Il Ministero della Salute ha segnalato altri due richiami da parte dell’operatore di prodotti a marchio Vivere Alcalino, azienda specializzata in prodotti per la dieta alcalina. Il primo prodotto richiamato è un correttore di acidità e antiossidante AlkaCoffee & Drinks, in confezioni da 42 ml, per elevato contenuto di idrossido di potassio “che determina gravi effetti sulla salute (effetto caustico) in caso di ingestione del prodotto tal quale o in caso di insufficiente diluizione”. Nel prodotto, inoltre, sono presenti additivi non consentiti (E300 ed E325). Sono richiamati tutti i lotti. L’azienda Esadea Srl ha prodotto il correttore di acidità per Vivere Alcalino Srl. Lo stabilimento di produzione si trova in S.P. Villa Castelli per Grottaglie km.1, a Villa Castelli, in provincia di Brindisi.
Il secondo prodotto richiamato è un altro correttore di acidità e antiossidante per dieta alcalina, chiamato AlkaSugar, in barattoli da 120 grammi (non 12 grammi, come erroneamente indicato sull’avviso). La ragione del provvedimento è la presenza di additivi non consentiti (non è specificato quali siano). Anche in questo caso, sono richiamati tutti i lotti. L’azienda Nutracore Srl ha prodotto il correttore di acidità per Vivere Alcalino Srl. Lo stabilimento di produzione è in via Settembrini 134, a Canosa di Puglia, in provincia di Barletta-Andria-Trani.
Un mese fa, Vivere Alcalino aveva richiamato tutti i lotti dei prodotti a marchio AlkaWater su disposizione del Ministero della Salute (leggi qui il richiamo degli integratori per acqua alcalina). Il provvedimento era scattato dopo che un bambino di sei anni era finito al pronto soccorso con ustioni alla gola e allo stomaco.
A scopo puramente precauzionale, l’azienda raccomanda ai consumatori e alle consumatrici in possesso dei prodotti indicati di non utilizzarli.
Dal primo gennaio 2023 Il Fatto Alimentare ha segnalato 197 richiami, per un totale di 392 prodotti. Clicca qui per vedere tutti gli avvisi di richiamo, i ritiri e le revoche.
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos (copertina), Ministero della Salute
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
C’è la strana usanza in alcuni, che rendere alcalino in qualche modo il corpo, sia benefico per l’intero l’organismo.
Peccato che non funziona così, il pH è stabilito nei confronti dello ione idrogeno e della capacità intrinseca di bilanciamento di tale ioni da parte dei reni.
E sono anche quelli che pensano che il limone acidifica.
Detto così non significa nulla perché è ovvio che il ph dipende dalla concentrazione idrogenionica tanto che ne è il cologaritmo e non solo i reni sono deputati al bilanciamento di tale concentrazione. Per fortuna esistono nel sangue anche i tamponi altrimenti morirebbero tutti per una limonata o un cucchiaino di bicarbonato.
Che il limone abbia un effetto alcalinizzante è tutto da dimostrare. Intanto è acido citrico e ascorbico che introduciamo, utile per chi sta bene ma deleterio per chi ha una gastrite, un’ ulcera o una esofagite da reflusso e di questo spiegatemene la ragione visto che dite sia alcalinizzante.
CVD…
Comunque è un discorso complesso, il lettore deve conoscere le basi della chimica organica e fisiologia umana. Possiamo dire ciò che non è basificante, cioè acidificante: azoto, cloro, zolfo….
Cosa fanno questi elementi nel nostro corpo e dove li troviamo, specie il primo?
Altro aspetto da esaminare sono i rifiuti del metabolismo, e le “ceneri” prodotte da un alimento dopo la sua digestione.
Va detto che l’argomento è interessantissimo anche se, forse, sopravvalutato riguardo agli effetti nella maggior parte delle persone, avendo noi internamente sistemi assai sofisticati di autoregolazione, salvo patologie gravi.
Per chiarezza probabilmente servirebbe il “verbo” degli esperti ma non credo di sbagliare se dico che l’unico posto all’interno del corpo in cui si trova pH decisamente acido è lo stomaco, se ci sono patologie a carico sicuramente alcuni cibi tra cui gli agrumi daranno disturbi nella ingestione e nella digestione gastrica, ma questo vuol dire poco perchè poi nell’intestino è tutta un’altra cosa.
Una delle cose più certe è che il sangue che gestisce metaboliti e scarti in tutto il corpo ha un valore di pH e non accetta di diventare nè acido nè più alcalino, con stretto margine di manovra a pena gravi danni.
I metaboliti acidi in eccesso sono eliminati attraverso i polmoni principalmente e poi attraverso i reni, quindi accelerando il ritmo respiratorio, l’ossigenazione e stimolando la diuresi ( vale anche per i metaboliti basici ) è possibile riportarli a valori ottimali.
Visto che nei commenti si cita il limone, certamente dà fastidio all’ulcera gastrica e affini ma la maggior parte dell’eccesso acido si smaltisce con il respiro e invece i metaboliti rimanenti sono ricchi di sali tampone assai utili nella regolazione del pH coplessivo dall’eccesso di acidità.
Il sistema corporeo è complesso e tanti altri fattori influenzano gli equilibri e quindi mi sembra che in certi ambienti si ponga troppa enfasi sull’alcalinizzazione alimentare soprattutto se forzata da simil-integratori.
Il PRAL è un sistema di calcolo con un buon grado di affidabilità anche se il valore ottenuto per singolo alimento non vuol dire molto, come altri valori alfanumerici di più recente fama.
Sì, complesso, e il sistema può autoregolarsi, soprattutto se si è in una condizione di salute (relativa).
Proprio per questo, per la complessità del nostro meraviglioso corpo, diffido delle soluzioni semplificatrici.
Conforta sapere che le istituzioni sanitarie – finquando saranno rispettate le condizioni di finanziamento per il loro funzionamento – provvedano a tutelarci attraverso i controlli e le verifiche puntuali sui prodotti immessi sul libero mercato.