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Overweight man with big bellyI clinici lo stanno segnalando da tempo e in luglio lo aveva dimostrato lo studio su una casistica italiana di 500 pazienti, pubblicato sullo European Journal of Endocrinology e condotto dai medici dell’Università di Bologna: l’obesità è un grave fattore di rischio per il Covid-19. Ma ora arriva un’ulteriore conferma dal Congresso europeo e internazionale sull’obesità (ECOICO 2020), che si sta svolgendo online in questi giorni: secondo uno studio francese degli specialisti dell’Università di Lille coordinati da François Pattou, c’è una chiara correlazione tra sovrappeso, obesità e gravità e mortalità della malattia da Sars-CoV-2. 

Il team aveva già pubblicato la prima parte dei dati sullo stesso campione di pazienti in due articoli su Obesity e su Lancet Diabetes & Endocrinology, ma ora c’è un maggior numero di informazioni a disposizione, che sono state accompagnate, durante la presentazione virtuale, da un’altra evidenza indiretta di questa correlazione: le regioni della Francia dove maggiore è il tasso di obesità sono anche quelle colpite più duramente dalla malattia.

Si accumulano le evidenze di una correlazione tra obesità e severità del decorso dell’infezione da Sars-CoV-2

Nello specifico, Pattou ha preso in esame 124 pazienti ricoverati per Covid-19 e ha messo a confronto che cosa è successo loro con quanto è accaduto a 306 persone ricoverate in terapia intensiva nello stesso periodo, ma per altri motivi e senza infezione da Sars-CoV-2. Ha così scoperto che, tra i primi, circa la metà era obeso (aveva cioè un indice di massa corporeo o BMI di 30 o più), di cui un quarto era un grande obeso (BMI pari o superiore a 35), e dei rimanenti, circa il 40% era sovrappeso e solo uno su dieci era normopeso (aveva cioè un BMI di 25 o meno). Nel gruppo dei controlli, però, le percentuali relative erano molto diverse: solo il 25% era un obeso o un grande obeso; un altro 25% era in sovrappeso e tutti gli altri (circa la metà del totale) erano nel range della normalità.

Un andamento simile si è visto con la necessità di ventilazione: quasi tutti i grandi obesi – l’87% – ne hanno avuto bisogno, mentre per gli obesi si è trattato di tre quarti, per le persone in sovrappeso del 60% e per i normopeso di meno della metà (47%). Come ha ricordato lo stesso Pattou, non si sa esattamente perché l’obesità peggiori il quadro della malattia: probabilmente dipende dallo stato di generale infiammazione associato a essa e dalle difficoltà respiratorie che la contraddistinguono e che si vanno a sommare a quelle date dal Covid-19. Ma che per gli obesi la situazione diventi spesso critica è un fatto.

Per capire meglio, l’esperto ha poi annunciato che si sta per concludere un grande studio effettuato da maggio su 1.200 pazienti in terapia intensiva, reclutati in due centri americani, 18 europei e uno israeliano. I risultati diranno qualcosa di più sul legame tra obesità e Covid-19, e forniranno di certo un ulteriore motivo per cercare di non diventare obesi.

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PARADOSSO ASIATICO
PARADOSSO ASIATICO
11 Settembre 2020 19:55

Il cuore è dimensionalmente progettato per addurre sangue e quindi ossigeno,con un ritmo normale, ad una quantità di cellule caratterizzanti il normo-peso. Nel caso di obesità, al fine di garantire l’apporto di ossigeno a tutte le cellule, il cuore aumenta il ritmo, il tutto accompagnato anche da una maggiore frequenza respiratoria. Il Corinavirus inizia ad aggredire a fondo i polmoni, così riducendo il loro volume utile, con la conseguenza di sommare al prezzo della trachicardia e della tachipnea, la ventilazione assistita, per garantire un sufficiente apporto di ossigeno (98%). Qualunque altra attività o stato di salute che riduce l’apporto di ossigeno, peggiora la situazione: fumo, diabete.

Oetzi
Oetzi
13 Settembre 2020 08:23

C’è qualcosa per cui essere obesi non sia fattore di rischio? O qualcosa per cui essere obesi sia positivo? Essere obesi non va mai bene, per nessun motivo.