NaturaSì ritira dagli scaffali formaggio di capra e pecora Hekking. Il latte non è bio. Coinvolti anche Olanda, Germania e altri paesi
NaturaSì ritira dagli scaffali formaggio di capra e pecora Hekking. Il latte non è bio. Coinvolti anche Olanda, Germania e altri paesi
Roberto La Pira 21 Dicembre 2013Skal Biocontrol – ente olandese che certifica i prodotti biologici – ha ritirato la licenza alla società Hekking produttrice di formaggio di capra e di pecora biologico. L’invito a condurre accertamenti più precisi oltre agli abituali controlli, è arrivato dalla Germania, dove alcune analisi sul prodotto avevano evidenziato anomalie.
La società è accusata di avere miscelato latte biologico con latte convenzionale e di avere impiegato un additivo il cui utilizzo non è consentito nel formaggio bio. In seguito al provvedimento adottato dalla Skal tutti i prodotti del caseificio sono stati declassati, e potranno essere venduti come formaggi convenzionali, non avendo riscontrato problemi dal punto di vista igienico sanitario. In seguito alla decisione l’azienda ha invitato i punti vendita che in Europa e nel mondo commercializzano i suoi latticini a ritirarli dagli scaffali. La vicenda ha avuto dei riscontri anche in Italia dove diversi formaggi della Hekking sono venduti dai supermercati biologici NaturaSì.
“Appena abbiamo ricevuto la comunicazione – precisano i responsabili della catena – abbiamo ritirato subito i formaggi dai punti vendita, perché non potevano più essere classificati come biologici e noi vendiamo solo alimenti di questa categoria”.
Siamo di fronte ad un’adulterazione (impiego di latte non biologico) che non comporta alcuna implicazione di tipo sanitario, tant’è che il prodotto declassato potrà essere commercializzato come normale formaggio di capra e di pecora. La vicenda ha creato molte sorprese perché la Hekking è un’azienda molto nota nel settore che opera dal 1999 in diverse nazioni.
Roberto La Pira
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Non dobbiamo scandalizzarci più di tanto. Da sempre ho sostenuto che il biologico non ha nessuna caratteristica superiore al convenzionale. Anzi! Se uno vuol comperare il biologico lo faccia pure. Però deve essere informato correttamente, e sapere che il metodo produttivo del biologico ha come finalità la tutela dell’ambiente e non la qualità delle produzioni. Questo aspetto non viene mai evidenziato, nemmeno dalle Istituzioni. Ed ecco il motivo per il quale io ho sempre ritenuto il biologico una truffa legalizzata ai danni del consumatore ignaro. Infatti, il biologico costa di più; non ha nessuna qualità superiore al convenzionale; non è igienicamente e sanitariamente più sicuro del convenzionale. La sanità di un alimento, biologico o non, è un prerequisito.
Caro sig. Benito, mi permetto di farle notare che il biologico ha molteplici caratteristiche differenti al prodotto convenzionale. Nel caso specifico del latte proprio la settimana scorsa sono stati tra l’altro pubblicati i risultati della prima ricerca su larga scala sulle qualità del latte che ha dimostrato che il latte biologcio intero è più salutare di quello convenzioale (e di quello bio scremato). Veda http://www.plosone.org/article/info:doi/10.1371/journal.pone.0082429 Il problema, anche nel bio, è la qualità del prodotto e il profilo del produttore. Hekking si è sempre mosso in maniera estremamente speculativa nel mercato producendo, per esempio, formaggi di pecora in Olanda con cagliate surgelate provenienti da dove era più convenienti acquistarle come in Sardegna. Cordialità.
Boh, a me pare che l’ente di controllo ha fatto l’ispezione, ha trovato cose che non andavano, ha denunciato l’azienda alle autorità e ha ritirato il marchio alla ditta: cos’altro poteva fare? I controlli servono a scoprire le infrazioni e a rendere difficile la vita a chi vuole imbrogliare, mica possono miracolosamente evitare che qualcuno tenti di imborgliare.
A naso il commento sopra dovrebbe essere del sig. Benito Mantovani, che quanto a imbrogli non scherza: è un operatore commerciale che promuove “Grufolino: carne di maiale nutraceutica” su http://www.youtube.com/watch?v=FkNd5UjuMlM.
Che il biologico sia una “truffa legalizzata” è una sua idea, che il suo Grufolino sia una “frode in commercio” che usa dichiarazioni nutrizionali vietate è invece sicuro…
Durante la mia vita, devo confessarlo, ho dubitato spesso della presenza di Dio. Però, quando considero la perfezione degli organi sensoriali dell’uomo, non posso fare a meno di ricredermi. Dio esiste! Ad esempio, se l’uomo non avesse la bocca per parlare, non sarebbe possibile distinguere la persona intelligente dall’ignorante . Caro signor Bergamini,se Lei è così sicuro che il Grufolino sia una “frode in commercio” e, visto che fino ad ora non sono pervenute denunce in merito, a differenza del biologico, perché non ci prova Lei a fare una bella denuncia per l’uso di “dichiarazioni nutrizionali vietate” riferite alle carni di Grufolino?
Sarei molto orgoglioso di fare, assieme a Lei, una visita all’Ispettorato Repressione Frodi, per chiedere un controllo sul Grufolino, guidato da Lei. A tal proposito invio le analisi delle carni di Grufolino, effettuate dal Laboratorio di Analisi del Dipartimento di Scienze Zootecniche dell’Università di Padova.
C E R T I F I C A T O DI A N A L I S I N. 141/12
Legnaro, 31 ottobre 2012
Identificazione campione: Campione di braciola di “Grufolino”
RISULTATI DELL’ANALISI
Prove Unità di misura Valore Metodo di prova
Acqua % di parte edibile 73,35 CNR-IPRA Q.8/1987
Met. 2. 3
Proteine % di parte edibile 23,02 AOAC 976.05
Kjeldhal
Ceneri % di parte edibile 1,14 CNR-IPRA Q.8/1987
Met. 11. 2
Grasso Totale % di parte edibile 2,50 MI 02 Estr. a freddo
Colesterolo mg/100g parte edib. 36,30 MI 01 in HPLC
Acidogramma completo mg/100g parte edib. pag. 2 MI 02 in GC
L’ANALISTA IL DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO
(dott.ssa V. Da Molin) (Prof.Giovanni Bittante)
Campione verifica 141/12
denominaz. Ac. Grasso mg/100gr parte edibile
Capric C10:0 5,76
C10:1 n1 0,82
Lauric C12:0 10,20
Myristic C14:0 58,33
C14:1 1,20
C15:0 1,59
C16:0 576,49
C16:1n9? 5,73
C16:1 n7 60,48
C17:0 iso 0,95
C17:0 anteiso 0,91
C17:0 6,48
C17:1n? 4,96
C17:1n7 0,22
C18:0 304,90
somma isomeri 1,58
C18:1cis-n9 836,90
C18:1cis-n7 85,97
isomeri 1,09
somma isomeri 1,23
C18:2cis-n6 204,20
C18:2 c-isomero 1,56
C18:3-n6 1,41
C20:0 3,80
C18:3-n3 7,21
CLA 9c 11t 1,47
C20:1-n9 17,42
CLA 10t 12c 1,19
C18:4 n3 ? 0,92
C20:2-n6 6,83
C20:3n6cis 5,79
C20:4n6 50,26
C22:1cis13n9 0,28
C22:5n3 DPA 5,14
C22:6n3 DHA 1,84
totale 2273,45
SFA 969,41
MUFA 1013,98
PUFA 289,03
omega 3 15,11
omega 6 268,49
Benito, forse il biologico ha qualche caratteristica in più che lei dimentica. In ogni caso parlare di “truffa” in modo generico riferita al mondo bio mi sembra esagerato e poco veritiero .
Egr. Dott. La Pira, la ringrazio per il Suo dissenso per la parola “truffa”, da me utilizzata per descrivere il biologico, perché mi dà la possibilità di chiarire meglio il mio pensiero. Io non dico, e non ho mai detto che il biologico è una “truffa”, perché è un metodo produttivo da me condiviso. Ciò che io contesto è la pubblicità ingannevole che viene fatta per questo sistema produttivo. Infatti, la mia frase non dice che il biologico è una “truffa”, ma che è “una truffa legalizzata ai danni del consumatore ignaro”. Il biologico ha come finalità il rispetto dell’ambiente. È un metodo produttivo che, nei casi in cui le sostanze naturali non sono in grado di tutelare le produzioni, consente l’uso anche delle sostanze sintetiche ( concimi, antiparassitari, antibiotici, ecc.). Quindi, è possibile utilizzare anche i pesticidi di sintesi. Pertanto, non vi è nessuna differenza qualitativa ed igienico – sanitaria tra le produzioni biologiche e quelle convenzionali. Di conseguenza, visto che queste cose sono sconosciute al consumatore, e le istituzioni non fanno nulla per informarlo, diventa d’obbligo sostenere che il biologico: “ è una truffa legalizzata ai danni del consumatore ignaro”.
Merita ricordare che il biologico gode di contributi pubblici, ed è quindi evidente che non è proprio un mezzo di produzione filantropico, lo testimoniano le numerosissime e quasi quotidiane contraffazioni di prodotti normali commercializzati come biologici.
Il suo giudizio mi sembra unilaterale quando dice che il consumatore non conosce il biologico. Anche le contraffazioni quotidiane del biologico sono forse frutto di troppa fantasia .
Vendere un alimento biologico garantendo che ha caratteristiche qualitative nutrizionali e sanitarie superiori ad uno simile,prodotto in modo convenzionale, non significa contraffare la verità?
Io spero, dott. La Pira, di evitare, con queste precisazioni, che le informazioni sul biologico si tramutino in una polemica che non aiuta la verità.
Mi permetto di farLe presente che:
« …..l’ art. 10, comma 2, del Reg.to CEE 2091/92, che disciplina il biologico, recitava: “Nell’etichettatura o nella pubblicità non possono essere contenute affermazioni che suggeriscono all’ acquirente che l’ indicazione, di cui all’ allegato V ( prodotto biologico), costituisce una garanzia di qualità organolettica, nutritiva o sanitaria superiore” . Recitava, perché questo regolamento è stato abrogato, per essere sostituito, a partire dal 1° gennaio 2009, dal Reg.to CE n° 834/2007 del Consiglio del 28 giugno 2007. Pertanto, quest’ articolo non esiste più, ed è stato sostituito con il seguente (art. 23, comma 1): “Ai fini del presente regolamento, si considera che un prodotto riporta termini riferiti al metodo di produzione biologico quando, nell’ etichettatura, nella pubblicità o nei documenti commerciali, il prodotto stesso, i suoi ingredienti o le materie prime per mangimi sono descritti con termini che suggeriscono all’ acquirente che il prodotto, i suoi ingredienti o le materie prime per mangimi sono stati ottenuti conformemente alle norme stabilite dal presente regolamento” . »E,ancora: « ….. dall’ art. 14, comma 1 lettera ii) del Reg.to CE 834/2007, che recita: ” le malattie sono trattate immediatamente per evitare sofferenze agli animali; i medicinali veterinari allopatici di sintesi chimica, compresi gli antibiotici, possono essere utilizzati in caso di necessità e a condizioni rigorose, ove risultino inappropriati i prodotti omeopatici, fitoterapici e altri prodotti…;” »E ancora: « …. ” i prodotti della caccia e della pesca di animali selvatici non sono considerati facenti parte della produzione biologica” ( art. 1, comma 2 del Reg.to CE 834/2007), quindi, il biologico non è per nulla naturale, nel senso di genuino.
Inoltre, nelle produzioni ortofrutticole biologiche sono utilizzati, come antiparassitari, il solfato di rame ed il bacillus thuringensis, entrambi nocivi. In particolare, il bacillus thuringensis appartiene alla 1/a classe degli insetticidi, alla quale fanno parte la categoria degli insetticidi più pericolosi. Merita sottolineare che, tale insetticida, lo possono acquistare solamente i Periti e i laureati in Agraria, mentre i produttori devono essere in possesso di un patentino speciale, rilasciato dopo aver sostenuto un esame
Benito ma il cibo bio non è per definizione migliore qualitativamente e nutrizionalmente ha delle caratteristiche precise rispetto all’ambiente e questo è già un ottimo motivo per sceglierlo. L’impiego di solfato di rame e di bacillus thuringensis non è obbligatorio come lei lascia intendere. Liquidare il bio in questo modo mi sembra troppo semplice.
Benito falla finita, e va a fare la pubblicità al tuo prodotto altrove.
Sei proprio squallido a venire qui a farti pubblicità. Questo è uno spazio per i privati non per per i produttori furbetti come te.
Comunque vista la tua correttezza eviterò come la peste quella robbetta che vendi e a cui cerchi di fare pubblicità
Egr. sig. Benito la invito ad essere professionalmente più corretto e coerente con se stesso.
Se alimentare i maiali con i suoi mangimi naturali bilanciati, produce una carne “nutraceutica” tanto da essere un presidio preventivo per le malattie vascolari, come lei afferma nell’intervista a Newsfood, cosa le impedisce di ammettere che una buona alimentazione naturale e biologica degli animali e degli esseri umani, possa produrre gli stessi risultati?
E’ solo una questione di scorretta competizione, oppure è una sua carenza di comprensione logica del principio transitivo?