Il consumo dell’olio di palma va ridotto soprattutto nei bambini tra i tre e i 10 anni e negli adulti con fattori di rischio cardiovascolare. Questa è, in sintesi, la conclusione del parere pubblicato recentemente sul sito del Ministero della salute in merito alla tossicità dell’olio di palma, e che si basa sulle raccomandazioni di una sana e corretta alimentazione delle principali organizzazioni e agenzie internazionali.
Il quesito nasceva poiché la composizione dell’olio di palma, tra tutti i grassi vegetali presenti sul mercato, si caratterizza per una percentuale elevata di acidi grassi saturi, il cui consumo è stato correlato a un maggior rischio cardiovascolare. In base alle raccomandazioni dell’Oms e delle maggiori agenzie internazionali, il consumo di acidi grassi saturi compatibile con una sana alimentazione non deve superare il 10% del fabbisogno calorico quotidiano e pertanto, poiché la presenza dell’olio di palma è largamente diffusa, soprattutto nei prodotti industriali, molto utilizzati, l’invito a un contenimento dei consumi di questa tipologia di prodotti è parsa un’indicazione adeguata per riequilibrare l’assunzione giornaliera di acidi grassi nella nostra dieta e in particolar modo nei bambini che sono, in base ai dati di consumo, i maggiori fruitori di questi alimenti.
La raccomandazione vale anche per gli obesi, gli ipertesi, i dislipidemici che mostrano, in base alle indicazioni della letteratura scientifica, il maggior rischio di eventi cardiovascolari a fronte di un maggior consumo di grassi saturi.
I dati di consumo italiani, aggiornati al 2006, su cui si è basata la valutazione dell’Iss e dai quali è scaturito l’invito alla moderazione, sono gli unici scientificamente validati e attribuiscono un consumo di grassi saturi alla popolazione adulta pari a 27,2 grammi contro i 22 raccomandati e un consumo di saturi di 27,8 grammi per la fascia di età tra i tre e i 10 anni.
Tuttavia è allo studio l’aggiornamento dei dati di consumo nazionale, in collaborazione con il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (Crea) e il Ministero della salute. Esistono anche dati che vengono riferiti indirettamente al consumo, ma che tengono conto di altri parametri come l’import-export o le vendite dei prodotti. Non sono, perciò, scientificamente validati e tutt’al più esprimono una stima, su cui non è possibile dare indicazioni circa la relazione tra formulazione dei prodotti e gli effetti sulla salute.
Oltre a moderare il consumo di grassi saturi, nel parere è contenuto l’invito ad aumentare contemporaneamente l’assunzione di acidi grassi monopolinsaturi contenuti in oli come quello di semi di girasole, di mais, di arachidi, e a fare una dieta il più possibile varia ed equilibrata a base di nutrienti come gli omega 3 o acido linoleico od oleico, contenuti in alimenti come l’olio d’oliva, il pesce e altri oli vegetali.
Marco Silano (ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità che ha redatto il parere sull’olio di palma nel marzo 2016)
Ma se c’è scritto pure nel titolo:
“Olio di Palma: abbassare i consumi COME PER TUTTI I GRASSI SATURI”.
E’ un parere nutrizionale ragionevole: l’olio di palma è un grasso saturo e non ha rischi diversi da tutti gli altri grassi saturi ed è giusto non abusarne. Tutto lì.
Nel testo che avete riportato, infatti, di tossicità non c’è traccia…
Il parere dell’ISS infatti riguardava i grassi saturi e la presenza molto diffusa del palma nei prodotti industriali. Invece la presenza dei contaminanti cancerogeni e genotossici nell’olio di palma è evidenziato da uno studio successivo (di pochi mesi) dell’Efsa: http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-sostanze-cancerogene.html
Fino ad ora non siamo ancora morti. Se fra tutte le aziende o studi vari vi mettete d’accordo capiamo qualcosa meglio anche noi consumatori.
Li avete la mia email.
A disposizione
Saluti
Silvia Lavazza
Come si fa a moderare il consumo di olio di palma? In tutti i cibi che contengono grassi c’è questo olio. Cibo x bambini, adolescenti, giovani, adulti, ed anziani! Mi fate capire come si fa?
Adesso c’è la possibilità di scegliere leggendo le etichette . Sul sito trova alla voce biscotti senza olio di palma centinaia di prodotti
Mangiare solo Ferrero che e’ sicuramente il migliore…. Sostenibile e bla bla bla…..
Se uno ci tiene il modo lo trova, che discorsi… Questo è proprio l’atteggiamento passivo che le aziende vogliono dai consumatori.
La resistenza, l’incomprensione, lo schieramento ed il continuo mettere in dubbio ragioni chiare, oggettive, documentate, previdenti ed anche rispettose dell’ambiente, di alcuni fans dei pochissimi produttori rimasti ad utilizzare ancora il pessimo grasso tropicale, molto diffuso in tutti gli alimenti che consumiamo ed in particolare in quelli preferiti dai bambini, ci fa osservare purtroppo che non è questione di comprensione dei consumatori, che hanno capito perfettamente il nocciolo della questione, ma di alcuni irriducibili, mal convinti da questi produttori resistenti che hanno causato il problema e che ancora persistono nella loro opera di confusione di massa, per salvaguardare solamente il loro business.
Oggi mercoledì 16 novembre verso le h.13.45′ ho visto su rete 3 l’ultima metà della trasmissione FUORI TG avente come argomento l’olio di palma, dove la conduttrice dalle domande che poneva si dimostrava completamente all’oscuro (od oscurata) del problema ed i due medici in studio cautamente favorevoli all’olio di palma, mentre sulla diminuzione dell’utilizzo da parte delle industrie ne attribuivano la colpa (io direi il merito) ai consumatori italiani particolarmente sensibili (meno male dico io) ai problemi della slute e dell’ambiente.
Ma si può pagare il canone per vedere trasmissioni del genere?