Gli alimenti ‘High protein’ (o Hp), quelli arricchiti di proteine, da qualche anno registrano un successo crescente: le tipologie in commercio sono sempre più numerose, mentre aumentano i volumi acquistati e le persone interessate (ne abbiamo già parlato in questo articolo). Adesso le barrette proteiche sono fra i prodotti che troviamo vicino alla cassa al bar o negli autogrill, mentre sugli scaffali dei supermercati, oltre a yogurt, dessert e bevande, troviamo biscotti, cracker, pancake, formaggi, frullati, piadine, e addirittura patatine, pizze e tiramisù, arricchiti di proteine.
Nella maggior parte dei casi questi prodotti sono decisamente più costosi degli analoghi ‘normali’. Per capire meglio le differenze di prezzo e nutrizionali, in particolare il contenuto proteico, abbiamo fatto un confronto fra alcune tipologie, senza alcuna pretesa di essere esaustivi, date le dimensioni del mercato.
In alcuni casi, come per la mozzarella ‘proteica’ Granarolo, che contiene il 20% di proteine, il prezzo (circa 14 €/kg) è analogo alla mozzarella fresca dello stesso marchio, con il 17% di proteine. Quest’ultima, però, non si può considerare un prodotto base perché è preparata con latte di Alta Qualità. Si risparmia, per esempio, acquistando mozzarella Coop, che costa circa 9 €/kg, e ha un contenuto in proteine analogo alla mozzarella fresca Granarolo (17%).
Lo stesso accade per le fettine di formaggio Leerdammer, proposte in versione ‘normale’ e ‘proteica’: il prezzo è lo stesso mentre il contenuto proteico passa da 24,5 a 29,5 g per 100 g. In questi casi l’incremento della quota proteica si realizza utilizzando latte scremato, in cui la quota di proteine è più elevata. Il formaggio spalmabile Philadelphia Protein, invece (con un prezzo medio di poco più alto della versione originale), è molto più ricco di proteine rispetto alla versione Original (11% contro 3,7%) perché la ricetta è addizionata con “concentrato di proteine del latte”.
Anche le creme dessert Hp hanno un contenuto proteico decisamente più alto dei normali dessert, per l’aggiunta di proteine concentrate, e in modo analogo variano i prezzi. La composizione nutrizionale degli yogurt proteici, invece, non si discosta molto da quella degli yogurt colati di tipo greco, che sono prodotti naturalmente ricchi di proteine.
Passando ai prodotti da forno, l’assortimento è molto variegato. Nel settore cracker e fette biscottate, si trovano prodotti molto diversi, a base di farina integrale, più o meno ‘arricchiti’, con aggiunta di farine di legumi. I cracker proteici alla soia Misura (visti a 5,12 €/kg) contengono il 15% di proteine, non molto diverso dal 13% dei cracker integrali Coop (3,35 €/kg). Nelle fette biscottate Náttúra, invece, con farina integrale e proteine di pisello, la quota proteica sale al 23%, contro il 13% delle fette biscottate integrali a marchio Pam. E i prezzi? Abbiamo visto il prodotto Náttúra a 27 €/kg, contro i 4 € scarsi delle fette biscottate Pam.
Un prodotto estraneo alla tradizione italiana, ma amato dal pubblico Hp, sono i pancake, che troviamo sia pronti al consumo sia sotto forma di preparati per farli in casa: in entrambi i casi le versioni proteiche sono decisamente più ricche di questo nutriente e i prezzi, nei casi visti da noi, raddoppiano. Anche la piadina, alimento che in genere si associa a salumi e formaggi, per momenti di allegra convivialità, piuttosto che pasti salutari, viene proposta in versione proteica. Il confronto fra le caratteristiche nutrizionali della piadina Loriana proteica e di analoghe dello stesso o di altri marchi non mostra però differenze eclatanti: 10% di proteine nella versione arricchita con proteine di pisello, 7,3% nella piada Loriana Sfogliatissima e 9,6% nella piadina integrale Esselunga. I prezzi invece sono diversi: 13,3 €/kg per la versione proteica, 9,9 per la Sfogliatissima Loriana e 6,65 €/kg per il prodotto Esselunga.
Pur essendo limitata, la nostra ricerca ha individuato anche un paio di prodotti che paiono molto distanti da quelli che di solito consideriamo ‘salutari’: la pizza surgelata proteica con straccetti di soia e le chips proteiche. La pizza proteica a marchio Garden Gourmet ha un elenco ingredienti così lungo da averci costretti a cambiare le dimensioni del carattere, per farlo entrare nella tabella (vedi sotto). Vantaggi dal punto di vista nutrizionale non pare però di vederne. Una pizza alla soia pesa 435 g e fornisce 853 kcal, circa 26 g di grassi, 47 di proteine e 4,4 di sale. Una pizza Margherita Pam fornisce 717 kcal, circa 22 g di grassi e 34 di proteine. Il costo della prima supera gli 11 €/kg, mentre per la Margherita Pam, in confezione da tre, bastano meno di 6 €/kg, poco più della metà. Le chips proteiche, proposte dal marchio Náttúra, contengono pochi grassi e la quota proteica è decisamente più alta delle analoghe San Carlo classiche (28% contro 6,3%). Il prezzo sfiora i 40 €/kg, il quadruplo delle patatine San Carlo.
Stupisce, infine, vedere un’acqua proteica: Sant’Anna Pro, “Bevanda analcolica al collagene addizionata con zinco con edulcoranti”. Questo è l’elenco degli ingredienti: Acqua minerale naturale Sant’Anna sorgente Rebruant, collagene idrolizzato (4,8%), regolatori di acidità: acido citrico, sodio citrato, aromi naturali, succo di kiwi da concentrato (0,05%), estratto naturale di lime (0,05%), edulcorante: sucralosio, estratto naturale di menta (0,0065%), zinco solfato. Una bottiglietta da 330 ml fornisce 15 g di proteine e costa circa 2 €.
Vale la pena acquistare questi prodotti? L’abbiamo chiesto ad Antonio Pratesi, medico nutrizionista. “L’enfasi che oggi viene data ai prodotti alimentari Hp non ha alcuna ragione d’essere. – Dice Pratesi – È un fatto commerciale derivato in parte dal falso concetto dietetico che demonizza tutti i carboidrati e che origina dalle diete low carb di tutti i tipi, a partire dalla fine 800, per arrivare alle più recenti diete paleo e chetogeniche. Non solo, anche in ambito scientifico, l’importanza che viene data alle proteine deriva in parte dal falso concetto che si era diffuso dopo la Seconda guerra mondiale, che identificava la malnutrizione nel mondo con una ‘carenza di proteine’. Ci sono voluti anni affinché si correggesse questa idea per arrivare a parlare giustamente di malnutrizione calorico-proteica.”
Di quante proteine abbiamo bisogno? “Seguendo un modello di dieta ottimale l’apporto energetico dell’uomo dovrebbe essere fornito per il 55-65% da carboidrati, per il 30% da grassi e per il 10-15% da proteine. – Spiega l’esperto. – Il fabbisogno proteico è quindi molto basso: in media solo 0,8/0,9 grammi per chilogrammo di peso corporeo (Oms/Larn). Studi metabolici in pazienti con insufficienza renale cronica indicano che il fabbisogno reale dell’uomo può essere ancora più basso (di soli 0,6 g/kg di peso corporeo) in condizioni di apporto calorico normale. Ad esempio, per una donna adulta di 50 kg di peso con un consumo di 2.000 kcal/giorno, la minima quantità di proteine che possiamo dare è di 35 grammi giornalieri (presenti in 1 vasetto di yogurt greco e in 150 grammi di pasta). Quando mangiamo ‘cibo vero’, poco trasformato, il problema delle proteine non c’è. Anche seguendo diete senza prodotti di origine animale l’apporto di proteine va ben oltre il fabbisogno di un uomo adulto. Nei Paesi occidentali in generale si assumono proteine oltre il fabbisogno e questo può comportare un sovraccarico a livello metabolico.”
Quindi, per chi potrebbero essere utili questi alimenti? “Le persone che potrebbero avere un vantaggio da questi prodotti ad alto contenuto proteico sono gli anziani malnutriti – dice Pratesi – ma per la popolazione generale sono inutili e potenzialmente dannosi visto che nella dieta si introducono già troppe proteine che comunque contribuiscono a un apporto calorico eccessivo. Il consiglio pratico è di considerare i prodotti ‘high protein’ come alimenti da evitare perché sono spesso ultratrasformati, inutili, costosi, ricchi di additivi, conservanti, edulcoranti e sale.”
I prezzi degli alimenti Hp in effetti nella maggior parte dei casi sono più elevati degli analoghi ‘normali’. Su questo incidono diversi fattori, fra cui la ricerca di nuovi ingredienti e nuove ricette e il fatto che di solito le confezioni di questi prodotti sono più piccole degli analoghi non arricchiti. Ma non solo… “I prodotti ad alto contenuto proteico – conclude Pratesi – rappresentano una nuova frontiera del business dell’industria alimentare: creare alimenti che non sono utili e necessari, farli percepire come superiori rispetto ai prodotti analoghi non addizionati di proteine, per venderli a prezzo maggiorato.”
* Prezzi rilevati sui siti delle principali catene e su piattaforme di vendita online nella seconda metà di agosto 2023.
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Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
Peccato che le opinioni di un nutrizionista e dati Oms/Larn non sono condivisi da tutti gli addetti del settore, sono tante le opinioni in merito e anche diametralmente opposte per cui i consumatori spesso sono confusi
Si è vero, ci sono molte opinioni perché il business nel campo della nutrizione è più di quello delle armi e talora è in grado di condizionate la ricerca scientifica.
Però le opinioni, anche di un premio nobel per la medicina, non hanno lo stesso valore delle linee guida WHO.
I consumatori sono confusi perché sono educati dalla pubblicità e seguono chiunque parli di nutrizione sui social, dove il guru di turno propone diete esoteriche sparando contro i medici, la WHO … per poi vendere i suoi integratori.
Se io come medico devo curare una infezione da HP, Herpes Zoster, epatite B… devo rifarmi alle linee guida (best clinical practice). Non posso inventarmi le terapie secondo una mia opinione o secondo l’opinione del dottor pinco pallo.
Così dovrebbe essere anche nel campo della nutrizione.
0,8 g per kg di peso è la quantità MINIMA da assumere. Non quella ideale. Questo andrebbe detto. Non ha molto senso attenersi al MINIMO, anche perché basta poco affinché il nostro fabbisogno aumenti. Chi assume solo 0,8 g / kg è a FORTE rischio di carenza.
Questo dovrebbe chiederlo a chi non rispetta le linee guida… il dott. Pratesi ha semplicemente riportato, con la sua consueta saggezza, quanto riportato dalle linee guida nutrizionali di tutto il Mondo.
Mi spiace contraddirla, ma il consensus internazionale sulle proteine è unanime e acclarato da almeno 20 anni comprese le associazioni e società scientifiche di tutto il mondo. Forse lei, per addetti del settore si riferisce a qualche personal trainer o a laureati in scienze motorie che pullulano nelle palestre di tutto il mondo. L’apporto proteico medio di g 0,8/kg per le persone con media attività fisica arriva ad un massimo di 1,8/2 in caso di sport che richiedano una forte e continua intensità. È altresì acclarato che la potenza e l’ipertrofia muscolare non aumenta con l’eccessiva assunzione di proteine, ma unicamente con l’esercizio. Il significato di dieta chetogenica non è, come tanti pensano iperproteica ma iperlipidica con un apporto leggermente superiore di proteine, invece le diete iperproteiche che in alcuni casi vengono somministrate per ragioni cliniche in clinica sono limitate nel tempo e sempre sotto controllo medico. Quindi mi associo a Pratesi: alimenti iperproteici sono soldi buttati e, se il consumo è prolungato nel tempo, nocivi per la salute oltre ad essere pericolosi per chi ha insufficienza renale, magari senza saperlo.
In questo articolo si parla in generale senza tenere conto si chi ad esempio pratica attività sportiva.
Cambia molto poco. La stragrande maggioranza degli sportivi arriva facilmente alla quota proteica di cui ha bisogno anche con una alimentazione considerata “povera” in proteine. Basti pensare ai bodybuilder vegani…. sono enormi!
Tutti gli alimenti in natura contengono delle proteine (anche la frutta e la verdura!) in maggior o minor proporzione, il consumo giornaliero di proteine è la somma di tutte le fonti di esse . Su questo tipo di prodotti teniamo in conto anche la porzione ( di solito più piccola per il prodotti che lei evidenzia) e giustamente partendo da latte scremato con una quantità minore di grassi è evidente che la proporzione di proteine aumenta. Per ultimo, e non meno importante consideriamo anche il ruolo dei grassi nella sazietà.
Per cui il segreto per ” arrivare al risultato” non è la scelta di una tipologia di prodotti Hp bensì la scelta consapevole delle porzioni e il grado di trasformazione degli alimenti per mantenere il risultato nel lungo periodo.
“light” e “iperproteico” sono concetti diversi… non facciamo confusione!
Ottima informazione
Ciò che si trascura di dire è che, tra le due alternative, spesso quella HP è anche meno calorica, meno ricca di zuccheri e di grassi saturi e più ricca di fibre a confronto di quella tradizionale. Lasciando per un attimo stare il discorso sul claim HP che senza dubbio è sfruttato a fini commerciali come il senza glutine e senza zuccheri, e al netto del discorso sul surplus proteico di cui molte persone non hanno bisogno (ma in realtà dovrebbe parlarsi di surplus calorico tout court), ad eccezione appunto degli anziani e degli sportivi, se io dovessi scegliere tra una delle due alternative di un qualsiasi prodotto elencato nell’articolo guardando solo la tabella nutrizionale, beh sceglierei sicuramente l’alternativa HP (come spesso faccio, senza che la mia salute o il mio peso, o meglio, rapporto tra massa magra e massa grassa, ne risenta).
Gentile Alessandro, in parte quello che dice è vero, ma non sempre, per esempio, i cracker integrali Coop hanno un buon profilo nutrizionale. Non parliamo poi della pizza proteica…Le creme dessert e gli yogurt Hp spesso contengono meno grassi e meno zuccheri degli analoghi “normali” se però questo si ottiene utilizzando edulcoranti non si può considerare una scelta davvero sana. In tutti i casi bisogna fare attenzione agli additivi che a volte nei prodotti Hp sono più numerosi.
Ma per non appesantire il lavoro renale meglio scegliere in base agl’ingredienti, pur considerando lo 0,8/kg di peso corp. di proteine
Condivido in toto quanto dice il Dott. Pratesi:
“L’enfasi che oggi viene data ai prodotti alimentari Hp non ha alcuna ragione d’essere. È un fatto commerciale derivato in parte dal falso concetto dietetico che demonizza tutti i carboidrati e che origina dalle diete low carb di tutti i tipi”.
Chissà che semaforo gli dà il Nutriscore…
Articolo di parte, volete per forza far passare il concetto che questi alimenti sono inutili, se per farlo dovete fare questi salti mortali è la dimostrazione del fatto che questi alimenti sono utilissimi, altroché.
Prendete l’esempio di una persona normale e di una persona che ha problemi di reni e quindi ha bisogno di meno proteine rispetto a una persona normale.
Perché non prendete in considerazione un anziano o uno sportivo che hanno bisogno di più proteine? Uno sportivo ha bisogno di 1,5 grammi di proteine per kg di peso (come minimo, sempre più studi stanno dimostrando che potrebbe aver bisogno di ancor più proteine), io sono alto 175 cm, peso 78 kg con il 15% di massa grassa, mi alleno 90 minuti al giorno. Ho bisogno di circa 120 g di proteine, ora fate lo stesso giochino con me e vediamo come ci arrivo con un’alimentazione normale.
Bisognerebbe considerare anche l’età di chi pratica sport. Comunque uno sportivo che consuma 2700-3200 kcal al giorno può benissimo arrivare a 120-140 g di proteine con la sola dieta. Può chiedere aiuto a degli addetti ai lavori (un dietista-nutrizionista o un medico dietologo): potranno farle una dieta personalizzata con tutte le proteine che desidera. Inoltre il fabbisogno di uno sportivo può essere anche inferiore a 1,5 gr/kg di peso corporeo.
https://ilfattoalimentare.it/palestre-personal-trainer.html
Mi sembra che l’articolo tralasci come categoria le persone sovrapeso a cui spesso si consigliano questi prodotti. Io non sono una nutrizionista ma ho visto con i miei occhi dimagrire una persona dopo che ha cominciato una dieta ipocalorica e con un aumento di apporto di proteine. Ho constatato con i miei occhi che chi era sovrapeso ed ha ridotto il contenuto di carboidrati, sostituendolo con le proteine, ha avuto un calo di peso considerevole, anche grazie ad alcuni di questi prodotti (dessert) che hanno permesso di sostituire degli spuntini che altrimenti sarebbero stati un aumento di grassi e carboidrati. Possibile che sia tutto dovuto ad un effetto placebo e che anzi l’apporto eccessivo di proteine sia dannoso per il metabolismo? Non è invece il caso di dire che come tutte le cose è meglio non abusarne?
Gentile Elena,
Sono d’accordo con lei nella sua ultima domanda, per questo è importante guardare la frequenza e le quantità non solo delle fonti di carboidrati anche le fonti di grassi e le fonti di carboidrati. Le ricerche mostrano che per un possibile dimagrimento è fondamentale un deficit calorico, per questo funziona il fatto di ridurre le porzioni o le calorie. Purtroppo alcuni cambiamenti non si mantengono nel tempo e il peso si riprende, per cui è indispensabile una buona educazione alimentare alla base delle proprie scelte alimentari, dove alimenti poco processati (pasta, pane, risp, legumi, frutta, verdure, patate…) vanno senza dubbio privilegiati.
Qualsiasi dieta ipocalorica intraprenda una persona, dimagrisce. Le osservazioni personali sono aneddotiche, così come molte delle opinioni che si leggono in questi blog. Meglio attenersi a studi effettuati con un più solido metodo scientifico e metanalisi che considerano migliaia di casi. La scienza non è democratica. Non possiamo pensare di essere tutti bravi allenatori di calcio, ma nemmeno medici nutrizionisti.
Gentile Elena, anche se le diete low carb iperproteiche vanno di moda da oltre 160 anni e spesso funzionano, non sono il modo migliore per dimagrire.
È opportuno rivolgersi a persone competenti:
https://ilfattoalimentare.it/nutrizionisti-guida.html
Giuste le considerazioni sulle linee guida oms della nutrizione in generale. Non concordo sulla stroncatura degli alimenti con una percentuale proteica addizionata che può costituire uno strumento indispensabile per raggiungere gli obiettivi di salute per le persone obese, diabese, e sarcopeniche, che soprattutto in terza età devono mantenere una autonomia personale che senza una adeguata nutrizione non è raggiungibile ( non basta parlare di movimento…tutto teorico e poco praticabile in chi soffre di artrosi o polipatologie varie…molto diffusa). Sono persone che, in terza età ( ma anche prima) sempre più frequentemente abbandonano i cibi costosi ( carne e pesce) atterriti dalle uova ( sconsigliate assurdamente dai medici) e dal latte e derivati ( intolleranze genetiche al 60-80%) per caricarsi di calorie vuote. L alimentazione a carboidrati consolatori è diffusissima. Scarse fibre e deficit grave di proteine molto diffuso ( almeno nella mia pratica ). Ben vengano alimenti rafforzati in proteine. Per il nutrizionista è un terreno di confronto nuovo che Ovviamente sta a tutti sviluppare una giusta consapevolezza e selezionare gli alimenti più affidabili e competitivi.