
Il richiamo di Penny Market
Penny Market e il suo fornitore hanno richiamato un lotto di granella di pistacchi Amonatura, marchio della catena di discount. Il motivo indicato sull’avviso di richiamo è la presenza di livelli di ocratossina A superiori ai limiti di legge. Il prodotto in questione è venduto in sacchetti da 50 grammi, con il numero di lotto P25059GP e il termine minimo di conservazione (TMC) 03/2026. Anche il Ministero della Salute ha segnalato il provvedimento (aggiornamento del 09/05/2025).
L’azienda Ciavolino Daniele e Figli Srl ha prodotto la granella di pistacchi richiamata per Penny Market Srl. Lo stabilimento di produzione si trova in via Campo di Carne 20/4, ad Ardea, nella città metropolitana di Roma Capitale.
Penny Markey fa sapere che il provvedimento interessa i punti vendita delle seguenti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana e Umbria.
A scopo precauzionale, l’azienda raccomanda di non consumare la granella di pistacchi con il numero di lotto e il termine minimo di conservazione sopra indicati. Le consumatrici e i consumatori eventualmente in possesso del prodotto richiamato possono restituirlo al punto vendita d’acquisto, per eventuale sostituzione o rimborso. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il produttore al numero 06 9102206.
Il comunicato del produttore (aggiornamento del 14/05/2025)
L’azienda produttrice Ciavolino Daniele e Figli Srl, in un comunicato inviato a Il Fatto Alimentare, tiene a fare alcune precisazioni.
“La società Ciavolino Daniele e Figli s.r.l. ha scoperto, a seguito di specifica nota del Dipartimento di Prevenzione S.C. Igiene Alimenti e Nutrizione dell’ASL 3, che è stata effettuata in sua assenza, e, quindi, in assenza di contraddittorio, l’attività irripetibile della miscelazione della matrice campionata / originale, e ciò perché le è stato omesso l’avviso della data, dell’ora e del luogo in cui detta attività sarebbe stata svolta, con conseguente violazione di un diritto costituzionalmente sancito. I risultati delle analisi, pertanto, sono del tutto inattendibili, non essendo stato possibile verificare se sono state prese tutte le precauzioni necessarie per evitare qualsiasi modifica di composizione, contaminazione o alterazione.
Discutiamo di un vizio grave alla base dell’intera procedura, che rende inutilizzabili, come detto, i risultati delle analisi eseguite. Un vizio che, per precauzione, avrebbe dovuto indurre l’autorità di cui sopra a non emettere alcun ordine di ritiro e di richiamo del prodotto.
Dette argomentazioni sono già state poste all’attenzione del Dipartimento di Prevenzione S.C. Igiene Alimenti e Nutrizione dell’ASL 3 Liguria.”
Dal primo gennaio 2025 Il Fatto Alimentare ha segnalato 76 richiami, per un totale di 267 prodotti di marchi e aziende differenti. Clicca qui per vedere tutti gli avvisi di richiamo, i ritiri e le revoche.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos (copertina), Penny Market
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
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