Le prime valutazioni sulla morte di Antonella Di Ielsi e della figlia quindicenne Sara Di Vita, decedute all’ospedale Cardarelli di Campobasso rendono sempre meno convincente l’ipotesi di una tossinfezione alimentare “classica” come hanno riportato molti giornali nei giorni scorsi.
Il quadro clinico descritto – caratterizzato da un rapido peggioramento e da gravi danni a carico del fegato – non sembra infatti sovrapponibile alle più comuni intossicazioni alimentari, che raramente determinano un’insufficienza epatica acuta in tempi così brevi. Anche l’ipotesi di un avvelenamento da topicida, circolata nelle ultime ore e legata al sequestro di due sacchi di farina provenienti dal mulino di famiglia posizionato sotto l’abitazione resta al momento priva di conferme analitiche.

In attesa degli esiti ufficiali degli accertamenti disposti dagli inquirenti, il caso solleva interrogativi più ampi sulla natura delle sostanze potenzialmente coinvolte e sui protocolli di analisi applicati quando si indaga su una possibile intossicazione legata a prodotti alimentari. Un terreno sul quale la tossicologia forense invita alla cautela, ma anche a non restringere prematuramente il campo delle ipotesi.
Farina sotto accusa?
Al momento non sono stati resi noti gli esiti delle analisi né confermata ufficialmente alcuna causa dei decessi. Tuttavia, dal punto di vista tossicologico, i principali rodenticidi di uso comune – in particolare quelli anticoagulanti – provocano soprattutto emorragie interne, alterazioni della coagulazione e sanguinamenti diffusi, mentre il danno epatico acuto isolato non rappresenta il quadro clinico più tipico.
Analisi a Campobasso
Il sequestro della farina comporta in genere analisi di laboratorio che non si limitano alla ricerca di rodenticidi, ma comprendono un più ampio spettro di sostanze potenzialmente tossiche. In ambito scientifico sono note, ad esempio, contaminazioni naturali dei cereali da parte di micotossine prodotte da muffe come l’Aspergillus Flavus caratterizzate da una spiccata epatotossicità in grado di causare gravi lesioni del fegato. Qualunque valutazione sul caso specifico, tuttavia, potrà essere formulata solo sulla base dei risultati ufficiali degli accertamenti in corso sui copri delle due vittime decedute all’ospedale Cardarelli di Campobasso.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24


