Un mese fa, abbiamo chiesto al Commissario straordinario per la peste suina (PSA) Vincenzo Caputo di rispondere a 16 domande per fare il punto della situazione. Poi ne abbiamo aggiunta un’altra sulla recentissima nomina nello staff di Giovanni Filippini, ex direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. Ci sembrava pertinente chiedere come mai ci sono voluti 800 giorni per includere nel coordinamento qualcuno che ha maturato una certa esperienza in materia di peste suina. Ci piacerebbe capire come mai in questi 2,5 anni non è stata coinvolta l’Unità Operativa che in Sardegna (prima ancora dell’arrivo di Filippini) ha debellato la peste suina africana.
Le nostre domande sono risultate troppo impegnative per il Commissario straordinario che non ha risposto al 40% dei quesiti, nel restante 20% dei casi ha formulato inutili frasi di circostanza e negli altri casi ha fatto considerazioni di poco rilievo.
Dal punto di vista giornalistico l’intervista è un ‘disastro’, che però riflette la situazione sul campo (2.161 carcasse di cinghiali positivi alla peste suina rinvenute dal gennaio 2022, con ritrovamenti in forte crescita: 131 negli ultimi 16 giorni, quasi il 6% del totale).
Le zone coinvolte in Nord Italia comprendono la Liguria, il Piemonte, la Lombardia, e da qualche settimana Parma – compresa Langhirano, la patria del prosciutto – e aree intorno a decine e decine di allevamenti di suini. C’è di più: le importazioni di salumi di molti Paesi sono bloccate e dubbi aleggiano per il prosciutto crudo di Parma. Di fronte a questo disastro annunciato, frutto dell’incapacità dei Commissari straordinari, che hanno coordinato sino ad ora le operazioni insieme a tre ministeri, non c’è da stupirsi se le risposte di Vincenzo Caputo all’intervista si distinguono per formalità e insipienza. Un segnale che non lascia ben sperare per il futuro.
1) Il report Ue pubblicato poche settimane fa, delinea il punto della situazione rilevato nel maggio 2023 a distanza di 1,5 anni dall’inizio dell’epidemia di peste suina in Italia. Il report promuove i veterinari, ma punta il dito contro le Regioni, il Governo dicendo che hanno fatto poco o niente. Adesso la situazione è peggiorata cosa può dire?
Nei giorni scorsi si è tenuta a Bruxelles, presso la DG SANTE (Direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare, ndr), una riunione con i vertici politici e due riunioni tecniche. In un clima di sereno confronto si è deciso di redigere una road-map verso la quale ci siamo già attivati.
2) Che ruolo hanno svolto il Consorzio del prosciutto di Parma e San Daniele, e Coldiretti nella vicenda essendo direttamente interessate al problema? Hanno cercato di sensibilizzare le strutture territoriali, il commissario straordinario o il ministero sollecitato interventi appropriati?
I Consorzi citati hanno sempre avuto un ruolo di sensibilizzatori dei vari livelli istituzionali richiesti
3) Chi non ha voluto recintare subito l’area ligure e piemontese interessata per arginare la peste suina? Più di un esperto sostiene che bisognava chiudere l’area e lasciare i cinghiali in pace (animali territoriali) e una volta chiusa l’area la popolazione si sarebbe autoestinta per la malattia e si poteva anche avviare un’azione di depopolamento? Nessuno ha preso in considerazione questa ipotesi?
Nell’area ligure-piemontese sono state già installate 160 km di barriera così come definito dagli esperti. Le barriere rappresentano solo una delle quattro azioni strategiche individuate per l’eradicazione del virus, purtroppo l’orografia del territorio italiano rende difficoltosa una soluzione classica di questo tipo, come viene indicato dagli esperti del settore.
4) È vero che il primo commissario non aveva soldi e i ministeri non hanno capito bene la gravità del problema e hanno perso un anno a dibattere?
Nessuna risposta
5) Cosa state facendo concretamente per arginare la peste suina? Assosuini si lamenta pesantemente e anche Confagricoltura punta il dito contro il governo dicendo che si cerca di tranquillizzare il settore con 40 milioni di ristori
Abbiamo organizzato gruppi operativi territoriali e coinvolto strutture militari, forze dell’ordine e protezione civile che, in base all’ultimo decreto legge agricoltura, rientrano a pieno titolo come soggetti istituzionali preposti a supportare le attività di superamento del contesto di urgenza epidemiologica in atto.
6) Quale contributo possono dare alla riduzione dei cinghiali 177 tiratori dell’esercito su un territorio grande tre volte la Lombardia? Non ci sono già migliaia di cacciatori? Forse andavano prese iniziative all’inizio organizzando i cacciatori in modo adeguato e inserendo un premio di 100-150 euro ad ogni abbattimento. Non le sembra una scelta demagogica per mascherare l’incapacità di risolvere il problema secondo alcuni addetti ai lavori ormai fuori controllo?
Abbiamo anche implementato un sistema di bioregolazione con oltre 15mila soggetti qualificati attraverso una formazione specifica ed avviato una campagna di catture che comincia a dare risultati sorprendenti. Sono allo studio ulteriori forme di finanziamento come per altro già indicato nel DL agricoltura
7) Quante risorse sono state investite sino ad ora? Con quali risultati?
Nessuna risposta
8) È possibile sapere quanti cinghiali vengono abbattuti ogni settimana o ogni mese?
I dati degli abbattimenti nel primo quadrimestre 2024 dimostrano una crescente attenzione da parte delle regioni al problema
9) Esiste una stima reale dei cinghiali presenti sul territorio o bisogna accontentarsi di cifre basate su interpretazioni prive di serio fondamento?
Nessuna risposta
10) La Cabina di regia del Commissario si affida alle Regioni non dovrebbe essere il Commissario a tracciare le linee delle cose da fare?
Le Regioni sono in costante contatto con la struttura commissariale. Infatti nella normativa di riferimento il Commissario è il coordinatore dei gruppi operativi territoriali.
11) I turisti e le persone che fanno escursioni nei boschi delle aree ‘contaminate’ devono rispettare certe misure di sicurezza (come ad esempio disinfettare scarpe e vestiti) ma i cani dei cacciatori che vengono a contatto con le carcasse possono essere un veicolo importante del virus?
Nessuna risposta
12) Qualche politico parla di rinegoziare a livello UE le regole sulle ristrettezze da adottare in caso di peste suina. Ma se gli altri Paesi hanno affrontato il problema con queste regole perché non devono valere per noi?
Nessuna risposta
13) Perché, non essendo di fronte a un virus misterioso come è successo per il Covid, ma trattandosi di una patologia ben conosciuta le autorità locali, i commissari e i ministri hanno dimostrato questa incapacità nell’affrontare il problema? Adesso perché fidarsi delle stesse strutture per uscire dalla crisi?
Nessuna risposta
14) Si parla di 3-5 anni per chiudere il capitolo peste suina: non le sembra tanto?
La lotta contro la PSA in ambiente libero implica certamente tempi diversi da quelli di un ambiente zootecnico.
15) Qual è la situazione per quanto riguarda le esportazioni dei salumi? La lista dei Paesi che hanno deciso di porre limiti alle importazioni si è allungata? Quali sono le prospettive?
Nessuna risposta
16 ) Il virus è già filtrato in 21 allevamenti, ci sono probabilità che altri ne siano coinvolti?
Al momento non abbiamo malattie nei suini domestici
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Ho la risposta alla domanda 12. Perchè noi italiani siamo più bravi, belli e buoni degli altri. Abbiamo le eccellenze, i Disciplinari rigidissimi, il made in Italy. Gli altri invece sono dei buoni a nulla e sono i figli della serva….
Letta questa risposta, mi sono messo a ridere (amaro): “I Consorzi citati hanno sempre avuto un ruolo di sensibilizzatori dei vari livelli istituzionali richiesti”
Se avesse letto i vari articoli de Il Fatto Alimentare sull’argomento, avrebbe potuto dare risposte più sensate.
bravissimi
Apprezzo il lavoro d’inchiesta svolto e gli approfondimenti sulla materia. Tuttavia, da veterinario impegnato sul campo in Sardegna contro la PSA, ritengo doveroso sottolineare una “piccola” imprecisione che riguarda il ruolo del Dottor Filippini nella eradicazione della malattia in Sardegna. Egli ha ricoperto il ruolo di direttore dell’IZS di Sassari dal maggio 2021, e in seguito responsabile della Unità di Progetto, quando la PSA in Sardegna era già eradicata. Perciò egli ha, si, acquisito um po’ di esperienza in Sardegna, ma non può essere certo considerato l’artefice della eradicazione della malattia in “oltre 10 anni”. È più probabile che invece i suoi “sponsor” politici lo abbiano, per così dire, spostato in una zona più confortevole visto il cambiamento al vertice regionale sardo. L’Unità di Progetto (una grande operazione di coinvolgimento istituzionale che ha avuto ragione sulla PSA in Sardegna) aveva altra guida.
Grazie.
Aggiungerei che eradicare la PSA in 30 anni non dovrebbe essere interpretato come un successo nè un modello da riproporre, tenendo conto delle differenze tra realtà socio economiche e interessi, territori (insulare/appenninico) e i due stipiti virali (virulenze differenti).
Esatto !! Ad un certo punto in passato per poter esportare nel mondo (avendo la PSA di fatto sul territorio nazionale) abbiamo dovuto dire praticamente che la Sardegna non era Italia. Ma ci stava…sul “Continente” la PSA non c’era.
i primi casi in Sardegna risalgono a …? Grazie
Addendum al commento precedente. Ho fatto parte del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, per nomina della ministra Giulia Grillo, dal 2019 al 2023.
Ma chi è questo Caputo? Che competenze ha?
un suo cv sarebbe utile
Avete detto bene: intervista inutile.
Ma utile a farci capire che la barca è in alto mare, nella tempesta più nera, e senza guida al timone…
domanda :perché in Toscana non esiste la peste suina ed in tutte le altre regioni limitrofe e confinanti esiste e le ultime rilevazioni effettuate a quando e risalgono e perche?
Ma come mai sul sito Vetinfo del Ministero della Salute non vengono registrati tutti i suini abbattuti? come mai non viene fatta l’analisi a tutti i suini ritrovati o abbattuti in zone di restrizione? Le associazioni territoriali dei cacciatori sono arrabbiatissime!!! Almeno in provincia di Piacenza, Parma e Reggio Emilia deve emergere il meno possibile per volontà del Consorzio del Prosciutto di Parma la più grande lobby italiana…