I test sull’olio extravergine di oliva hanno sempre creato polemiche e dibattiti tra gli addetti ai lavori con accuse reciproche fra le parti non sempre risolte. Ricordo un test sull’olio fatto per la trasmissione Rai Mi Manda Lubrano 30 anni fa che fu oggetto di alcune querele tutte decadute. Da allora la situazione non è molto cambiata. Ogni volta che una rivista pubblica un test sull’olio extravergine, trova sempre bottiglie con difetti che declassano la bottiglia a olio vergine, creando polemiche e anche querele. Per contro va detto che il settore è sempre stato caratterizzato da una costante rincorsa tra produttori furbi pronti a inventare nuovi sistemi per aumentare la quantità di extravergine, e organi di controllo alla ricerca di metodi analitici in grado svelare la truffa.
Test chimici e prove sensoriali per l’olio extravergine
In questa situazione le riviste italiane come Altroconsumo e il Salvagente e anche straniere come Que Choisir o Stiftung Warentest, periodicamente pubblicano test comparativi e ogni volta i risultati vengono contestati dai produttori finiti negli ultimi posti in classifica. Il punto critico è che le prove chimiche vengono in genere superate, mentre nella prova sensoriale, obbligatoria per legge, ogni tanto si registrano giudizi negativi e quindi il declassamento.
Negli ultimi anni le riviste, per evitare spiacevoli incidenti, si affidano a due panel di degustatori per essere certe del risultato, ma non basta. Le aziende rispondono inviando le analisi fatte sui loro lotti che naturalmente promuovono il campione e così si va avanti. Che fare? Difficile dare una risposta perché l’olio è un prodotto molto delicato. Se per esempio viene conservato male in negozio o in magazzino perde caratteristiche organolettiche che lo possono fare degradare da extra vergine a vergine in poco tempo.
Il parere dell’esperto
Secondo Alberto Grimelli direttore di Teatro Naturale (uno dei siti più autorevoli del settore oleario), un lotto creato per un’offerta speciale come il 3 x 2, non ha la stessa qualità della bottiglia proposta a prezzo pieno. Si tratta di un fatto che ben poche aziende ammetteranno pubblicamente ma è la realtà commerciale.
La seconda pratica illecita adottata da alcuni marchi consiste nell’acquisto di olio deodorato. Si tratta di olio con un sapore leggermente anomalo che viene trattato delicatamente per eliminare i difetti organolettici e così diventa quasi per miracolo extravergine. Il problema è che per legge qualsiasi rettifica è vietata, per cui se viene fatta il prodotto deve essere classificato come semplice olio di oliva. Il miracolo può essere fatto ma c’è un piccolo problema, l’olio ‘deodorato’ va consumato in fretta perché i difetti tendono a ritornare e, se la bottiglia rimante troppi mesi in giro, è possibile un cambiamento di sapore.
Cos’è successo?
Ma veniamo alle cronache. La rivista Altroconsumo ha preso in esame 30 oli extravergine e tutti hanno superato le prove chimiche. Buono il giudizio sull’acidità e anche quello sui pesticidi (assenti nei campioni biologici) e poco presenti negli altri casi. La prova di assaggio è stata però la più critica perché è stata affidata a un panel riconosciuto dal ministero delle Politiche agricole che ha bocciato 11 campioni. Gli oli bocciati per la presenza di difetti sono stati riesaminati da un secondo panel internazionale riconosciuto dal Consiglio oleico internazionale. I campioni che hanno fallito anche questo test sono stati declassati a ‘vergini’. Quelli che invece hanno superato la seconda prova sono stati testati una seconda volta da un terzo panel sempre riconosciuto dalle autorità nazionali.
Le precisazioni di Altroconsumo
Altroconsumo avendo ricevuto diverse contestazioni dai produttori, nel commento ha voluto precisare che “Alcuni dei produttori degli 11 oli risultati dalle nostre prove sensoriali ‘vergini’ anziché ‘extravergini’ ci hanno inviato i risultati positivi delle prove affidate a laboratori scelti da loro. Dalla documentazione inviata dalle aziende risulta che la qualità “extravergine” in etichetta corrisponde agli esiti delle prove da essi effettuate. Nessuna volontà di vendere ai consumatori un olio per un altro, quindi. Questo però non smentisce i risultati delle nostre prove, che sono state effettuate da panel ufficiali riconosciuti dalle autorità, nazionali e internazionali”. Come si vede ognuno resta sulle proprie posizioni.
Quali sono le migliori marche di olio extravergine?
Alla fine del test il podio più ambito è stato assegnato a Monini Bios 100% Italiano biologico (11,12 €/l), seguito da Clemente la Terra dell’olio 100% italiano (9,32 €/l), da Carapelli Bio (8,14 €/l), dall’olio della catena di supermercati hard discount Eurospin (Amo essere biologico Podere del Conte 100% Italiano Biologico (6,39 €/l), da Carapelli Il Frantoio (5,41 €/l), Desantis 100% italiano (6,13 €/l), Desantis classico (4,43 €/l), Conad verso Natura Bio (7,64 €/l), De Cecco Classico (5,64 €/l). Interessante notare come nel gruppo degli oli a cui è stato attribuito il giudizio ottimo, troviamo quattro oli biologici italiani, e altri quattro marchi che usano miscele di oli europei (vedi tabella in fondo all’articolo). Nella tabella seguono altri nove marchi di olio giudicato di qualità buona (vedi tabella), uno di qualità media e gli altri sono stati declassati a Vergine.
I premiati tra i discount
Un altro aspetto rilevante è notare come l’olio biologico della catena di hard discount Eurospin Amo essere biologico, Podere del Conte100% italiano (6,39 €/l ) si aggiudica la quarta posizione mentre l’olio firmato da Lidl Primadonna è quello che costa meno (3,79 €/l ) ma è anche tra gli ultimi della classifica. Per quanto riguarda i prezzi il settore è molto ballerino perché si tratta di un articolo regolarmente oggetto a promozioni temporanee da un supermercato all’altro.
Clicca qui per vedere la classifica completa del test sull’olio extravergine di Altroconsumo
1. Monini Bios
Qualità: ottima. Punteggio 78. Prezzo: 11,12 €/l
2. Clemente
Qualità: ottima. Punteggio 75. Prezzo: 9,32 €/l
3. Carapelli Bio
Qualità: ottima. Punteggio 73. Prezzo: 8,14 €/l
4. Eurospin, Amo essere biologico, Podere del Conte 100% italiano biologico
Qualità: ottima. Punteggio 73. Prezzo: 6,39 €/l
5. Carapelli il frantoio
Qualità: ottima, 71. Prezzo: 5,41 €/l
6. Desantis 100% italiano
Qualità: ottima, 71. Prezzo: 6,13 €/l
7. Desantis classico
Qualità: ottima, 71. Prezzo: 4,43 €/l
8. Conad Verso Natura Bio
Qualità: ottima, 70. Prezzo: 5,73 €/l
9. De Cecco classico
Qualità: ottima, 70. Prezzo: 5,70 €/l
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
L’aspetto più interessante, che andrebbe sviluppato, è che l’olio che ha ottenuto il punteggio più elevato è biologico, così come addirittura tre sui quattro che hanno ottenuto le valutazioni migliori e come 4 dei 9 cui Altroconsumo ha attribuito la valutazione di “qualità ottima”.
Se si considera che è condotta con metodo biologico il 23% della superficie italiana a olivo, ci si poteva aspettare una percentuale più o meno analoga nei piani alti delle valutazioni, che invece vedono una quota quasi doppia (44%) di oli biologici.
Anche se l’indagine (analisi chimiche e prove di assaggio da parte di panel di assaggiatori esperti) ha riguardato solo le bottiglie di olio extravergine più diffuse nei supermercati e non ha preso in considerazione quelle distribuite in altri canali (vendite dirette da parte dei produttori, negozi specializzati, on-line) è comunque rappresentativa del panorama nazionale, considerando che per la grande distribuzione passano in ogni caso due terzi dell’olio extravergine venduto in Italia.
La fascia di prezzo dei prodotti biologici presi in considerazione da Altroconsumo è media: parte da un economico 5.73 EUR al liitro per arrivare a un massimo di 11.12 EUR al litro (nell’articolo “Qual è il prezzo giusto per un olio extravergine biologico?” https://ilfattoalimentare.it/prezzo-olio-extravergine-bio.html abbiamo già affrontato l’aspetto di questa variabilità dei prezzi al pubblico), dimostrando che non è per niente complicato trovare prodotti biologici di “qualità ottima” senza svenarsi.
La notizia fa il paio con quella sulla qualità dei vini (“Secondo uno studio dell’Università della California, i vini certificati bio guadagnano punteggi più alti nelle degustazioni alla cieca fatte dagli esperti”, https://ilfattoalimentare.it/vini-bio-italia-produzioni-qualita-consumi.html).
Per curiosità ho provato a calcolare il coefficiente di correlazione fra il punteggio di qualità e il prezzo medio. Il valore risultante è basso, molto basso. Se ne dedurrebbe che se voglio acquistare un olio “non devo guardare al prezzo”, letteralmente! Posso acquistarne uno che costa poco e avere comunque una qualità migliore di quello più caro dello scaffale!
Battute (ma mica tanto) a parte, vedo nella classifica olii di ottima qualità a 6 euro/litro, dichiarati italiani. E il famoso “se non costa almeno 12 euro/l non è buono, non è extravergine, non è italiano”?
Veramente apprezzabili tutte queste ricerche che ci consentono di capire meglio quali siano gli olii migliori e come poterli scegliere.
Complimenti.
Pienamente d’accordo. Fino a che punto l’analisi è basata su dati e non da “sponsor”?
Non credo che un olio da 6€/l conservato in una bottiglia di vetro chiara (quando sappiamo che anche la conservazione ha la sua importanza) sia considerato ottimo.
A questo punto salterà fuori che la pasta degli hard discount da 0,50€ è senza ombra di dubbio migliore di quella da 2,0€.
mii sorprende che non si sia testa nessun prodotto di ESSELUNGA che in test analoghi era sempre risultato tra i migliori. Vorrei sapere perchè non lo si è testato visto che è anche uno dei più diffusi sul mercato. Questa esclusione mi puzza troppo e come sempre quando qualcuno viene escluso a priori il risultato del test segue altri criteri
vorrei sapere come è possibile che sui banchi della grande distribuzione si possano trovare olii extravergine a prezzo nettamente inferiore a quello che si potrebbe acquistare in frantoio…
Noi abbiamo provato a rispondere in questo articolo
Bene, ottimo il test ma bisognerebbe aggiungere i volumi di vendita poiché presumo che il rapporto qualità/ prezzo é di fondamentale importanza perché rappresenta i CONSUMATORI o no ? Buone Feste.
penso che il problema e’ generale , allargato a quasi qualsiasi alimentare , troppe ditte se ne fregano, l’importante è guadagnare ,se poi si imbidonano i clienti non fa niente. il denaro e’ piu’ forte di qualsiasi “principio, valore e credo ” e a livello governativo e’ piu’ o meno la stessa cosa , tanto ci mangiano tutti e quindi chi se ne frega . Dovrebbe essere la gente ad arrabbiarsi sul serio e pretendere di essere rispettati, ma non succedera’ .