infezioni alimentari malattia internet computer recensioniVia via che passano i mesi, è sempre più evidente che il Covid-19 per alcuni non finisce con la negatività del tampone o la scomparsa dei sintomi acuti, ma continua – a volte per mesi – con altre manifestazioni, che è urgente cercare di comprendere. Una percentuale di pazienti che varia, a seconda delle stime e delle definizioni, dal 10 al 50% di chi si è infettato, ha ancora disturbi di vario tipo dopo mesi, talvolta talmente gravi da compromettere la qualità di vita in modo piuttosto serio. Tra i più comuni vi sono stanchezza, difficoltà di concentrazione o nebbia mentale, fiato corto, dolori diffusi, alterazioni dell’olfatto e del gusto, sintomi gastrointestinali, depressione e disturbi del sonno.

La condizione, diversa dalle conseguenze che affronta chi è stato ricoverato in terapia intensiva, è stata chiamata Long Covid, e può manifestarsi con oltre 200 sintomi diversi. Colpisce più le donne degli uomini, e sembra interessare soprattutto persone giovani, che non hanno avuto forme molto gravi dell’infezione acuta. Sulle cause e sui possibili rimedi per ora ci sono solo ipotesi, ma ora uno studio svedese, appena pubblicato su JAMA, una delle più importanti riviste di medicina del mondo, conferma quanto essa sia diffusa e contribuisce a delinearne le caratteristiche. Gli esperti del Karolinska Institute di Stoccolma, infatti, hanno iniziato a seguire, nell’ambito di uno studio chiamato COMMUNITY, con un prelievo di sangue ogni 4 mesi, una popolazione di oltre 2.100 impiegati di un ospedale, il 20% dei quali aveva anticorpi anti Sars-CoV-2, e quindi aveva avuto il Covid.

Tra i sintomi persistenti del Long Covid figurano ad esempio affaticamento, difficoltà di concentrazione e depressione

Dopo otto mesi, e cioè nell’ambito del terzo controllo, avvenuto nel gennaio scorso, il 26% di coloro che erano risultati positivi ha avuto disturbi di vario tipo, almeno uno dei quali durato più di due mesi. Inoltre circa uno su dieci ha riportato almeno un sintomo con un forte impatto negativo sulla vita lavorativa, sociale o domestica della durata di almeno otto mesi. In particolare, in questa casistica i più comuni sono stati la perdita di olfatto e gusto, l’affaticamento e le difficoltà respiratorie.

Lo studio prosegue, anche per controllare meglio gli aspetti neurologici e per verificare l’eventuale effetto del vaccino, ma di certo di Long Covid si sentirà parlare molto, nei prossimi mesi. Il Regno Unito, secondo una stima recente, elaborata dall’ufficio di statistica, conta già più di un milione di persone che ne soffre. Per questo ha stanziato 20 milioni di sterline per finanziare 70 centri in tutto il Paese e assistere così almeno 60 mila pazienti, cercando al tempo stesso di andare avanti con la ricerca. Lo stesso ha fatto l’amministrazione Biden, che per il Long Covid ha messo a disposizione addirittura 1,5 miliardi di dollari, per sostenere progetti di ricerca e assistenza per i prossimi quattro anni. In Italia, per ora, c’è solo qualche esperienza sporadica di tentativi di assistenza. Il New York Times, nei giorni scorsi, ha dedicato al tema un editoriale molto allarmato, nel quale sostiene che questa sarà la crisi sanitaria più grave dei prossimi mesi.

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antonella
antonella
1 Maggio 2021 08:49

Buongiorno
forse una domanda che non centra e rivolta a tutti le persone che gestiscono il sito
trovo sempre foto di modelli nei vostri servizi. Foto che niente hanno a che fare con i contenuti..
saluti

Valeria Nardi
Reply to  antonella
3 Maggio 2021 09:37

Gentilissima, cerchiamo di variare il più possibile i soggetti delle foto, ma dobbiamo comunque scegliere all’interno di un’offerta non sempre ampia.