In Italia purtroppo la parola “nutrizionista” non ha alcun valore legale per cui qualunque individuo inesperto in materia può dichiarare di essere un nutrizionista e minare la salute delle persone indisturbato. Con questo articolo vogliamo inaugurare un piccola raccolta di cattive pratiche dietetiche (“nutritional malpractice”) in cui guru e “nutrizionisti” vari si cimentano con successo. Vediamo come riconoscerli per evitarli.
La prima regola è evitare chiunque prescriva una dieta al di sotto del nostro metabolismo basale, cioè un consumo calorico dovuto all’attività del cuore, cervello, reni, fegato e massa muscolare quando la persona è immobile per 24 ore in un lettino (= Bmr, dispendio calorico basale). Ad esempio se abbiamo un metabolismo basale di 1.700 kcal e ci prescrivono una dieta di 1.200 kcal (500 kcal sotto il metabolismo basale) è meglio cambiare “nutrizionista”. Anche se il professionista in questione dovesse essere un medico o un “luminare della scienza” perché va in TV o insegna in qualche università. Ecco la nostra storia realmente accaduta.
Chiara è una ragazza di 13 anni e mezzo che ha sempre goduto di buona salute. Nel gennaio 2019 (73 kg per un’altezza di 172 cm, 95° centile) inizia una dieta dimagrante seguita da un nutrizionista:
- A febbraio ha un primo episodio febbrile con tosse e cefalea che si protrae per oltre cinque giorni per cui è costretta ad assumere un antibiotico.
- 10 giorni dopo questo primo episodio Chiara viene vista dal pronto soccorso pediatrico per un dolore al fianco destro, febbre a 40°C e un’importante infezione delle vie urinarie per cui deve assumere una nuova terapia antibiotica. Una successiva ecografia renale e vescicale non evidenzia problemi.
- A maggio Chiara compie 14 anni e il 10 luglio presenta di nuovo disturbi urinari (disuria, stranguria e nausea) con febbre molto elevata, viene ricoverata in un reparto di medicina. I medici sospettano addirittura una meningite. In realtà era una nuova infezione delle vie urinarie che si era diffusa a tutto il corpo (urosepsi). Viene trattata con antibiotici per via endovenosa. Una successiva scintigrafia delle vie urinarie non evidenzia problemi anatomici o di altra natura.
- Nella lettera di dimissione viene riportato: “la ragazza, seguita da un nutrizionista, sta effettuando un trattamento dimagrante ed ha assunto un integratore a base di echinacea per 20 giorni”.
La ragazza prima di iniziare la dieta aveva un metabolismo basale di circa 1.700 kcal. A questo valore vanno aggiunte come minimo 800-1.000 kcal per il fatto che la ragazza si muove (cammina, si lava, mangia, pratica pallavolo ed è in crescita!). Quindi il dispendio calorico totale è di almeno 2.600 kcal.
Ecco la dieta originale seguita da Chiara nei primi tre mesi. Abbiamo stimato circa 1.170 kcal/giorno.
Questa è la dieta seguita nei secondo trimestre: da aprile a luglio. Abbiamo stimato una media di circa 1.370 kcal/giorno.
La dieta prescritta nel primo trimestre è di circa 1.170 kcal al giorno, quindi la ragazzina ha un deficit di 1.400 kcal giornaliere, ben 500 kcal al di sotto del suo metabolismo basale a riposo! Nei primi tre mesi Chiara ha avuto una carenza di calcio, fosforo, magnesio, ferro, zinco, selenio, nonché vitamine B1 e niacina (Larn 2014). A Chiara non è stato prescritto alcun integratore. È molto discutibile il fatto di prescrivere una dieta strutturata così rigidamente a una ragazza adolescente di 13 anni quando si potrebbero usare degli approcci diversi, di tipo educativo comportamentale andando a correggere lo stile alimentare, perché un approccio educativo non predispone a disturbi del comportamento. Le linee guida europee per il trattamento dietetico dell’obesità negli adulti indicano di somministrare al paziente obeso delle diete con un deficit calorico dalle 500 alle 1.000 kcal al giorno, suggerendo in generale un deficit di 600 kcal/giorno: qui siamo oltre le 1.400 kcal di deficit in una ragazza tredicenne in piena crescita.
Sei mesi di dieta drastica in una ragazzina in crescita e che pratica attività sportiva hanno verosimilmente indebolito il sistema immunitario e provocato diverse infezioni. Chiara nell’ultimo anno è seguita da una nutrizionista preparata e non ha più avuto alcun problema di salute. È opportuno non prescrivere diete con un contenuto calorico inferiore al metabolismo basale a riposo perché sono troppo stressanti per l’organismo. Quindi Chiara avrebbe dovuto avere almeno una dieta da 1.700 kcal.
La dieta in questione, come si può notare dalle immagini allegate (vedi foto sopra), non riporta né nome e cognome della ragazza, né il timbro del professionista che l’ha prescritta. Manca un’assunzione di responsabilità da parte del nutrizionista che in questo caso era laureato (non in medicina), ma non aveva alcuna specializzazione o master in nutrizione. Inoltre nel corso di laurea non aveva studiato nello specifico nutrizione umana. La stessa prescrizione può essere data a centinaia di persone, tutti perdono peso molto rapidamente con meno di 1.200 kcal, è semplicissima da seguire. Il successo – per il “nutrizionista” – è assicurato: “i cocci rotti li raccoglierà qualcun altro”, il medico di famiglia, lo psicologo, il Servizio sanitario nazionale, il nutrizionista preparato che verrà dopo e che non riuscirà mai a ottenere lo stesso risultato perché prescriverà una dieta di almeno 1.500 kcal, che è il metabolismo basale di Chiara dopo sei mesi di dieta drastica. I colleghi ospedalieri non hanno controllato la dieta che Chiara stava seguendo e quindi non si sono resi conto che era la causa scatenante delle infezioni.
Che insegnamenti possiamo trarre da questa esperienza? Per i genitori: purtroppo lo Stato Italiano non ha ancora chiarito chi possa fregiarsi del titolo di “nutrizionista” e la popolazione generale è in balia di persone che legalmente esercitano la professione di “nutrizionista” anche se non ne hanno le competenze. Quindi il cittadino ogni volta che crede di rivolgersi a un professionista preparato lo fa a suo rischio e pericolo perché di fatto le istituzioni non lo tutelano.
Non bisogna fidarsi del passaparola: “È bravo! Mi ha fatto perdere 25 kg!” La dietetica è un campo ove gli incompetenti vi fanno perdere più peso dei veri nutrizionisti preparati. Il trucco sta nel fare perdere tanta acqua e massa magra oltre al grasso creando l’illusione di un dimagrimento rapido e di successo!
Non è facile difendersi nella giungla della dietetica. Che fare? Un consiglio può essere di chiedere lumi al vostro medico di famiglia che saprà indirizzarvi. Qualora non conosca persone competenti, è bene rivolgersi ad un servizio di dietetica ospedaliero e al primo colloquio chiedere loro il nome di qualche libero professionista serio che opera nel territorio. I servizi di dietetica ospedalieri infatti hanno poco personale e quindi poca disponibilità a seguire la popolazione generale. Gli unici nutrizionisti che per legge e curriculum studiano la dietetica dal punto di vista teorico e pratico sono i dietisti. Per valutare gli altri nutrizionisti seguite queste indicazioni.
Consigli per i medici di famiglia: è utile adottare uno o più nutrizionisti, ovviamente preparati, e inviare loro i propri assistiti in modo da sottrarli al business della diet industry, dei guru di varia estrazione culturale, dei centri di dimagramento… Potrebbe essere utile chiedere a un dietista-nutrizionista di fiducia di venire a lavorare presso il proprio ambulatorio: il risultato sarà di avere pazienti più sani, meno diabetici, ipertesi, cardiopatici ecc e quindi sarà necessario prescrivere molti meno farmaci.
Consigli per i “nutrizionisti” laureati che non hanno studiato nutrizione: ci sono dei master post laurea che consentono di colmare le lacune. Se dovete lavorare e non siete competenti, lasciate stare almeno i bambini!
PS: Invitiamo i lettori o professionisti della nutrizione a inviarci le loro storie o esperienze che possano aiutare altri cittadini a non cadere nelle stesse trappole.
Antonio Pratesi e Abril Gonzalez Campos (Gli autori dichiarano di non avere alcun conflitto di interessi)
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medico nutrizionista
Certamente il “medico dietologo” è la figura migliore anche perchè molti casi di sovrappeso non sono legati ad un eccesso alimentare ma a disfunzioni metabileche/ormonali che nessuno meglio di un medico può individuare e indagare.
Va bene, ma i medici che hanno curato la ragazzina (medico di famiglia incluso) quanto hanno impiegato ad accorgersi che si nutriva in modo insufficiente? SEI mesi mi sembrano troppi. SEI mesi senza fare nessuna domanda a riguardo? Da semplice lettrice e madre di una ragazzina di 16 anni direi che genitori, nutrizionista e medici hanno confezionato un pasticcio macrospico: non credo che le responsabilità non stiano da una parte sola.
La ragazzina tredicenne era seguita dal pediatra mentre la famiglia (mamma, papà, nonni) dal medico di famiglia. La mamma credeva di essere in buone mani, ha avvisato la pediatra che Chiara era seguita da un nutrizionista e faceva le visite di controllo ogni 3 mesi, quindi 6 mesi sono passati in fretta. Dopo 6 mesi di dieta e dopo il ricovero è stato avvisato il medico di famiglia, che nel frattempo ha preso in carico la quattordicenne e che controllando la dieta di Chiara ha individuato in tal modo la causa dei suoi problemi di salute: la dieta era troppo restrittiva per una adolescente in crescita. Quanto ai medici ospedalieri, sapevano che era seguita da un nutrizionista ma non hanno controllato la dieta. Anche loro si sono fidati. Purtroppo il nutrizionista in questione continua a lavorare con la stessa modalità e a seguire delle ragazzine adolescenti amiche di Chiara.
Purtroppo questa vicenda conferma che ancora in ambito medico l’alimentazione di un paziente è considerata una questione del tutto marginale, quando oramai le evidenze scientifiche mostrano che ruolo prioritario ha in realtà. Ma vogliamo parlare della formazione base dei medici presso le università in materia di alimentazione umana?
Concordo. E’ un problema molto serio. La nutrizione è sempre stata la “cenerentola” della medicina. E’ considerata una materia di serie B quando in realtà la maggior parte delle malattie non trasmissibili nella nostra società dipendono da come mangiamo e ci muoviamo. Pochi la studiano in maniera seria e pochi sono anche i professori universitari che vi si dedicano. Quindi per chiunque si improvvisi come esperto ci sono praterie sterminate in cui può inventarsi e dire quello che vuole. Nessuno è in grado di replicare con competenza. Ad esempio se la classe medica fosse stata preparata nel campo della nutrizione Panzironi sarebbe stato stroncato in un mese dall’esordio, perché ci sarebbe stata una ondata di indignazione e di proteste da parte dei medici. E invece nulla!
Buongiorno,
Vorrei avere un suo parere sulle diete che prevedono digiuni ad intermittenza.
Grazie mille
Barbara
Gentilissima, qui abbiamo pubblicato un articolo sull’argomento: https://ilfattoalimentare.it/digiuno-intermittente.html
“la parola “nutrizionista” non ha alcun valore legale per cui qualunque individuo inesperto in materia può dichiarare di essere un nutrizionista”
“i medici ospedalieri, sapevano che era seguita da un nutrizionista”
E non sapevano che “nutrizionista” è un titolo senza valore legale du cui può fregiarsi anche un ragioniere che ha aperto una pizzeria o un sarto che ha messo su la bancarella di frutta?
Mi pare che il minimo che avrebbero dovuto fare sarebbe stato di accertare che qualifiche avesse quel “nutrizionista”, a parte il certificato di battesimo.
Se qualcuno mi sottoponesse una perizia di un “esperto in murature in cotto” (titolo legalmente inesistente quanto “nutrizionista”) dalla quale risulta che un muro che vedo pericolante è invece in perfette condizioni di staticità mi premurerei di sapere almeno se quell'”esperto” ha un qualche titolo di studio LEGALE (geometra, ingegnere, architetto…) a supporto della sua “diagnosi”, non lascerei crollare il muro perché “se ne occupa già un esperto”.
Quasi nessuno tra popolazione generale e anche tra i medici sa che dietro al termine nutrizionista può esserci il nulla. E’ lo Stato italiano che non tutela i cittadini con una normativa chiara e univoca.
NON MI SEMBRA ETICO TERMINARE L’ARTICOLO FACENDO CREDERE CHE IL DIETISTA SIA IL SOLO AFFIDABILE E CHE POSSA PRESCRIVERE DIETE PER SANI E MALATI . DEVE SEMPRE ESSERE AFFIANCATO DA UN MEDICO . COME BIOLOGO SPECIALIZZATO IN SCIENZA DELL’ALIMENTAZIONE TROVO L’ARTICOLO FUORVIANTE.
Maria Gabriella i maghi ci provano sempre. La gente crede agli oroscopi. Figuriamoci a uno che ti dice che dimagrirai senza fatica.
Cara Maria Gabriella in effetti sia i biologi che i medici specialisti in Scienza dell’Alimentazione sono penalizzati dal fatto che tutti si fregiano del titolo di nutrizionista. La situazione è alquanto complessa. Abbiamo scritto diversi articoli nel Fatto Alimentare: https://bit.ly/2H0qwbX , https://bit.ly/3bSbikB , https://bit.ly/32qD98r.
Cosa ne pensa del fatto che una persona che pur non essendo specializzata in Scienza dell’Alimentazione come è lei, si presenti con il suo stesso titolo di “Nutrizionista” e tratti ragazzine come Chiara in questo modo? Non è indignata?
Noi cerchiamo di aiutare la popolazione generale a scegliere: http://bit.ly/2MnmLgL ma dobbiamo misurare ogni parola perché c’è sempre qualcuno che si sente escluso o offeso.
Sottoscrivo il commento di Maria Gabriella. L’articolo doveva elencare le figure che sono istituzionalmente autorizzate ad esercitare in campo nutrizionale:
Medico specialista in Scienza dell’alimentazione
Biologo specialista in Scienza dell’alimentazione (non ha bisogno di essere affiancato da un medico)
Dietista (deve essere affiancato da un medico, sia in ambito ospedaliero che privato).
Biologo (dovrebbe operare solo nel campo della educazione alimentare e prevenzione delle malattie a componente alimentare, ma senza specializzaziione universitaria la sua preparazione non è controllabile)
Ogni altra figura potrebbe presentare varie criticità dovute a formazione lacunosa.
Annamaria lei tocca un punto chiave quando dice che il biologo “tout court” ha una preparazione non controllabile. Ma qui toccherebbe all’Ordine dei Biologi ammettere che il solo esame di Stato non è sufficiente a garantire una adeguata preparazione in ambito nutrizionale e suddividere l’albo in elenchi con specializzazioni diverse. Come già fa l’Ordine degli Ingegneri: elettronici, meccanici, civili e come indirettamente fa anche l’ONB con “l’albo d’oro del biologo nutrizionista”, dove sono riportati i biologi specialisti in Scienze dell’alimentazione.
Oppure fare inserire un paio di esami di nutrizione obbligatoriamente in tutti i Corsi di Laurea che poi consentono di accedere all’esame di stato per diventare “biologo”, cosa non facile perché sconvolgerebbe gli equilibri di potere all’interno delle Università.
L articolo omette una cosa però. Se leggete sotto alle varie carne pasta etc c’è una voce ‘verdura’ liberamente mangiabile in quantità. Certo una ragazza di 13 anni non vorrà altro che mangiare patatine e non certo insalata, bieta, coste, spinaci dove si trovano le vitamine… Perciò non penso che questa dieta proposta sia assurda (in passato prescritta tale e quale a me, un copia incolla…) ma andrebbe calibrata meglio in base all esigenza delle persone…
Purtroppo è una prassi consolidata, la mancanza o carenza di informazioni è dilagante. Le nuove mode pure ( vedi il veganesimo). Tra alcune anni vedremo i risultati. Quello che ho imparato è che ogni studio scientifico rivela i suoi pro e i suoi contro dopo anni ( vedi zuccheri e grassi ), nel frattempo molte persone adottano comportamenti estremismi di cui non hanno piena cognizione.
Carissima Elena. Purtroppo nessuno per semplice interesse non dice l’unica cosa vera che riguarda le diete. In una persona sana(confermata dal medico) l’unica dieta è ridurre le quantità. Se ci sono patologie si va SEMPRE dallo stesso. (Medico). Poi se e per chiacchierare ci sono pure i crudisti i fruttariani e un sacco di altre amenità del genere.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/09/15/salute-la-medicina-preventiva-e-per-me-la-via-maestra-per-ogni-malattia-vi-spiego-perche/5919432/
“””””All’inizio del 2017 l’American Journal of Preventive Medicine ha pubblicato un articolo della professoressa Danielle Pere, direttrice associata dell’American College of Preventive Medicine, che si è espressa nei seguenti termini: “Invece di uscire dalla visita medica con in mano una ricetta per l’acquisto di farmaci, il paziente dovrebbe uscire con una prescrizione dietetica, la prescrizione di fare attività fisica, di dormire di più, ecc. Vi può sembrare inverosimile?”.
Poi ha aggiunto: “Dobbiamo cambiare gli stili di vita in modo da aiutare le persone a prevenire, curare e far regredire la progressione di molte patologie croniche affrontando le loro cause sottostanti, che sono ad esempio una nutrizione inadeguata, la sedentarietà, il fumo, l’abuso di alcol, lo stress e il poco sonno, per citare solo alcuni fattori eziologici delle patologie”””””
In un mondo alla rovescia come quello attuale prima ci viene graziosamente concesso di esagerare con mille sostanze inutili e dannose tanto per far girare l’economia e poi ci vengono rifilate vagonate di farmaci per far passare i disturbi , che non passano ma si accumulano facendo fare un altro giro all’economia……scarsissima o inesistente prevenzione primaria ma toppe su toppe,, abitudini comode ma sbagliate a iosa, mi sia concesso di dire sotto l’occhio paternalistico e permissivo di certa classe medica.
A proposito poi di manchevolezze, lacune e amenità varie sarebbe bene fare prima i conti in casa propria e vedere se veramente tutto va bene perchè criticare è facile ma inutile allo stato attuale delle conoscenze.
La maggioranza di medici attuali non sa fare una ricetta dietetica efficace e sul cambio di stile di vita beh se ne sente parlare da tanto ma non ci si sofferma a discutere se non per un battito di ciglia.
Cerco di anticipare la tirata d’orecchio che qualcuno mi manderà, io nel precedente commento avevo invitato a tutte le figure riparatrici a collaborare perchè se il medico è sapiente in un campo però nella cura dei disturbi alimentari non è sufficiente per essere efficace , perchè per dirla chiaramente quasi tutti i sofferenti del problema sono comunque passati da uno studio medico ma poi cercano altrove la soluzione, mi si spieghi il perché.
D’altra parte nelle persone fragili il medico naturale, pur approfondendo molto meglio l’importanza dello stile di vita nel suo insieme, non è sempre in grado di essere efficace e di mettere al riparo da eventuali sbilanciamenti.
Risultato per me evidente vista la progressione inesorabile dei disturbi deve essere una leale collaborazione tra esperti di molte discipline diverse e non una ridicola ricerca di supremazia .
I disordini alimentari sono un problema dell’intero sistema che investe il paziente 24 ore su 24 per 365 giorni , è assolutamente necessario “convincere” i pazienti possibilmente con le buone perchè siano essi stessi i promotori responsabili della propria salute senza aspettare la grazia da qualcun altro.
L’unico vento che soffia è quello che gonfia i numeri dei problematici purtroppo, se non c’è molta fiducia in qualcosa o in qualcuno chiediamoci onestamente quali sono i motivi.
Se qualcuno ha la ricetta giusta in tasca in questo momento però la sta tenendo in tasca inapplicata altrimenti non si spiegherebbero i numeri mondiali in crescita di sofferenti, è forse questo lo scopo recondito quando ci sarebbero molte strade elementari e naturali da tentare?
Alla richiesta di collaborazione in attesa di una verità condivisa si risponde con radiazioni e scomuniche , bene così sia , tristemente non rimane molto altro da dire.
Le cose veramente utili per costruire un sano stile di vita e per la salute non le prescrive il medico secondo la mia esperienza. Cordialmente .
Caro Gianni i suoi commenti sono condivisibili. I medici devono avvalersi della collaborazione di molte figure professionali (fisioterapisti, nutrizionisti, psicologi …) perché ognuno ha le sue competenze. La nutrizione e lo stile di vita sono in grado di svuotare buona parte degli ambulatori e degli ospedali e così dovrebbe essere. Un esempio: l’ipertensione arteriosa interessa tra gli adulti il 50% degli italiani che vengono messi in terapia farmacologica quando basterebbe ridurre drasticamente il sale nella dieta. Noi medici ci dimentichiamo di dire ai pazienti di ridurre drasticamente il sale nella dieta! Se ci pensa è una cosa incredibile … ma è semplicemente il risultato di una medicina che trascura la prevenzione. I corsi di aggiornamento sono tutti basati su diagnosi e terapia, non si parla mai di nutrizione e medicina preventiva. Un terzo dei tumori sono evitabili facendo educazione tra la popolazione. Ad esempio il vino/birra veicolano ogni giorno una sostanza cancerogena in grammi (l’alcol) a milioni di italiani, ma finora è passato il messaggio, anche tra i medici, che il vino rosso fa bene perché contiene il resveratrolo… o che il cervello ha bisogno di zucchero (bianco), mentre per combattere sovrappeso e malattie correlate bisognerebbe quasi eliminarlo!
I medici anche se fossero competenti nel campo della nutrizione (e purtroppo non sempre lo sono) non avrebbero il tempo per educare i pazienti perché hanno troppo lavoro. In Italia c’è una grave carenza di medici che sono sfruttati dal SSN e sottopagati. Dovrebbero quindi inviare i loro pazienti a dietisti/nutrizionisti preparati. E’ quello che io stesso faccio come medico pur essendo un nutrizionista, perché per educare un paziente sono necessari molti incontri e molte energie/strategie adattate al singolo individuo.
Vi voglio avvisare. E senza guadagnarci un euro. Qui c’è gente (la maggioranza purtroppo) che cerca di inbonirvi dicendovi che il medico noi è competente in materia di alimentazione. Certo. Se uno va dal medico pneumologo è probabile che non abbia una grande dimestichezza. Nessuno però vi avvisa e quando li dico io fanno pure finta di non capire che ci sono medici specialisti in tutto quello che serve. Quindi se avete un problema di dieta anche solo estetico il vostro specializzato lo trovate sicuramente. E ripeto non costa nulla. Sarà per questo che nessuno né accenna minimamente ? Medico di base.
Richiesta.
Specialista.
Senza pagare.
Provate !
Tra parentesi, mi sembra che il peso della ragazza non fosse tale da giustificare una dieta drastica: forse era sufficiente accompagnarla a ‘imparare a mangiare in modo più corretto…
Anche a me sembra una dieta “copia e incolla”: ne ho viste di identiche in mano a tante amiche…(adulte)
Va bene così sig.Riccardi non voglio andare oltre nella discussione, non è un fatto personale , io ora le spiego alcune delle mie motivazioni e lei mi dirà una delle sue se vuole , prometto che non risponderò più su questa serie di commenti.
Dunque, a causa di una forma di colite nervosa che ha segnato gli anni centrali della mia vita sono andato come lei suggerisce dal medico, il quale mi ha mandato da diversi specialisti, alcuni esami , molti farmaci inutili, dolori e maledizioni ad ogni problema stagionale,lavorativo e sentimentale.
Non sono capace di seguire alla lettera prescrizioni non condivise ma mi sentivo male e ho fatto molti sforzi per seguire i consigli, visite periodiche ecc.ecc. niente è successo solo un lieve peggioramento negli anni.
Fortunatamente lavoravo in un magazzino di ortofrutta e spesso pizzicavo qua e la , ho cominciato a raccogliere informazioni e per provare ho iniziato un percorso che a partire dai primi anni duemila mi ha reso in forma discreta e sconosciuto a medici,ambulatori e ospedali.
So bene che non bisogna discutere adducendo caso personale ma per fare altri esempi ho alcuni amici che non hanno molta forza di volontà e continuano da anni e anni a bazzicare studi e ambulatori senza cavare un ragno da un buco, so bene che i problemi non sono tutti uguali ma i risultati positivi non esconoPunto a capo.
Nel frattempo però ho lavorato quarantanni versando regolarmente le quote al servizio sanitario nazionale , cifrette tutti i mesi , quindi per arrivare al punto che mi preme ….se io vado dal medico e non tiro fuori il portafoglio però ho già pagato prima perchè i suoi medici non campano d’aria , solo gli evasori ricevono servizi senza pagare, ci mediti sopra.
quindi chiudo con una domanda a cui voglio risposta, di quali imbrogli sta parlando?