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Il cornicione della pizza deve essere gonfio, di colore dorato, e privo o con pochissime bolle o bruciature (Decalogo della vera pizza napoletana)

Il concetto è ribadito nel Decalogo della vera pizza napoletana in cui si precisa che il cornicione di 1-2 cm della pizza deve essere gonfio, di colore dorato, e privo o con pochissime bolle o bruciature. Sollevando la pizza la parte inferiore deve essere anch’essa dorata e priva di bruciature evidenti.” 

 

La pizza bruciata è un problema di professionalità e di regole non rispettate anche se  qualcuno cerca attenuanti dicendo che la pizza resta nel forno pochissimi minuti per cui se si brucia un pochino non è un problema, oppure che il fumo conferisce “aroma”. «Non è una questione di tempo – continua Mantovani – le parti bruciate non devono esserci e se capita vanno tolte».

 

Che fare? «Poche cose ma importanti – precisa Mantovani – basta seguire i documenti dell’EFSA e il Decalogo sugli interferenti endocrini pubblicato al Ministero dell’ambiente e dall’Istituto Superiore di Sanità: ridurre il consumo di alimenti affumicati, rimuovere le parti grasse dagli alimenti prima della cottura alla griglia  (carne), ed evitare di carbonizzare la carne, usare pentole antiaderenti non rovinate per scongiurare la formazione di parti bruciate durante la cottura».

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Purtroppo il giornalista Bernardo Iovene nel servizio intervista anche Franco Berrino, che punta il dito a sproposito sulla farina doppio zero

Purtroppo il giornalista Bernardo Iovene nel servizio intervista anche Franco Berrino, che punta il dito sulla farina doppio zero utilizzata nella pizza (ma anche in tutti i panifici per il pane) facendo inopportuni  collegamenti tra questa farina, la glicemia e il cancro e invitando ad usare farina integrale. Sicuramente le singolari considerazioni di  Franco Berrino faranno scalpore,  ma per fortuna si tratta di una voce isolata tra i nutrizionisti.

A questo punto la parola passa alle numerose e forse troppe associazioni di pizzaioli che non hanno fino ad ora commentato l’anteprima del servizio di Report anche se il problema è reale. In ogni caso quando la pizza è bruciata, è un diritto del cliente chiederne un’altra senza tracce nere sul bordo o sul  fondo. La faccenda è complessa e non finisce certo qui. Vi terremo informati.

 

Roberto La Pira

© Riproduzione riservata

Foto: iStockphoto.com

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M.
M.
2 Ottobre 2014 15:04

Mi è capitato qualche volta di ricevere una pizza bruciacchiata, ma le uniche due volte che l’ho rimandata indietro sono stata guardata malissimo e niente scuse ovviamente. Sarà che a Milano nei fine settimana devono far girare i tavoli all’impazzata!

Maria
Maria
Reply to  M.
7 Ottobre 2014 23:04

A Napoli questo non è mai capitato, basta chiedere il cambio e subito vieni accontentato, una pizza bruciata può capitare, ma non è la norma e penso che questo valga in tutta Italia, qualsiasi ristoratore ha a cuore la soddisfazione del cliente!

C.
C.
2 Ottobre 2014 16:13

Grazie per il vostro articolo e grazie Report!!
Tolgo sempre le parti bruciate dalla pizza e sistematicamente vengo additata da amici,parenti, conoscenti.
L’ultima volta ieri sera, a Rosso Pomodoro, sotto lo sguardo attonito della cameriera, che mi ha chiesto come stessi mangiando la pizza…
Quando bruciata va rimandata indietro, non vergognatevi è un vostro diritto (..e dovere)!!!

una futura tecnologa alimentare

G.
G.
Reply to  C.
7 Ottobre 2014 10:21

Fai bene a scartare le parti bruciate, ma spero che tu lo faccia anche con le parti annerite di carne/pesce/verdure grigliate, con la crosta esterna e bruciata di pane, fette biscottate, biscotti, cereali da colazione e dolci cotti in forno, patatine fritte, etc.. Gli IPA sono presenti in qualsiasi composto carbonizzato, non solo nella pizza.

TaTaC
TaTaC
3 Ottobre 2014 14:19

“Nel primo caso il pizzaiolo fa in modo di aumentare la temperatura del forno aggiungendo trucioli di legno per ridurre i tempi di cottura e guadagnare tempo ”

Non funziona così, nei pochi casi in cui si fa (perchè un forno decente non ne ha bisogno) è per alzare la temperatura poco prima dell’infornata cosi da aiutare il rigonfiamento del cornicione.

La fretta conta poco, la verace cuoce a 450-500 con tempi di permanenza in forno di 60 massimo 90 secondi.

Valeria Nardi
Reply to  TaTaC
3 Ottobre 2014 15:12

La temperatura del forno, secondo il disciplinare della “verace pizza napoletana”, è tra i 430 e i 485 °C
di seguito i dettagli:
– Temperatura di cottura platea: 430 °C circa
– Temperatura della volta: 485 °C circa
– Tempo di cottura: 60-90 secondi
– Temperatura raggiunta dalla pasta: 60-65 °C
– Temperatura raggiunta dal pomodoro: 75-80 °C
– Temperatura raggiunta dall’olio: 75-85 °C
– Temperatura raggiunta dalla mozzarella: 65-70 °C

Diego
Diego
4 Ottobre 2014 12:44

Mi sembra giusto porre l’attenzione sulla pizza che si mangerà al massimo una volta alla settimana, quando respiriamo tutti i giorni l’aria delle nostre città piene di polveri sottili, idorcarburi e metalli pesanti. Solito articolo sensazionalistico di Report.

Angelo
Angelo
Reply to  Diego
6 Ottobre 2014 22:04

Bravo Diego, tu continua a mangiare la pizza bruciata una volta la settimana che ala fine dell’anno sono una cinquantina di pizze…vedrai come starai bene…

Diego
Diego
Reply to  Diego
8 Ottobre 2014 16:45

Angelo alla pizza posso rinunciare benissimo, a respirare no!

Arianna
Arianna
6 Ottobre 2014 10:33

Buongiorno, potete spiegare meglio quanto dite relativamente all’intervento del professor Berrino?
Grazie

Arianna

andrea deledda
6 Ottobre 2014 22:32

ma perchè non parlate un po’ del conflitto di interessi di EFSA? non certificato da me, ma dalla più importante rivista scientifica mondiale, Nature http://www.nature.com/news/2010/101006/full/467647a.html

Serena Pironi
Serena Pironi
7 Ottobre 2014 10:01

Un po’ troppo allarmistica? Han trattato del tema mescolando le informazioni… e i consumatori hanno capito solo che la pizza fa male, fa venire il diabete e pure la celiachia. Sarà il caso di promuovere una corretta informazione ai cittadini e far parlare anche altre figure professionali che lavorano con gli alimenti oltre ai medici? Mio parere ovviamente…

Marco
Marco
7 Ottobre 2014 10:20

Ma veramente si discute sulla presunta pericolosità della pizza in Italia? Su uno dei prodotti più tipici e genuini della cucina Italiana?

Quando moriremo non lo faremo certamente a causa della pizza o degli IPA presenti in cibi troppo cotti o “bruciati”.

Sono millenni che l’uomo cuoce il cibo e certamente il passato non lo faceva con in mano una sonda!!!

frfr
frfr
Reply to  Marco
7 Ottobre 2014 13:49

sono d’accordo con Marco! proprio in questo momento di crisi ,Report allarma l’Italia sul suo cibo nazionale……
Signora Gabanelli,l’ho sempre stimata, ma questo è troppo! faccia inchieste sui molti ristoranti cinesi,kebabbisti,finto-japan ,sushi-bar ecc ecc,vediamo dove realmente si rischia la salute.
grazie

Pasquale
Pasquale
7 Ottobre 2014 10:21

Una volta il caffè, ora la pizza, ogni volta sento puzza di bruciato e non è la pizza. Io ogni volta che vado fuori per lavoro dalla mia amata terra (..emigrante? …NO!) per bere 1 buon caffè devo sperare di azzeccare in quell’1% (esagerando) che ha messo insieme la miscela, una buona e tosta tostatura, la capacità di gestire la macchina, ecc. ecc., a Napoli e provincia è il contrario, devo sperare di NON azzeccare quell’1%. Idem per la pizza, che io mangio almeno 1 volta a settimana, circa una ottantina di volte all’anno, Angelo stai tranquillo che mi sento benissimo, evito di mangiare carne questo si, e non sono vegetariano, invece credo che Angelo (scusa è un esempio) mangi carne alla brace che cuoce senza fuoco per non bruciarla, ed è anche capace di annullare tutte le tracce di aflotossine da cereali, legumi, frutta secca, ecc ecc., così non si frega pancreas. Se la pizza è bruciata, è il pizzaiolo che è un incapace, se la pizza vi fa bere e non la digerite, è sempre il pizzaiolo che è una “CHIAVECA”, basta cambiare pizzeria. Io penso che pure la Gabanelli&Co, una bella pizza la mangino, mentre per l’audience che cala, per cercare di recuperare, ha capito che basta non parlare più di politica. Buona pizza a tutti.

Gianfranco
Gianfranco
Reply to  Pasquale
7 Ottobre 2014 17:26

Mi sembra molto utile che la Gabanelli ci informi di pericoli a cui molti non avevano pensato . Informazioni che dovrebbero essere fornite dal Ministero della Sanità se fossimo in un paese serio.Non si può contrattare la salute dei cittadini con un bussiness dei pizzaioli.

Paolo
Paolo
7 Ottobre 2014 11:17

La farina 00 è una farina raffinata con solo amido e glutine che non fanno di certo tanto bene e lo confermano il fior fiore di medici, quindi quest’affermazione che dite “Purtroppo il giornalista Bernardo Iovene nel servizio intervista anche Franco Berrino, che punta il dito sulla farina doppio zero utilizzata nella pizza (ma anche in tutti i panifici per il pane) facendo inopportuni collegamenti tra questa farina, la glicemia e il cancro e invitando ad usare farina integrale. Sicuramente le singolari considerazioni di Franco Berrino faranno scalpore, ma per fortuna si tratta di una voce isolata tra i nutrizionisti.” è abbastanza una errata.

Rossella
Rossella
8 Ottobre 2014 09:07

Mi sembra veramente incredibile che sia dovuta intervenire la Gabanelli a svelarci che i prodotti bruciati contengono sostanze cancerogene.Se si tratta di informare il consumtarore che occasionalmente nella sua dieta può assumere una parte bruciata di pizza (ma è molto facile scartare un bordo bruciato, vedo che tutti lo fanno), non c’è bisogno di far precedere la trasmissione da tanti annunci, ingenerando attesa come se sulla pizza si stesse per svelare chissà cosa. Questa volta ciò che è cottura naturale non va bene? Per secoli l’uomo si è alimentato cuocendo con legna e carbone … Se lo scopo è travestire tutto da scoop, allora, parafrasando la Gabanelli, basta saperlo …

Costante
Costante
9 Ottobre 2014 00:06

La Gambanelli ci ha fornito anche servizi interessanti e molto importanti, ,ma se ha indotto i suoi collaboratori ad avallare servendosi di “esperti” poco esperti queste considerazioni quantomeno imprecise ed eccessivamente allarmistiche tali da male informare i consumatori, vuol dire che si sta veramente bruciando.

Luc Bosmans
Luc Bosmans
10 Ottobre 2014 19:01

C’è anche la lista dove hanno controllato le pizze?
Torno spesso in Italia, mi piace la pizza vera!