Sono ormai molti gli studi che hanno mostrato come l’obesità sia correlata al rischio di un decorso più severo del Covid-19, la malattia causata dal coronavirus Sars-CoV-2. Per questo l’Ufficio regionale europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità ha riunito (virtualmente) esperti di vari Paesi per affrontare il problema dell’eccesso di peso nei pazienti con Covid-19 e ha proposto di creare una piattaforma comune con cui i Paesi membri possano scambiarsi informazioni così da elaborare le giuste raccomandazioni per trattare nel modo migliore l’infezione da coronavirus nelle persone affette da obesità.
Questo aumento del rischio di una maggiore severità della malattia molto probabilmente si verifica perché l’obesità è associata a numerosi problemi di salute e comorbidità. Ad esempio le disfunzioni respiratorie legate al peso in eccesso e gli alti livelli di infiammazione caratteristici di questa condizione possono essere aggravati dall’infezione. Inoltre può verificarsi un’alterata risposta del sistema immunitario al virus, mentre la presenza di patologie croniche associate all’obesità – ipertensione, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 – possono contribuire all’aumento del rischio di un decorso severo.
L’obesità è ormai considerata una vera e propria malattia, da prevenire e curare nella maniera migliore possibile. Dal 1975 ad oggi, il numero di persone obese nel mondo è triplicato, secondo i dati dell’Oms. Nel 2016, quasi 2 miliardi di adulti erano in sovrappeso e, di questi, 650 milioni erano obesi. Lo stesso anno 340 milioni di bambini e adolescenti tra i 5 e 19 anni erano in sovrappeso o obesi.
L’Istituto superiore di sanità, che ha in attivo diversi programmi di monitoraggio dello stato di salute e del peso di bambini, ragazzi, adulti e anziani italiani, ricorda come la pandemia di Covid-19 può peggiorare la situazione per le persone in sovrappeso o con obesità. I lockdown, con il confinamento in casa e la chiusura di piscine e palestre, riducono le occasioni di movimento e attività fisica e, uniti alle difficoltà economiche che molti stanno affrontando e alle limitazioni agli spostamenti, possono rendere più difficoltoso l’accesso ai cibi salutari, mentre lo stress psicologico può portare ad eccedere con le porzioni.
Non bisogna dimenticare, poi, che il peso della pandemia sul servizio sanitario può ostacolare l’accesso a cure e terapie. Questo a sua volta può ulteriormente peggiorare lo stato di salute di queste persone, che, in un circolo vizioso, diventano ancora più a rischio di andare incontro a un decorso più grave della malattia.
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