Unes ha diffuso il richiamo di un lotto di vino Barbera del Monferrato Ca’ Fornara per la presenza di livelli di rame al di sopra dei limiti consentiti dalla legge. Il lotto in questione è prodotto da Laronchi Vini Srl nello stabilimento di via San Rocco, 3, a Boca in provincia di Novara. Il prodotto richiamato appartiene al lotto L18817B ed è venduto in bottiglie da 75 cl.

Secondo quanto accertato dalle analisi dei laboratori dell’Arpa Piemonte, nel vino coinvolto è stato riscontrato un contenuto di rame pari a 1,53 mg/l, quando il limite di legge è fissato a 1 mg/l. A causa dello sforamento del limite sono state richiamate a scopo cautelativo ben 6498 bottiglie.

Avviso di richiamo esposto in punto vendita Unes di Milano (clicca per ingrandire)

Si consiglia di non consumare il lotto di vino in questione e di restituirlo al punto vendita d’acquisto. Il rame è un elemento utile per l’organismo in piccole quantità. Un’assunzione eccessiva di rame per via alimentare – eventualità molto rara, che richiede, è bene precisarlo, livelli molto più elevati rispetto a quelli del vino coinvolto – può causare sintomi come nausea, vomito, diarrea e febbre (Fonte: Humanitas)

Dal 1 gennaio 2017Il Fatto Alimentare ha segnalato 91 richiamiper un totale di 129 prodotti e 10 provvedimenti di revoca. Per vedere gli altri clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e ritiro dei prodotti leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi possono nuocere alla salute, e per questo scatta l’allerta. La questione riguarda grandi aziende, catene di supermercati e anche piccole e medie imprese. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.

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Andrea
Andrea
20 Ottobre 2017 09:27

Mi permetto di fare notare che il regolamento europeo dei residui amonizzato al livello europeo del rame è pari 50 ppm cioè 50 mg/L e che tale regolamento (882/2004 e 396/2005) ha forza di legge ed è superiore ad ogni normativa nazionale
Come avete giustamente riportato la quantità è tale che non pone nessun problema a livello sanitario
Tale residuo “alto” è dovuto molto probabilemte ad operazioni al momento della svinatura (sfecciamento e/o filtraggio) non perfettamente eseguite

pierangelo
pierangelo
Reply to  Andrea
27 Ottobre 2017 14:34

Le tolleranze in campo sono una cosa e quelle nel vino un’altra.
E’ una ditta di solo imbottigliamento che compra i vini prodotti dalle cantine.
Che sfecciamento fa?