La gestione dei pasti nelle scuole milanesi, condotta in questi ultimi 10 anni da Milano Ristorazione, è stata fallimentare e ha deluso le aspettative dei genitori e dei bambini.
Per rendersi conto di quanto sia deteriorata la situazione ho partecipato a un convegno in Comune, all’assemblea dei genitori organizzata al Trotter e ho intervistato Roberto Predolin presidente di Milano Ristorazione.
La situazione è davvero degradata e difficilmente risolvibile. Da una parte, Predolin sottolinea l’avvio di una nuova gestione, di una nuova politica del dialogo, salvo poi accusare i genitori del Trotter di rappresentare una minoranza (all’assemblea erano presenti oltre 200 persone di tutte le scuole milanesi).
Nell’ambito della nuova gestione Predolin propone ai genitori di discutere davanti a un arbitro presso la Camera di commercio. Tutto ciò è curioso perchè di solito le discussioni si fanno invitando le persone in un ufficio intorno a un tavolo e non alla Camera di commercio. Forse però Predolin ha poca voglia di discutere con questi genitori che hanno avviato una class-action e un ricorso al Tar evidenziando 49 discrepanze tra le norme del contratto e il servizio.
L’atteggiamento di rifiuto di Milano Ristorazione ha colpito anche noi. Dopo avere visitato il nuovo centro cottura di via Sammartini a Milano, ilfattoalimentare.it ha inviato 20 giorni a Milano Ristorazione una serie di domande senza ricevere risposte.
Il paradosso è che una società pubblica di proprietà del comune di Milano, e quindi finanziata con i soldi dei cittadini, non dialoga e non risponde alle domande degli utenti. Milano Ristorazione considera le lamentele un “attacco”, ignorando dieci anni di cattiva gestione, che hanno generato tanto malumore da creare una barriera ormai insormontabile con i genitori di due generazioni.
Milano Ristorazione se ha davvero inaugurato una nuova fase, se ha chiuso con la gestione precedente e se vuole abbattere questa barriera insormontabile, dovrebbe fissare un incontro e iniziare a esaminare le 49 questioni sollevate, come farebbe qualsiasi società che gestisce un servizio. I genitori dei bambini hanno il diritto di lamentarsi e di ricevere risposte esaustive, perché pagano 4 € al giorno per un pasto che non soddisfa.
Purtroppo la situazione non si risolve con il ricorso al Tar promosso da molte commissioni mensa delle scuole, perché ci vorranno mesi e, in caso di condanna difficilmente l’esito potrà essere trasferito immediatamente nella realtà del pasto quotidiano. Bisogna poi considerare eventuali ricorsi al Consiglio di Stato e anche la bocciatura del ricorso. C’è il rischio di affidare la soluzione dei problemi a una terza generazione di genitori.
Quali prospettive per il futuro? In Comune qualcuno parla di spacchettare la società, c’è chi propone una parziale privatizzazione e chi è favorevole alla cessione totale del servizio a società private per chiudere con questo assurdo monopolio. Un’altra ipotesi è affidare per tre anni la metà dei pasti a un servizio gestito da società di ristorazione private e l’altra metà a Milano Ristorazione e vedere i risultati.
Che fare? La domanda è difficile, la situazione è complessa e il problema dovrà essere affrontato dal nuovo sindaco di Milano. Ai candidati Moratti , Palmeri e Pisapia chiediamo di esprimersi su questo tema che coinvolge 70 mila bambini e le loro famiglie.
Roberto La Pira
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