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Secondo le risultanze del progetto europeo HabEat (ne abbiamo parlato nell’articolo Come far amare frutta e verdura ai bambini?), all’inizio dell’alimentazione complementare (svezzamento) è importante offrire quotidianamente al bambino una singola verdura, variandone il tipo ogni giorno per 5 giorni e poi ripetendo il ciclo. Dopo circa due settimane dedicate esclusivamente alle verdure, si passa all’introduzione della frutta e, successivamente, a quella degli altri alimenti (Figura 1).

Le verdure e la frutta dovrebbero essere offerte nella forma più naturale possibile, ovvero crude o, nel caso delle verdure, cotte al vapore e senza aggiunta di altri ingredienti. In questo modo si preservano le loro proprietà nutrizionali e organolettiche, favorendo un’alimentazione che aiuta il bambino a scoprire e apprezzare i sapori autentici. Una strategia, questa, preziosa anche per prevenire, in futuro, la dipendenza da cibi ultra processati

Un esempio di inizio dell alimentazione complementare dello svezzamento secondo HabEat
Fig.1. Un esempio di inizio dell’alimentazione complementare secondo HabEat

Ovviamente, queste raccomandazioni risultano facilmente applicabili quando le pappe vengono preparate in casa utilizzando frutta e verdura fresche e di buona qualità. Ma sono esse compatibili con la crescente tendenza a sostituire le preparazioni casalinghe con omogeneizzati commerciali?  Premesso che nessuno prodotto alimentare industriale potrà mai eguagliare il valore nutrizionale e la genuinità delle pappe fatte in casa, è comunque consigliabile, laddove necessario, optare per omogeneizzati di produzione industriale che rispettino il più possibile tali raccomandazioni.

Le etichette degli omogeneizzati

A tal fine, un’attenta lettura di quanto riportato in etichetta, passaggio fondamentale per compiere scelte consapevoli riguardo a qualsiasi alimento, assume un’importanza peculiare nel caso degli omogeneizzati per lo svezzamento. Si tratta, infatti, dei primi alimenti solidi introdotti nella dieta del bambino e, perdipiù, in una fase della vita in cui il sistema immunitario e quello digestivo sono ancora in via di maturazione. Per tale motivo, la normativa europea (Regolamento UE n. 609/2013 e Regolamento Delegato UE 2016/127) stabilisce criteri rigorosi in materia di composizione ed etichettatura degli alimenti per l’infanzia, vietando, tra l’altro, l’aggiunta di sostanze non idonee. Inoltre, la Direttiva 2006/125/CE definisce rigorosi limiti per quanto riguarda i residui di pesticidi ammessi negli alimenti destinati ai lattanti e ai bambini nella prima infanzia.

Gli ingredienti

L’etichetta degli omogeneizzati permette di conoscere quanti e quali ingredienti sono stati utilizzati (sono elencati nella lista in ordine decrescente di quantità) e di verificare se tra gli ingredienti sono presenti sostanze indesiderate, come gli zuccheri aggiunti o impiegate soltanto per fini tecnologici, come l’amido. Del rischio per la salute dei bambini dovuti alla presenza di zucchero aggiunto nei prodotti alimentari industriali a loro destinati, abbiamo già parlato in un precedente articolo “Troppi zuccheri aggiunti negli alimenti per bambini piccoli. L’analisi di 23 prodotti scelti tra biscotti, pappe e succhi“.

È possibile, inoltre, conoscere la provenienza della frutta e della verdura (se da agricoltura convenzionale, biologica o biodinamica) grazie alla presenza, in etichetta, del logo europeo per il biologico e, nel caso dei prodotti biodinamici, del relativo marchio specifico.

logo biologico e logo demeter agricoltura biodinamica
In alto il logo europeo del biologico e sotto il logo Demeter

È consigliabile introdurre nello svezzamento omogeneizzati contenenti frutta e verdura di origine biologica o biodinamica. Tale scelta è motivata non tanto dal minor rischio di presenza di residui di pesticidi rispetto agli omogeneizzati con la stessa frutta e verdura ma convenzionali (è opportuno ribadire, a tale riguardo, che la normativa vigente in materia di livelli di pesticidi nei baby food convenzionali è particolarmente restrittiva), quanto  dalla loro potenziale superiorità in fatto di qualità nutrizionale, organolettica, come evidenziato da studi recenti (per una rassegna, vedi: Hurtado-Barroso S. et al., Organic Food and the Impact on Human Health, Crit. Rev. Food Sci. Nutr., 59, 2019; Santoni M. et al., A Review of Scientific Research on Biodynamic Agriculture, Org. Agric., 12, 373–396, 2022).

Non va nemmeno trascurato che scegliere di comprare alimenti provenienti da agricoltura biologica e biodinamica ha un valore sociale perché sostiene modelli agricoli più sostenibili, rispettosi dell’ambiente e del benessere animale, ed esprime solidarietà verso gli agricoltori che adottano pratiche di coltivazione responsabile.

L’etichetta riporta, oltre alla data di scadenza, anche il peso e il prezzo del prodotto. A questo riguardo è bene precisare che, poiché il peso della confezione può variare a seconda della marca, il confronto tra prezzi di prodotti diversi andrebbe fatto basandosi sui prezzi unitari (prezzo della confezione/peso).

Come scegliere

Mi preme raccomandarvi di non lasciarvi trarre in inganno dalla dicitura “100% naturale” presente sull’etichetta di alcuni omogeneizzati. Questo claim, infatti, non significa, ovviamente, che il prodotto non abbia subito processi di trasformazione industriale, né garantisce che sia privo di ingredienti accessori, come amido, succhi di frutta concentrati, farina di riso o additivi alimentari, che, seppure naturali, sono comunque a discapito della genuinità. E non assicura nemmeno che  la frutta e la verdura provengano da agricoltura biologica o biodinamica.

In linea con le raccomandazioni del progetto HabEat, possiamo valutare gli omogeneizzati in base ai seguenti criteri (tab.1)

tabella griglia di valutazione degli omogeneizzati frutta e verdura HabEat
Tab. 1. Griglia di valutazione degli omogeneizzati

Gli omogeneizzati al supermercato

Di seguito sono riportate, a titolo esemplificativo, le etichette di omogeneizzati di carota (tab. 2) e di mela (tab. 3), accompagnate da una valutazione basata sui criteri appena illustrati. Tali prodotti rispettano il primo requisito indicato da HabEat, cioè contenere un solo tipo di verdura o di frutta.

Prima di passare alla valutazione ritengo necessario premettere che sono numerose le aziende che producono omogeneizzati di frutta e verdura per lo svezzamento. Tuttavia, a quanto mi risulti, soltanto due marchi, Plasmon e Mellin, offrono una reale varietà di omogenizzati a base di un singolo ortaggio (carota, broccoli, zucca, cavoli, o cavolfiori). La maggior parte delle aziende, invece, propone al massimo un solo tipo di omogeneizzato monoverdura, oltre a omogeneizzati di verdure miste. Diversa è la situazione per la frutta, dove l’offerta di omogeneizzati monofrutto risulta decisamente più ampia.

Tabella Le etichette degli omogeneizzati di verdure HabEat 2025
Tab. 2. Le etichette degli omogeneizzati di verdure

La frutta

Per quanto riguarda gli omogenizzati di frutta (tab. 3), vi segnalo che un non trascurabile numero viene reclamizzato “senza zuccheri aggiunti”. In effetti, in alcuni casi, si tratta di una mezza verità in quanto lo zucchero può essere stato aggiunto utilizzando ingredienti, come i succhi concentrati di frutta, che sono appunto ricchi di zucchero. Il succo concentrato di mele, per esempio, può contenere anche l’80% di zucchero sotto forma di glucosio e fruttosio.

Tabella Le etichette degli omogeneizzati di frutta HabEat 2025
Tab. 3. Le etichette degli omogeneizzati di frutta

Per quanto riguarda al prezzo, va detto che gli omogenizzati biologici, purtroppo, sono abbastanza più costosi di quelli convenzionali. Per avere un’idea della differenza di prezzo, vi riporto due omogenizzati di mela prodotti dalla stessa ditta (tab. 4).

omogeneizzato plasmon 2025 confronto mela bio
Tab. 4. Confronto tra due omogeneizzati di mela della stessa marca, uno convenzionale e l’altro biologico

L’omogeneizzato bio costa circa il 40% in più rispetto alla versione convenzionale e, per di più, contiene una quantità inferiore, anche se di poco, di purea di mela. Questa differenza di prezzo tra prodotti bio e non bio è comune all’intera offerta presente sul mercato, sia che si tratti alimenti freschi, come frutta e verdura, sia di prodotti alimentari industriali. Essa può creare perplessità nei genitori attenti alla qualità dell’alimentazione del proprio bambino ma anche al bilancio familiare, soprattutto quando quest’ultimo è piuttosto limitato.

Perché il bio costa di più? È possibile renderlo accessibile a tutte le tasche?  Ne parliamo in questo articolo, dedicato allo svezzamento con frutta e verdura biologica o biodinamica.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphos.com

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