Il pollo è l’animale più consumato al mondo e il suo allevamento genera 790 milioni di tonnellate di CO² all’anno. Un modo per rendere questo consumo più sostenibile è modificare l’alimentazione degli animali, sostituendo i semi di soia con fonti di proteine alternative, come alghe e insetti. Nutrizionalmente simili alla soia, le alghe a crescita rapida e gli insetti offrono il vantaggio di evitare che la produzione di mangimi determini un consumo di terra. Per contro, conferiscono alla carne un colore rosso più intenso, con sfumature gialle, che rende necessario fornire ai consumatori una spiegazione.

Diventa quindi sempre più importante, anche per definire adeguatamente una nuova normativa in proposito, capire come questo nuovo tipo di alimentazione e le conseguenze sull’ambiente e sulla salute siano percepiti dai consumatori e come dovranno essere comunicati sulle confezioni. Per questo motivo, un gruppo di ricercatori, dell’università di Gottinga, in Germania, e di Alberta, in Canada, ha condotto una ricerca, da cui è emerso che l’informazione sugli alimenti forniti ai polli rischia di essere un’arma a doppio taglio. Se da un lato attrae i più sensibili alle problematiche ambientali, dall’altro finisce addirittura per allontanare quelli meno interessati a tali aspetti.

pollo carne tacchino
Il pollo nutrito con insetti e alghe invece che con la soia è più sostenibile, ma perde il colore rosato a cui siamo abituati e diventa più scuro

Per verificare le reazioni di fronte al nuovo prodotto e alle diverse spiegazioni, i ricercatori hanno mostrato a quasi 1.200 consumatori tedeschi immagini di petto di pollo, alcune di queste erano di animali nutriti tradizionalmente, mentre altre erano di polli nutriti con alga spirulina e larve di simulide (una sorta di moscerino), con il conseguente cambiamento di colore. Metà degli intervistati, inoltre, ha ricevuto informazioni chiare circa i benefici nutrizionali e ambientali associati a ciascun mangime, mentre l’altra metà non ha ricevuto informazioni. A entrambi i gruppi è stato chiesto di scegliere tra prodotti disposti in modo casuale che differivano per il prezzo ma, soprattutto perché alcuni riportavano informazioni in etichetta sulla dieta degli animali e sulla sostenibilità.  

I consumatori già sensibili alle tematiche di salvaguardia dell’ambiente, dopo avere ricevuto informazioni sul tipo di mangime utilizzato, hanno dimostrato di preferire decisamente i polli alimentati con insetti. All’opposto, le persone poco interessate al tema della salvaguardia ambientale hanno reagito con avversione sia per il tipo di mangime a base di insetti e alghe sia per la colorazione assunta. Questi risultati suggeriscono che l’argomentazione della sostenibilità ambientale ha un potente effetto di ‘spinta’ soprattutto sul consumatore sensibile. L’esperimento mette in luce la necessità di trovare un nuovo sistema per conquistare i più reticenti. Tra le ipotesi proposte dai ricercatori c’è quella di privilegiare un test basato sull’assaggio, escludendo se possibile l’aspetto visivo, visto che il 70% del campione ha dichiarato che il colore è stato determinante nella scelta.

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Oetzi
Oetzi
31 Maggio 2022 18:43

Ovviamente è una comunicazione da dare solo a tutta quella gente che in vita sua non ha mai visto né allevato né mangiato dei veri polli ruspanti, che razzolano all’aperto mangiando erba, insetti e quant’altro…