenta un preoccupante ciclo di illegalità che inizia con i produttori di sacchetti irregolari e finisce con i rivenditori. La legge prevede per chi vende finti sacchetti biodegradabili pesanti sanzioni economiche».
Le iniziative di Legambiente per la settimana europea per la riduzione dei rifiuti si sono articolate in due fasi: all’inizio i soci sono stati invitati ad andare davanti ai grandi supermercati per verificare che i sacchetti distribuiti fossero giusti. I detective di Legambiente dovevano poi compilare una scheda e inviarla all’associazione, con le foto.
La seconda fase riguardava la campagna di informazione rivolta a cittadini e piccoli commercianti ed era focalizzato sul riconoscimento dei sacchetti illegali.
La tabella per scegliere il sacchetto giusto
Il mondo dei sacchetti |
|||
Vecchi sacchetti in polietilene (PE) usati ancora da ambulanti e diversi negozi. Non sono biodegradabili e non sono compostabili | Marchio:nessunoMateriale: polietilene (PE) | Non autorizzatiDal 1 gennaio 2011 non sono più commerciabili ma si trovano ancora (nessuna multa fino al 1 gennaio 2014) | |
Nuovi sacchetti biodegradabili e compostabili al 100%, venduti nei supermercati, riutilizzabili per rifiuto organico domestico (umido) | Marchio:EN 13432Materiale: amido mais o patate o poliestere | Autorizzati(sono i nuovi sacchetti dall’aspetto molliccio venduti nei supermercati) | |
Finti sacchetti ecologici (oxodegradabili in polietilene) non sono biodegradabili nè compostabili. Si frammentano dopo qualche mese. Distribuiti da diversi negozi e ambulanti | Marchio:Diciture che richiamano all’ecologia e all’ambienteMateriale: polietilene (PE) additivato | Non autorizzati Dal 25 gennaio 2011 non sono più commerciabili (nessuna multa fino al 1 gennaio 2014) | |
Sacchetti di carta venduti in supermercati e negozi | Marchio:nessuno15-25 centesimiMateriale: carta | Autorizzati | |
Borse riutilizzabili in materiale resistente vario |
Marchio:nessuno1 – 3 euroMateriale: cotone, juta, tessuto non tessuto, carta di riso.Polietilene contenente plastica riciclata (10-30%) e con uno spessore superiore ai 200 micronMarchio: Plastica Seconda Vita(non biodegradabili nè compostabili)
|
Autorizzati |
Luca Foltran
© Riproduzione riservata
Foto: iStockphoto.com
Le donazioni si possono fare:
* Con Carta di credito (attraverso PayPal): clicca qui
* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264
indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare
Esperto di Food Contact –
Linkedin: Foltran Luca –
Twitter: @foltranluca