Penny Market ha segnalato il richiamo precauzionale da parte del produttore di un lotto di prosciutto cotto alta qualità del suo marchio Sapor di Cascina per la possibile presenza di Listeria monocytogenes. Il prodotto in questione è venduto in vaschette da 150 grammi con il numero di lotto 223467 e il termine minimo di conservazione (Tmc) 20/10/2022. Il provvedimento è stato pubblicato anche dal ministero della Salute, ma soltanto il 18 ottobre, a due giorni dalla scadenza del prodotto (aggiornamento del 18 ottobre 2022).
Il prosciutto cotto richiamato è stato prodotto per Penny Market Srl dall’azienda Motta Srl, nello stabilimento di via Capuana 44 a Barlassina, in provincia di Monza e della Brianza (marchio di identificazione IT679L CE).
A scopo precauzionale, Penny Market raccomanda di non consumare il prosciutto cotto con il numero di lotto segnalato e restituirlo al punto vendita per la sostituzione o rimborso entro il 20/10/2022.
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© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock (copertina), Penny Market
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
La vita dei suini negli allevamenti intensivi nn è mai da considerarsi di “Alta qualità”.Non mi stupisce affatto quindi che un lotto del prosciutto , frutto della sofferenza di animali stressati dalle gabbie o dai recinti
di capannoni sovraffollati , sia stato colpito dal batterio della listeria.Ma la cosa preoccupante e grave e’ che ci si accorga dell’ accaduto solo dopo che i il lotto incriminato “e andato in distribuzione e in commercio, Ieri ,13ottobre si è celebrata la giornata mondiale senza gabbie. I suini normalmente desidererebbero crogiolarsi in bagni di fango sotto il sole e non soffrire della privazione di movimento in anguste gabbie.
La Listeria non è correlata al tipo di allevamento ma a una contaminazione che avviene nel processo di lavorazione.
Concordo su ciò che ha scritto dr. La Pira e sono già consapevole di ciò che lei ha ritenuto sottolineare nei confronti di noi lettori, ma riterrei opportuno nn sottovalutare mai le condizioni di estrema crudeltà e di sovraffollamento che i poveri suini sono purtroppo sottoposti a subire ogni giorno della loro terribile vita. Per i suini tutto ciò è fonte di notevole stress con conseguente abbassamento delle difese del loro sistema immunitario. Ecco, nn sottovaluterei mai che patologie batteriche o virali possano scoppiare come piccoli focolai anche per queste condizioni di allevamento estremo. Dopotutto anche noi umani prendiamo l’influenza invernale nn solo come causa primaria del freddo, ma anche quando ci troviamo in luoghi di sovraffollamento come possono essere palestre, luoghi di ritrovo e ci ammaliamo appena le nostre difese immunitarie si abbassano per un forte stress, un carico di lavoro eccessivo, un lutto e così via.. Succede lo stesso x gli animali. Perché la maggior parte della gente pensa che sia diverso???
Sig.ra Gina, credo non abbia afferrato il concetto che qui si parla di ‘listeria monocytogenes’, non centra proprio nulla l’allevamento dei suini o il loro stress.
NON è una malattia dei suini. Contamina anche zuppe di verdura poco cotte, formaggi e vegetali crudi e non lavati ecc.
Sig.Matteo , mi riservo sottolineare ,di aver compreso benissimo che si sta parlando di “Listeria monocytogenes . Il batterio si trova comunemente nel suolo ,ma anche nell’ acqua e nelle feci di numerose specie animali ,tra cui anche i suini ,che spesso possono fungere da serbatoi asintomatici , ossia nn evidenziano nessun sintomo.Quindi nn direi proprio che si trova solo nella verdura ,nei vegetali nn lavati o nei formaggi.
Ho dato x scontato che si conoscesse questo fattore ,mi perdoni se nn sono entrata nel dettaglio.