Quanta acqua e quanta CO2 consuma la nostra spesa? E come ridurre l’impatto ambientale di quello che mangiamo? Possiamo saperne di più grazie a una collaborazione tra il WWF e Mutti, l’azienda emiliana produttrice di conserve di pomodoro. Che per prima in Italia, grazie al contributo dell’organizzazione ambientalista e dell’Università della Tuscia, ha scelto di calcolare i consumi di acqua di tutte le fasi della sua produzione, dalla coltivazione al prodotto finito.
L’azienda ha così scoperto che al momento un barattolo di polpa di pomodoro da 440 grammi «vale» 223 litri di acqua, e una bottiglia grande di passata 172.
Neanche tanto se paragonati ai 900 litri necessari per produrre un chilo di riso e ai 2500 che servono per un hamburger o ai 156 necessari per produrre un chilo di pomodori freschi: ma proprio partendo da questi dati l’azienda ha annunciato di voler ridurre l’impatto ambientale della propria produzione, per quanto riguarda l’acqua ma anche le emissioni di CO2.
Da quest’anno anzi il Pomodorino d’oro, il riconoscimento della Mutti ai produttori che forniscono i pomodori di migliore qualità, verrà assegnato tenendo conto anche dell’impegno verso una produzione sostenibile. Che può fare la differenza: per fare un esempio, la coltivazione in serra di pomodori consuma 70 volte più CO2 rispetto alla normale coltivazione in campo.
Per chi volesse saperne di più il WWF ha predisposto un “Carrello della Spesa virtuale”, una specie di gioco on line che permette di calcolare la sostenibilità della nostra spesa dal punto di vista ambientale, tradotta in litri di acqua e chilogrammi di CO2 consumati per produrre quello che mangiamo.
Secondo gli esperti l’85 % del consumo mondiale di acqua è assorbito proprio dalle produzioni agroalimentari, e uno stile di vita più attento – il Wwf invita a scegliere prodotti di stagione, evitare gli sprechi e limitare il consumo di carne – può aiutare a limitare il nostro impatto sull’ambiente.
Paola Emilia Cicerone
foto: Photos.com; Mutti