Una ciotola di legno piena di riso basmati con una paletta di legno immersa nel riso; tutto intorno chicchi e mucchietti di riso basmati sparsi su taglieri e cucchiai di legno

Nel fine settimana, il Ministero della Salute ha pubblicato due nuove richiami. Si tratta di un lotto di riso basmati parboiled e due di origano in foglie, entrambi segnalati per la presenza di pesticidi.

Il richiamo del riso basmati

Il Ministero ha diffuso il richiamo da parte dell’operatore di un lotto di riso basmati sella parboiled a marchio Royal Golden. Il motivo indicato nell’avviso di richiamo è la presenza dei pesticidi acetamiprid e thiamethoxam oltre i limiti di legge. Il prodotto in questione è venduto in confezioni da quattro sacchi da 5 kg ciascuno, con il numero di lotto L 15-10-2026, corrispondente al termine minimo di conservazione (TMC). Sebbene il provvedimento sia datato 22/05/2025, il Ministero della Salute lo ha pubblicato soltanto nel tardo pomeriggio di venerdì 11/07/2025, con quasi due mesi di ritardo.

Riso basmati sella parboiled Royal Golden richiamo 11.07.2025

L’azienda Umer Traders Pakistan ha prodotto il riso basmati richiamato in Pakistan, appunto, mentre Fresh Tropical Srl lo ha commercializzato in Italia.

Il richiamo dell’origano

Il Ministero della Salute, inoltre, ha segnalato il richiamo ad opera del produttore di due lotti di origano in foglioline senza marchio. La ragione, anche in questo caso, è la presenza di pesticidi, questa volta propiconazolo e metomil, oltre i limiti consentiti. Il prodotto interessato è venduto in bustine da 50 grammi con il numero di lotto 1106A e il TMC 2027, e in bustine da 60 grammi con il numero di lotto 0606A e il TMC 30/06/2027.

L’azienda Teorema Mediterraneo Srl ha confezionato l’origano richiamato, nello stabilimento di via Lamia 258, a Nocera Superiore, in provincia di Salerno.

In un comunicato a Il Fatto Alimentare, l’azienda fa sapere che “Debitamente avvisata dal fornitore, con solerzia, responsabilità e trasparenza la Teorema Mediterraneo S.r.l. si è immediatamente attivata, in collaborazione con l’ASL territorialmente competente, a ritirare dal mercato il prodotto, e tale subitaneo intervento ha permesso la pronta restituzione del prodotto stesso, attesa l’esiguità delle confezioni vendute, con conseguente azzeramento del rischio.” (aggiornamento del 16/07/2025).

A scopo precauzionale, si raccomanda di non consumare i prodotti con i numeri di lotto e i termini minimi di conservazione sopra indicati. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso dei prodotti richiamati possono restituirli al punto vendita d’acquisto.

Dal primo gennaio 2025 Il Fatto Alimentare ha segnalato 131 richiami, per un totale di 351 prodotti di aziende e marchi differenti. Clicca qui per vedere tutti gli avvisi di richiamo, i ritiri e le revoche.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos (copertina), Ministero della Salute

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Giovanni Natale
Giovanni Natale
14 Luglio 2025 11:42

Il basmati è prodotto anche in Italia.È proprio necessario in Italia importare riso ?

roberto pinton
roberto pinton
Reply to  Giovanni Natale
14 Luglio 2025 12:34

No, non c’è affatto coltivazione di Basmati in Italia, non ci sono le condizioni climatiche (basta confrontare la latitutidine della Pianura Padana con quella di India e Pakistan).

Si è provato a produrre dell’altro riso aromatico (Apollo, Brezza, Gange, Elettra…), ma i chicchi vengono più cicciotti del Basmati e l’aroma è davvero debole.
In ogni caso il riso di queste varietà non si può commercializzare coma “basmati” nè, tantomeno, come “basmati italiano”: a norma di legge va etichettato “riso lungo B”, eventualmente integrando col nome della varietà, del tutto ignota ai più.

E poi, ce la prendiamo con l'”Italian sounding” e poi ci diamo all'”Indian sounding”?

Come pretendiamo che nessuno ci tocchi il Parmigiano Reggiano e la Mozzarella di bufala campana dobbiamo accettare che il riso basmati è pakistano e indiano.

giova
giova
Reply to  roberto pinton
14 Luglio 2025 13:22

Conclusione condivisibilissima.
Purtroppo nei extra-UE non è infrequente trovare problemi di trattamenti colturali o post-raccolta pericolosi per la salute.
Come il sesamo eil peperoncino. E da una verifica di laboratorio di qualche anno fa anche il thè (alcuni erano biologici).

Vincenza Ricciardi
Vincenza Ricciardi
14 Luglio 2025 17:15

Sono notizie estremamente importanti per la sicurezza e della salute e salvaguardia dei consumatori .