È ancora più importante parlare di biologico, soprattutto di fronte al susseguirsi di emergenze, siano esse sanitarie, economiche e umanitarie. Lo sottolinea l’editore del Rapporto Bio Bank 2021 in occasione della sua recente pubblicazione. Fare oggi il punto su questo metodo produttivo non è fatuo come potrebbe apparire, ma sottolinea il suo ruolo di risorsa, particolarmente evidente nei momenti di difficoltà, quando si possono valorizzare ancora di più i suoi aspetti di resilienza. Gli obiettivi posti dalla strategia dell’Unione europea vanno nella medesima direzione: entro il 2030 l’uso di pesticidi va dimezzato e quello dei fertilizzanti ridotto del 20% rispetto alla media del periodo 2015-17.
Riguardo alle superfici bio rispetto al totale dei terreni coltivati, l’Europa pone come obiettivo complessivo il raggiungimento del 25%, ma in questo l’Italia, che ha già il 16% di campi coltivati con il metodo biologico, sarà senz’altro chiamata a fare di più. Ed è proprio sul ruolo trainante del nostro Paese nel panorama internazionale del bio che si apre la 15a edizione del rapporto, 92 pagine di dati, informazioni e infografiche, consultabili liberamente su Issuu. Nonostante i consumi interni rappresentino infatti solo il 3,4% del totale, siamo i primi in tutta Europa (quella a 47, non solo l’Ue) per l’export (che nel 2021 costituiva quasi il 40% delle nostre vendite) e per il numero di aziende di trasformazione.
Questi aspetti definiscono il contesto di riferimento, il cuore del rapporto è invece costituito dall’analisi delle attività bio operative in italia, ben 3.700 nel 2020, di cui 2.370 nel settore alimentare. Quelle che dal 2016 al 2020 hanno registrato la crescita più significativa sono le imprese di e-commerce specializzato in alimentare biologico (+67,8%). Lo sviluppo di queste, già evidente negli anni precedenti, ha infatti ricevuto in notevole impulso dalla pandemia, mentre sono state penalizzate dagli stessi eventi le imprese della ristorazione, che hanno rallentato decisamente la loro crescita (+3,1%). Cala invece notevolmente il numero di negozi specializzati (-9,3%), sia a causa di una razionalizzazione delle reti, sia per la concorrenza di supermercati e discount (vedi Focus Bio Bank Supermercati e Specializzati 2021), nei quali l’offerta di prodotti biologici, in particolare con i marchi del distributore, è sempre più consolidata.
Il ruolo delle superfici di vendita non specializzate cresce molto in questo settore, anche a dimostrazione di un interesse che va sempre di più oltre la ‘nicchia’ degli appassionati. In termini economici, i supermercati hanno raggiunto nel 2021 un giro d’affari di 2.153 milioni di euro, mentre gli altri canali, che sono però considerati tutti insieme (specializzati, online, vendite dirette, farmacie, erboristerie e ristorazione), hanno raggiunto i 2.420 milioni. Supera comunque entrambi l’export, che è arrivato a sfiorare i 3 mila milioni. Particolarmente importante in questo settore anche il tema della sicurezza, tanto che uno spazio significativo all’interno del rapporto è dedicato agli organismi di controllo. Si aggiunge poi, quest’anno per la prima volta, un approfondimento sul biodinamico, metodo balzato agli onori della cronaca in occasione della recente discussione in Senato della legge italiana sul bio, dalla quale è stato stralciato.
© Riproduzione riservata; Foto: Fotolia, AdobeStock, Bio Bank
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