I supermercati Cadoro hanno diffuso il richiamo di un lotto di vellutata di zucca e carote surgelata biologica a marchio Bellavita per la presenza di Listeria monocytogenes. Il provvedimento è stato disposto in via precauzionale dall’azienda produttrice, Pagan Srl. Il Ministero della salute ha pubblicato il richiamo solo il 2 gennaio 2018, oltre 10 giorni dopo la diffusione.
La vellutata coinvolta dal richiamo è venduta in buste da 550 g e fa parte del lotto L32117E con scadenza al 17/05/2019.
Si raccomanda di non consumare il prodotto e di restituirlo al punto vendita Cadoro dove è stato acquistato, che provvederà al rimborso.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare Pagan al numero verde 800917088
Dal 1 gennaio 2017, Il Fatto Alimentare ha segnalato 115 richiami, per un totale di 164 prodotti e 11 provvedimenti di revoca. Per vedere gli altri clicca qui.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.
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Qualcuno mi può spiegare da un punto di vista microbiologico come si può avere un problema di Listeria in questa tipologia di prodotti?
Mi occupo di altre categorie alimentari e sono stupito che in una vellutata ci possa essere listeria. Non è precotta?
grazie
Il prodotto si suppone sia cotto, omogeneizzato e surgelato. Siccome il confezionamento non avviene in condizioni sterili, la presenza del batterio può essere ascrivibile ad una contaminazione in questa fase. Listeria forma biofilm resistenti che le sanificazioni possono in alcuni casi non eliminare del tutto.
La cottura domestica fino a pre-bollitura di certo elimina il rischio, ma siccome il prodotto confezionato ne supporta la crescita la legge impone comunque l’assenza in 25 g di prodotto.