Donna con in mano mele fresche mature rosse e verdi all'aperto, primo piano frutta mela scegliere scelta offrire

È inevitabile: ogni volta che mangiamo, ingeriamo pesticidi. Chiariamoci, nella maggior parte dei casi si tratta di residui infinitesimali: secondo i dati dell’ultimo rapporto dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), solo il 28% della frutta e della verdura sul mercato europeo presentava tracce di pesticidi nei limiti consentiti, mentre il 2% ha superato le soglie normative e l’1% era non conforme.

Tuttavia, ogni giorno rischiamo di entrare in contatto con un cocktail di decine di sostanze: “Una mela può ricevere fino a 36 trattamenti chimici: se ne possono trovare in media sei quando arriva ai consumatori”, racconta a 60 Millions de Consommateurs Xavier Coumoul, tossicologo  dell’Inserm (Istituto nazionale francese per la salute e la ricerca medica). Se la percentuale di prodotti ortofrutticoli con residui di pesticidi rilevabili è rimasta pressoché invariata negli ultimi 25 anni, è invece raddoppiato il numero di campioni con più di una sostanza attiva, secondo l’associazione ambientalista Générations Futures.

Pesticidi e rischi per la salute

Ma quale rischi pone questa assunzione costante ai pesticidi? Uno studio del 2021 dell’Inserm ha rilevato una correlazione tra l’esposizione durante la gravidanza e nella prima infanzia e il rischio di alcuni tumori: un legame osservato anche in un recente studio statunitense. Inoltre, l’esposizione delle madri durante la gravidanza agli insetticidi organofosfati, ormai vietati, e ai piretroidi è collegato a disturbi dello sviluppo neuropsicologico e motorio dei nascituri.

Lo stesso studio ha rilevato un legame tra l’esposizione al glifosato, già classificato come probabilmente cancerogeno dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), e un aumento del rischio di linfoma non Hodgkin negli agricoltori e nelle agricoltrici. Per quanto riguarda alcuni fungicidi, invece, non ci sono abbastanza dati epidemiologici per valutarne gli effetti sulla salute di chi lavora in agricoltura o della popolazione generale. Infine, c’è l’acetamiprid, un insetticida neonicotinoide estremamente dannoso per gli impollinatori: nel 2024, l’EFSA ha espresso forti incertezze sui potenziali effetti neurotossici della sostanza, in particolare sullo sviluppo cerebrale del feto, raccomandando di ridurre la dose giornaliera ammissibile (DGA).

Pesticidi spruzzati da un trattore in un vigneto; concept: vigne, vino, uva
L’esposizione ai pesticidi attraverso il consumo di frutta e verdura è quasi inevitabile

Effetto cocktail

Da diversi anni ormai, ricercatori e ricercatrici si stanno concentrando anche sullo studio del cosiddetto “effetto cocktail”, cioè sui potenziali effetti dannosi di una combinazione potenzialmente infinita di sostanze, che se assunte singolarmente sarebbero innocue. E non ci sono soltanto i pesticidi da considerare, oggigiorno infatti bisogna fare i conti anche con PFAS e microplastiche, i cui effetti sulla salute stanno emergendo con sempre maggiore chiarezza.

Meglio il biologico?

Di fronte a questi dati, viene spontaneo chiedersi se scegliere frutta e verdura biologica sia meglio. Sicuramente i prodotti ortofrutticoli così coltivati hanno meno residui di pesticidi, tuttavia non sembra che l’esposizione ai pesticidi attraverso la frutta e la verdura abbia effetti particolarmente dannosi. “Sembra che mangiare più frutta e verdura abbia un effetto protettivo più forte degli effetti nocivi dei pesticidi. – Spiega Mancini, che ha studiato l’impatto dell’esposizione ai pesticidi e altri inquinanti attraverso l’alimentazione. – Ci si può chiedere quanto frutta e verdura sarebbero davvero benefiche se non contenessero sostanze inquinanti…

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos

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luigiR
luigiR
30 Ottobre 2025 14:46

sarebbe forse utile testare a medio-lungo termine dei campioni di popolazione, proponendo alimentazione bio e non, per poi provare a tirare le somme. tuttavia, non sono d’accordo quando si tenta di minimizzare o, addirittura azzerare, le eventuali possibili conseguenze derivate dall’assunzione di un singolo pesticida presente, seppur in quantità molto basse, su vegetali commestibili

Renata Alleva
9 Novembre 2025 14:35

Ci sono decine e decine di studi, che mostrano che i pesticidi inquinano sopratutto l’ambiente in cui vengono spruzzati. L’esempio del clorpirifos e del glifosato che ritroviamo su tutta la catena alimentare e’ indice che i pesticidi dall’ambiente contaminano acque suoli e lo stesso ISPRA fa un monitoraggio attento delle acque italiane in cui i siti contaminati sono molti. per cui continuare a sostenere che l’agricoltura biologica non serva perche’ mangiare frutta a prescindere e’ il fattore protettivo, dovrebbe essere supportato da studi. E’ invece noto che l’esposoma, ossia l’insieme dei contaminanti a cui siamo esposti sia di gran lunga molto più rilevante sull’incidenza di cancro e anche patologie cardiovascolari e non capire che l’agricoltura biologica sia in realtà uno strumento fondamente per non immettere nell’ambiente ulteriori sostanze tossiche e molte anche interferenti endocrini significa dare una informazione parziale e non corretta

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