Nutella dolci crema noccole

Dessert Crepes with Nutella or Chocolate Spread and Whipped CreamOggi il modo più semplice per trovare una ricetta golosa è aprire internet: blog e siti stanno soppiantando i classici libri di cucina e basta fare una ricerca con l’ingrediente desiderato per trovare decine di suggerimenti. Improbabile che le aziende si lasciassero scappare l’opportunità per promuovere i loro prodotti attraverso i propri siti, e con operazioni promozionali sui portali più popolari. Resta però il problema del product placement, ossia dell’esibizione di prodotti di marca in contesti che non sono ufficialmente pubblicitari. Un problema di cui si è occupato l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria che nel 2016 ha pubblicato una digital chart proprio per cercare di fare ordine in materia, invitando webmaster e blogger a rendere riconoscibili i contenuti pubblicitari, anche se come abbiamo già segnalato la cosa non è affatto facile. 

Il problema è particolarmente evidente quando si parla di dolci: torte e budini fatti in casa potrebbero essere una sana alternativa ai dolci confezionati, che però entrano sempre più spesso tra gli ingredienti delle ricette, indicati con il nome commerciale. Su questo piano, è indubbiamente la Nutella a fare la parte del leone. Ed è legittimo chiedersi per quale motivo sia necessario suggerire esplicitamente di usare la crema a base di cacao e nocciole prodotta da Ferrero invece di lasciare a chi prepara la ricetta la libertà di scegliere quella che preferisce, oppure di usare appunto cacao e nocciole. E il problema si ripropone anche con altri ingredienti, e se in qualche caso la precisazione può essere giustificata – preparare un budino usando Pavesini è diverso dall’utilizzare biscotti al burro o tipo Digestive – in altri casi è difficile evitare il sospetto che si tratti di forme di pubblicità occulta.

Nutella dolci crema noccole
Sui blog e i siti di cucina abbondano le ricette con ingredienti come Nutella e altri dolci famosi

Specialmente quando la Nutella appare come ingrediente principale in preparazioni ipercaloriche. Mentre infatti portali tradizionali come La Cucina Italiana o Il Cucchiaio d’Argento propongono ricette piuttosto classiche, in cui la crema Ferrero è usata, in genere in piccole dosi e per arricchire, altri siti pubblicano preparazioni in cui la popolare crema entra in quantità massicce, abbinata a volte ad altri ingredienti di marca. Come il vulcano Kinder proposto da Chefclub che contiene ben 250 grammi di Nutella, 26 Schoko Bons e due Kinder Bueno, sempre prodotti da Ferrero, oltre a una buona dose di cioccolata. 

E la Nutella trova ampio spazio anche su portali popolari come GialloZafferano – il più famoso sito di ricette in Italia pubblicato da Mondadori – e Misya. Sul sito di Misya, ossia di Flavia Imperatore, ci sono una quindicina di ricette a base di Nutella, molte affiancate da una foto in cui campeggia il popolare barattolo, tra cui una torta “molto popolare sul web” per ammissione della blogger, fatta solo di uova e Nutella. Altrettanto ricca l’offerta di GialloZafferano, che in questo momento ha una sezione speciale sponsorizzata da Nutella (vedi foto sopra), ma al tempo stesso propone all’interno del sito molte ricette in cui la crema di Ferrero entra in dosi massicce e che non sembrano far parte della sponsorizzazione, anche se non è facile distinguerle.

C’è poi chi propone ricette con altri prodotti di pasticceria come i Kinder Bueno, i biscotti Pan di stelle e perfino le barrette Mars. E chi mette tutto insieme come in questa torta a base di Oreo, Nutella e Smarties oppure Pan di stelle e Nutella. 

Tutte ricette abbastanza semplici, fortemente sbilanciate dal punto di vista nutrizionale e “valorizzate” dal nome del  prodotto di marca: non si parla di biscotti o creme al cacao, ma di Oreo, Pan di Stelle e soprattutto Nutella. Per attirare l’attenzione? Interpellando gli interessati, la prima motivazione che emerge è proprio questa: gli utenti cercherebbero ricette con la Nutella. Lo sostengono i responsabili di GialloZafferano, per i quali la crema alle nocciole Ferrero è “un ingrediente, come il Grana Padano o i Pavesini, e ci sentiamo liberi di citarlo per andare incontro alle richieste della gente”.  “Uso gli ingredienti che mi piacciono, se non è pagato non può essere pubblicità – aggiunge Flavia Imperatore di Misya – scelgo Nutella  anche per le mie ricette perché è quella che preferisco come gusto, così come ho postato una ricetta per fare in casa una crema cacao nocciole”. E le foto con il barattolo  sulle ricette? “Mettere il prodotto come sfondo funziona”, osserva Imperatore, così come probabilmente funziona nelle ricerche il nome Nutella, tanto da essere usato anche da chi va controcorrente, come Simona Nania di Batuffolando che propone una torta specificando di non amare la Nutella – pur avendola menzionata nel titolo per rendere più riconoscibile la ricetta – e affermando che sarebbe preferibile utilizzare altre marche. Resta da capire se questa operazione sia sempre legittima e condotta in buona fede, e cosa ne pensi l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria. 

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Dodoto
Dodoto
23 Novembre 2018 17:20

Oltre che a chiedersi cosa ne pensa lo IAP, mai nessuno si e’ chiesto cosa ne pensa la GdF ? Come sono dichiarati, se lo sono, sotto forma di cosa, gli introiti di questi siti ?

Gianluca Molina - Webepc
24 Novembre 2018 08:59

@dodoto teoricamente nel momento in cui ho un blog con pubblicità dovrei essere titolare di partita iva.

Per quanto concerne il richiamo alla parola “Nutella” potrebbe essere visto anche in ottica SEO (per chi non è del mestiere sono tecniche per migliorare la propria visibilità su Google) per tentare di veicolare visitatori interessati al famoso prodotto e non ad un generico “cacao”

Pensate un attimo: sicuramente è molto più generica la ricerca “dolce al cacao” che “dolce con Nutella”

Paola Emilia Cicerone
Paola Emilia Cicerone
Reply to  Gianluca Molina - Webepc
24 Novembre 2018 11:33

E’ probabile che sia anche così…però l’ottica SEO di riferisce alle parole da cercare non al contesto…( “ torta senza Nutella” dovrebbe funzionare lo stesso..)

ezio
ezio
24 Novembre 2018 12:01

Essendo marchi registrati e protetti, oltre che prodotti in commercio, la citazione e la pubblicazione in rete internet equivale alla pubblicità televisiva e quindi regolata.
Il fatto che sia pagata direttamente oppure indirettamente è un aspetto fiscale di chi la promuove.
La visibilità acquisita con richiami noti al pubblico, è una forma di guadagno mediatico immateriale, sotto forma di acquisizione di consenso pubblico ed eventualmente attrazione per sponsor a pagamento, in funzione della notorietà acquisita.

Riccardo Duo'
Riccardo Duo'
24 Novembre 2018 15:15

Mera pubblicità!!!!!!
GAFFE della sig. Flavia: errore citare il Grana Padano DOP perchè la Ferrero non è un consorzio, cioè non c’è solo un’azienda detentrice del marchio Grana Padano come invece è per la nutella!!!!!!!

Paola Cicerone
Paola Cicerone
Reply to  Riccardo Duo'
25 Novembre 2018 11:19

Ha ragione, però – per precisione- questo commento è dei responsabili di GialloZafferano, non della signora Flavia..l’incongruenza gli è stata fatta notare, in sede di intervista , ma non hanno replicato….

Maurizio
Maurizio
24 Novembre 2018 18:06

Io mi chiedo come si posso mangiare simili bombe caloriche che sanno solo di zucchero…..vuol dire non capire nulla di cucina….

antonio
antonio
Reply to  Maurizio
6 Dicembre 2018 11:57

Sono d’accordo con il sig. Maurizio.Che senso ha farsi i dolci in casa e utilizzare ingredienti composti da produzioni industriali.
Lo scopo del fai da te dovrebbe essere proprio quello di stare alla larga dai preparati industriali.an

ezio
ezio
Reply to  Maurizio
6 Dicembre 2018 12:33

Temo purtroppo che sia un compromesso tra “mi faccio le torte in casa”, “ho poco tempo” e “ci ho messo la Nutella”= artigianale, veloce, buona.
L’unico ingrediente mancante è la ricerca di una vera qualità, che richiederebbe maggiore informazione ma non necessariamente più tempo e la rinuncia alla sponsorizzazione di sicuro effetto.

Beatrice
Beatrice
6 Dicembre 2018 12:12

Il problema è che noi Italiani sappiamo solo criticarci a vicenda. Grande Ferrero che con la sua Nutella è riuscito a creare centinaia di posti di lavoro. Poi se uno vuole mangiarla o no questo non dobbiamo deciderlo noi.
Se eliminiamo tutti i prodotti che molti etichettano come “dannosi per la salute” vediamo quanti posti di lavoro rimangono……. Iniziamo a non produrre più tutti quei prodotti che i finti salutisti chiamano “schifezze” e poi vediamo cosa succede. Bisogna mangiare tutto con parsimonia e poi fare più attività fisica anzi che muovere solo le dita e scaricare la propria tristezza e depressione su tutti.
W la nutella e i pan di stelle del mulino bianco !!!!
Io li ho sempre mangiati e continuerà a mangiarli !!!

ezio
ezio
Reply to  Beatrice
6 Dicembre 2018 13:34

Cara Beatrice, noto che è più sensibile ai posti di lavoro piuttosto che a quello che ci mettiamo in bocca (buono) e nello stomaco (sano?).
Ma c’è una via socio-economica migliore di quella prospettata ed quella di produrre buone cose, ma di migliore qualità.
Un esempio per tutti a partire da una Nutella con molte più nocciole, meno o nessun grasso saturo aggiunto e meno zucchero per la naturale dolcezza delle nocciole.
Se questo principio fosse saggiamente applicato a tutte le ricette dei cibi spazzatura, non si perderebbero posti di lavoro, ma sicuramente si risparmierebbe nei costi della salute pubblica, facendo corretta prevenzione.

antonio
antonio
Reply to  Beatrice
6 Dicembre 2018 14:20

Non c’è dubbio che i prodotti dannosi alla salute creino posti di lavoro.
Pensi per es. al personale ospedaliero,alle case farmaceutiche, ai dietologi ai dentistii foodblogger etc..

Paola Cicerone
Paola Cicerone
Reply to  Beatrice
6 Dicembre 2018 18:07

In realtà una ( ipotetica) Nutella con molte più nocciole,prodotte in Italia, creerebbe più occupazione e farebbe meno danni ambientali..ma per ora resta un sogno…,,

Marco Repetto
Marco Repetto
6 Dicembre 2018 15:45

Finché la gente non capirà che la Nutella non è un alimento sano, sarà sempre molto richiesto, tanto da essere usato anche come ingrediente in altri prodotti. Bisogna che i consumatori sappiano valutare i componenti indicati in etichetta per poter effettuare la scelta migliore: ma finché la pubblicità li ammalia, sarà difficile distoglierli da scelte errate. Bisognerebbe fare campagne massicce di educazione alimentare, ma come finanziarle?

Roberto La Pira
Reply to  Marco Repetto
6 Dicembre 2018 18:08

Con la sugar tax

enciclopivo
enciclopivo
6 Dicembre 2018 17:02

Mi sembra una discussione inutile, che lascia il tempo che trova, tanto la maggioranza delle persone acquistano prodotti a prescindere da quanto più o meno salutari siano. Si sente spesso dire: tanto, tutte le cose buone fanno male, oppure: voglio vivere da sano e morire da malato, e non viceversa. E non dimentichiamoci poi che i prodotti meno salutari normalmente costano poco, e sono quindi più accessibili anche da chi ha poco da spendere. Quindi, tranne quei pochi che leggono etichette, programmi nutrizionali, consigli per la salute, ecc., credo che la maggioranza delle persone acquisti ciò che le piace, a prescindere. Ma non vorrei che poi quei pochi attenti usassero, ad esempio, un SUV che inquina più di una centrale termoelettrica, o come quel vegano che cercava di convincermi indossando un bellissimo paio di scarpe di cuoio!

ezio
ezio
Reply to  enciclopivo
6 Dicembre 2018 19:15

Tutto è migliorabile (o peggiorabile), compresa la durata e la qualità della vita.
Poi chi si accontenta… gode di più o di meno?
Questo è il dilemma esistenziale.

Fraancesco
Fraancesco
6 Dicembre 2018 17:31

Beatrice, ma che dici, chi ti ha detto che produrre alimenti che fanno bene alla salute richiedono meno posti di lavoro, forse sarà vero il contrario.

luigi
luigi
7 Dicembre 2018 10:28

“…usare la crema a base di cacao e nocciole prodotta da Ferrero…”. a mio modo di vedere (realistico), la crema della Ferrero è a base di zucchero e olio di palma, non certo di nocciole e cacao…

Ottoperotto
Ottoperotto
8 Dicembre 2018 15:03

L’imposta sulle bevande zuccherate (sugar tax) non può essere il mezzo più idoneo per attivare campagne di informazione alimentare, infatti non esiste ancora alcuna legge, che la imponga (le aziende sono contrarie e i nostri governanti sono sensibili alle loro richieste), ma se sarà promulgata tale legge, anche i produttori ridurranno la quantità di zucchero nelle bevande e allora la cosiddetta “sugar tax” non potrà essere l’unica fonte per promuovere campagne di informazione alimentare.