Le patatine fritte, quelle che accompagnano l’aperitivo, sono irresistibili: croccanti e salate, si trovano anche all’aroma di pomodorini, lime, peperoncino, paprika, salsa barbecue, se non addirittura tartufo o aceto balsamico. L’assortimento delle patatine aromatizzate comprende sia prodotti di marchi noti sia con i marchi dei supermercati, proposti nelle linee standard e in quelle “premium”, distinguibili a colpo d’occhio per il prezzo più alto e il design delle confezioni più curato. Abbiamo fatto un confronto fra alcune patatine a marchio San Carlo (linea Piùgusto), Pata (Metodo artigianale), Amica Chips (Eldorada e Alfredo’s), Lay’s e Kettle, oltre che Coop (prodotte da Pata), Esselunga (sfornate da Amica Chips), Despar Premium (prodotte in Svizzera) e Pam (prodotte da Pata). Abbiamo considerato anche le Pringles (al gusto pizza) perché pur non essendo vere e proprie patatine si tratta di un prodotto analogo.
Gli ingredienti fondamentali sono, naturalmente, patate, olio e sale. Il grasso di frittura è nella maggior parte dei casi olio di girasole, con due eccezioni: San Carlo che usa una miscela di olio di girasole e palma, mentre Lay’s utilizza olio di mais.
Le Pringles invece non sono ricavate da sottili fettine di patata, ma sono prodotte a partire da patate disidratate (una sorta di “farina”), grassi, farina di riso e di mais e un lungo elenco di additivi (vedi la tabella sotto).
L’apporto calorico varia da circa 480 kcal/100 g per Amica Chips, Pata e Coop, fino a 550 kcal/100 g per le chips Esselunga ai pomodorini. In modo analogo variano i grassi: dal 23 al 33%. Il sale va dall’1% – nelle patatine Coop alla paprika e Pata al peperoncino – all’1,6% nelle Kettle all’aceto balsamico. Grassi e sale sono gli aspetti che maggiormente incidono sulla valutazione nutrizionale. Se applichiamo il Nutri-Score (il sistema di etichetta a semaforo utilizzato in Francia che prevede cinque livelli di valutazione, da A, colore verde, per gli alimenti più equilibrati, a E, colore rosso, per quelli da consumare con moderazione) questi snack ottengono una C (colore giallo) oppure una D (arancione).
Mentre le patatine classiche sono prodotte con pochi ingredienti (patate, olio e sale, ne abbiamo parlato qui), tuttavia non sono alimenti da consumare spesso, quelle aromatizzate, nella maggior parte dei casi, hanno un elenco lungo e complicato, per la presenza di numerosi additivi. Contengono aromi, maltodestrine, esaltatori di sapidità, zucchero o edulcoranti, come l’aspartame delle patatine Lay’s. Siamo di fronte ad alimenti che possiamo includere nella classe di cibo ultra-trasformato, e come tali devono essere consumati con moderazione.
In alcuni casi tra gli ingredienti troviamo anche lattosio, siero di latte in polvere o proteine del latte, aspetti cui devono fare attenzione i soggetti intolleranti. Le patatine con la lista più lunga sono le Pringles, seguite dalle Lay’s, mentre le più “semplici”, fra quelle che abbiamo considerato, sono a marchio Pata e Coop (prodotte dalla stessa Pata). Si tratta di prodotti che risultano i “meno peggio” anche per quanto riguarda il contenuto di grassi e sale.
I prezzi sono molto differenziati, soprattutto quando si considerano le linee “premium”. I prodotti a marchio Pam, Esselunga e Coop rimangono intorno a 7-7,5 €/kg, mentre le patatine al pomodoro e basilico della linea Despar Premium costano circa 18 €/kg. Pata, Amica Chips, San Carlo e Lay’s hanno prezzi variabili da 8 a 11 €/kg, per le Pringles si arriva a 12-16 , per le Kettle all’aceto balsamico 15, mentre quelle al tartufo Alfredo’s truffle toccano quasi 24 €/kg.
Vista la quantità di grassi e il gran numero di additivi presenti in molti prodotti, oltre ai prezzi a volte elevati, non si può dire che siano prodotti da mettere nel carrello della spesa settimanale.
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.