Piccoli pellet di plastica. Micro plastica. inquinamento atmosferico Microplastiche

Micro plastic.Small Plastic pellets on the finger. microplastiche frammenti plasticaLe microplastiche si depositano in profondità nei polmoni delle persone, la notizia è apparsa lo scorso 6 aprile sul Guardian e fa riferimento ai risultati di una ricerca pubblicata online da Science of the Total Environment e realizzata da un team di ricercatori e medici del Regno Unito. L‘inquinamento da microplastiche, ormai onnipresente in tutto il pianeta, rende l’esposizione umana inevitabile e determina una crescente preoccupazione per i rischi sulla salute. Sono queste le conclusioni dello studio basato sull’esame del tessuto polmonare prelevato da 13 pazienti sottoposti a intervento chirurgico. Le analisi, che sono riuscite a rilevare le particelle di plastica fino a dimensioni di 0,003 mm, hanno confermato la loro presenza in 11 casi. Utilizzando la spettroscopia, è inoltre stato possibile identificare anche il tipo di plastica e le microplastiche più comuni sono risultate quelle derivate dal polipropilene, utilizzato prevalentemente negli imballaggi e nei tubi, e dal Pet, impiegato soprattutto per le bottiglie.

“Non ci aspettavamo di trovare il maggior numero di particelle nelle regioni inferiori dei polmoni – riferisce al Guardian Laura Sadofsky della scuola di medicina di Hull York nel Regno Unito e autrice senior dello studio –. Si tratta di una scorperta sorprendente, perché le vie aeree sono più piccole nelle parti inferiori dei polmoni e ci saremmo aspettati che particelle di queste dimensioni venissero filtrate o intrappolate prima di arrivare così in profondità”. Questi dati rappresentano un importante passo avanti nel campo delle conoscenze delle conseguenze dell’inquinamento atmosferico, si tratta di informazioni che potrebbero essere utilizzate per creare condizioni realistiche in laboratorio per determinare l’impatto delle microplastiche sulla salute.

plastica greepeace spiaggia rifiuti pulizia
Le tipologie di plastica più presenti nel tessuto polmonare sono risultate il polipropilene, derivato da imballaggi e tubi, e il Pet, soprattutto dalle bottiglie

Il Guardian evidenzia però anche che il ritrovamento di microplastiche nei polmoni non è una novità. Studi precedenti, infatti, ne avevano rilevato la presenza nel tessuto polmonare prelevato durante le autopsie. Una ricerca condotta nel 2021 in Brasile le aveva trovate in 13 su 20 persone analizzate. In quel caso, tra le particelle più diffuse spiccava il polietilene, cioè il materiale utilizzato nei sacchetti di plastica. Un altro studio, condotto nel 1998 negli Stati Uniti su pazienti affetti da cancro ai polmoni, aveva rilevato fibre di plastica e fibre vegetali (come il cotone) in più di 100 campioni. Nel tessuto canceroso, il 97% dei campioni conteneva le fibre e nei campioni non cancerosi ne era contaminato l’83%.

Era quindi noto che le persone respiravano queste minuscole particelle, oltre a ingerirle attraverso cibo e acqua, in particolare si era evidenziato tra i lavoratori del settore, esposti in maniera particolarmente elevata, un maggiore sviluppo di malattie. Il Guardian riferisce che le microplastiche sono state rilevate per la prima volta nel sangue umano nel mese di marzo, e questo ha evidenziato che possono viaggiare all’interno del corpo e depositarsi negli organi. Quello che è ancora da definire con precisione è il loro impatto sulla salute. Un tema rispetto al quale i ricercatori sono preoccupati, perché hanno verificato in laboratorio che le microplastiche causano danni alle cellule umane ed è risaputo il microparticolato derivato dall’inquinamento entra nel corpo e causa milioni di morti precoci.

Dalla vetta dell’Everest alla placenta, la presenza delle microplastiche si è ormai rivelata pressoché ubiquitaria, sia all’esterno che all’interno del corpo umano

Enormi quantità di rifiuti di plastica vengono scaricate nell’ambiente e le microplastiche contaminano l’intero pianeta, dalla vetta dell’Everest agli oceani più profondi. Queste particelle sono state trovate anche nella placenta delle donne in gravidanza e si è potuto osservare che nei ratti gravidi passano rapidamente, attraverso i polmoni, al cuore, al cervello e ad altri organi del feto. Il Guardian evidenzia che una revisione pubblicata lo scorso marzo su Springer Link ha valutato il rischio di cancro e ha concluso: “È urgentemente necessaria una ricerca più dettagliata su come le micro e nanoplastiche influenzano le strutture e i processi del corpo umano e se e come possono trasformare le cellule e indurre cancerogenesi, in particolare alla luce dell’aumento esponenziale della produzione di plastica”.

© Riproduzione riservata; Foto: AdobeStock, Greenpeace

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

0 0 voti
Vota
1 Commento
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Riccardo
Riccardo
11 Maggio 2022 11:04

Non oso chiedere se anche le mascherine possano essere una fonte per microplastiche nei polmoni…. Spero di non dover vedere presto articoli su questo…