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Biologico o convenzionale? Secondo l’ultimo dossier di Legambiente Stop pesticidi nel piatto 2024, solo il 25% dei campioni di frutta analizzati è risultato privo di pesticidi, mentre il restante 75% ne conteneva, anche se solo nell’1,5% i residui erano presenti oltre i limiti consentiti (ne abbiamo parlato qui: Residui di pesticidi nella frutta: il 74% non è idoneo per i bambini). Per la verdura, il 57% dei campioni era privo di residui, mentre il restante 43% ne conteneva alcuni con circa l’1,4% era oltre i limiti di legge.

A conferma del fatto che questo quadro non è del tutto rassicurante, soprattutto in relazione ai rischi per la salute dei più piccoli, c’è la dichiarazione dell’EFSA secondo cui i limiti legali dei residui di pesticidi negli alimenti destinati ai bambini dovrebbero essere rivisti e, se necessario, abbassati. L’obiettivo è – cito testualmente – tutelare ulteriormente i piccoli dai rischi potenziali posti dai residui di pesticidi presenti negli alimenti (EFSA, Residui di pesticidi: nuovo parere su alimenti per lattanti e bambini nella prima infanzia).

Pesticidi e patologie

Questa raccomandazione si giustifica con il fatto che, secondo recenti ricerche, esiste un possibile nesso tra l’esposizione precoce dei bambini a residui di pesticidi e l’aumento, cui stiamo assistendo, di numerose patologie infantili (UNICEF, Understanding the Impacts of Pesticides on Children: A discussion paper, 2018).

A mio avviso, per proteggere i bambini dai rischi legati all’ingestione di residui di pesticidi, i limiti di tali sostanze negli alimenti andrebbero rivisti non solo per gli alimenti impiegati nelle prime fasi dello svezzamento, vale a dire frutta e verdura, ma anche per quelli consumati dalle madri durante la gravidanza e l’allattamento. È infatti documentato che i pesticidi ingeriti dalla madre possono essere trasferiti al feto attraverso la placenta e al lattante attraverso il latte materno (Giannattasio M. Gravidanza e alimentazione: nutrire anima e corpo con cibo di qualità. I quaderni di Valore Alimentare).

Giovane donna attraente in una fattoria. Donna agricoltore che raccoglie frutta dal suo orto biologico. Agricoltura: donna che raccoglie mele mature in giardino durante l'autunno. sostenibilità
Il biologico si ispira ai nobili principi dell’agroecologia

In attesa di una legislazione che recepisca raccomandazioni dell’EFSA, sarebbe auspicabile che le donne durante la gravidanza e in allattamento, così come i bambini nella fase dello svezzamento, consumassero frutta e verdura provenienti da aziende agricole che, attente alla sostenibilità e alla salute pubblica, utilizzano i pesticidi in modo responsabile.

I costi del biologico

I prodotti biologici e biodinamici rappresentano una valida scelta, ma, purtroppo, costano di più di quelli convenzionali e quindi non sono accessibili alle famiglie con basso reddito. Il maggior costo dei prodotti biologici e biodinamici è dovuto in primo luogo ai più elevati costi di produzione e commercializzazione: maggiore richiesta di manodopera, standard qualitativi più elevati per le materie prime, spese aggiuntive per certificazioni e controlli, e, non di rado, rese inferiori. Inoltre, a differenza dei prodotti convenzionali che raggiungono gli scaffali dei supermercati grazie a una rete distributiva ampia e bene organizzata, i prodotti bio si appoggiano a una rete commerciale poco capillare e devono perciò affrontare un percorso di distribuzione più complesso e talvolta più oneroso per arrivare ai negozi specializzati. Infine, poiché  attualmente l’offerta dei prodotti biologici e biodinamici è inferiore alla domanda, in base alla legge della domanda e dell’offerta, i prezzi tendono ad essere elevati.

Agroecologia

L’auspicio è che sempre più aziende agricole si convertano a praticare l’agricoltura biologica e biodinamica o altri metodi agricoli che si ispirano ai nobili principi dell’agroecologia. L’aumento della produzione di alimenti di alta qualità che ne deriverebbe, accompagnato da politiche commerciali più eque, che includano, oltre a incentivi economici e agevolazioni fiscali per i produttori sostenibili, anche il sostegno alla vendita diretta tra produttori e consumatori e politiche di prezzo equo, consentirebbe una maggiore disponibilità di questi alimenti e una significativa riduzione dei costi di produzione. In questo modo, il prezzo potrebbe diminuire, rendendone l’acquisto accessibile anche per alle famiglie con redditi bassi.

Il conseguimento di questi obiettivi rappresenterebbe una conquista sociale di grande rilievo inserendosi nella visione One Health, secondo cui la salute umana, animale e ambientale sono profondamente connesse. Promuovere un’agricoltura basato sui principi dell’agroecologia significa investire in un futuro più sano per la terra, le piante, gli animali e l’essere umano.

Il biologico per tutti

A questo proposito, vi confesso di coltivare da tempo il sogno di veder nascere cooperative agricole innovative, il cui obiettivo principale sia garantire cibo sicuro, sostenibile e salutare alle fasce più vulnerabili della popolazione, che più di altre necessitano di protezione e attenzione.

Iniziative di questo tipo stanno già prendendo piede anche in Italia, e il fatto che siano spesso guidate da donne lascia ben sperare nella loro riuscita. Terra e donna condividono il privilegio e l’onere della maternità: entrambe, come Demetra, la figura mitologica che fu donna, madre e divinità dei campi, generano, nutrono e rinnovano la vita. Del resto, è stata la donna a prendersi cura della Terra in maniera responsabile per millenni, fino a quando l’uomo non l’ha esautorata da questo compito, trasformando l’agri-coltura, cioè cura dei campi, in un sistema produttivo che agri-tortura perché dominato da logiche industriali di sfruttamento dalla terra, delle piante, degli animali e dei contadini.

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Matteo Giannattasio
Matteo Giannattasio
24 Giugno 2025 12:09

Aggiungo, come chiosa dell’articolo, che fu la donna a coltivare la Terra fino a quando l’uomo, da cacciatore, diventato coltivatore, non la esautorò da questo compito. Tuttavia, a guardare l’evoluzione dell’agricoltura, in lui è forse rimasto un briciolo della sua mentalità di dover ammazzare per sopravvivere. Col tempo, infatti, sostenuto e manipolato dalle aziende produttrici di concimi di sintesi, come i nitrati, prima utilizzati per fabbricare esplosivi, e di pesticidi, tra cui l’Agente Arancio, un potente e tossico defogliante utilizzato a piene mani nella guerra dei Vietnam, egli ha trasformato l’agri-coltura, intesa come cura della terra, in agri-tortura, un sistema agricolo sottomesso a logiche industriali di sfruttamento della terra, delle piante e degli animali. I contadini onesti, che praticano un’agricoltura nobile e rispettosa, meritano il nostro apprezzamento e sostegno, perché, onorando la terra, onorano anche noi.

luigiR
luigiR
24 Giugno 2025 14:07

agricoltura biologica vuol dire rispetto del sé e di ciò che lo circonda.

Luca Spinelli
24 Giugno 2025 17:27

Sarebbe interessante approfondire come rendere economicamente accessibile il biologico a tutte le fasce sociali 😉

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