Dopo la storia del latte Lidl senza indicazione di origine perché prodotto in uno stabilimento fuori dall’Italia (in questo articolo la lettera e la risposta della catena), è arrivata in redazione un’altra segnalazione simile. Questa volta una lettrice ci ha scritto chiedendoci perché sul cartone del latte biologico Monviso Bio non pareva essere indicata l’origine. Risponde la Centrale del Latte di Torino spiegando che, come da Regolamento sull’etichettatura dei prodotti biologici, la provenienza della materia prima va cercata all’interno del logo della certificazione bio, insieme alle informazioni sull’organismo di controllo. Di seguito riportiamo la segnalazione della lettrice.
In riferimento al latte in vendita da Lidl, faccio notare che anche il latte Monviso confezionato dalla Centrale del latte di Torino e acquistato da Eataly non riporta sulla confezione l’origine del latte.
Manuela
La risposta di Centrale del Latte di Torino, produttrice del latte biologico Monviso Bio venduto nei punti vendita Eataly
La provenienza della materia prima sul prodotto in questione è indicata all’interno del logo della certificazione biologica, nel caso specifico ‘Agricoltura UE’, come espressamente richiesto dal regolamento UE 848/2018 che disciplina le norme di etichettatura dei prodotti da agricoltura biologica.
A tal proposito ricordiamo che l’indicazione di origine del latte, prevista dal decreto sull’origine del latte (1) prevede all’articolo 1 alcune esclusioni, fra le quali i prodotti da agricoltura biologica, che restano disciplinati dal sopracitato regolamento UE 848/2018, che ha sostituito il regolamento UE n. 834/2007, in vigore all’epoca dell’approvazione del decreto. Tale esclusione è inoltre ribadita da una successiva circolare ministeriale (2).
Nota:
- Decreto interministeriale 9 dicembre 2016 (G.U. n 15 del 19-01-2017) concernente l’indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattiero-caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011
- Circolare Ministeriale 24 febbraio 2017- Disposizioni applicative del decreto 9 dicembre 2016 concernente l’indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattiero-caseari, in attuazione del regolamento (UE) n. 1169/2011.
© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock, immagini inviate dalla lettrice
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Da tempo ormai si trovano in commercio scatolette di tonno che hanno diminuito il peso (nostromo da 80 g, a 70 g, mare blu addirittura 60 g, altre che mi sfugge il nome 65 g). Ho visto pacchetti di caffè a 225 g contro i soliti 250 gr. Pacchi di pasta invece di 1 kg a 800 g. C’è una logica in tutto questo ? Io la chiamo astuzia aziendale. Grazie. Claudio Siccardi
Già, si chiama sgrammatura e ne aveva parlato anche il fatto alimentare:
https://ilfattoalimentare.it/shrinkflation-o-sgrammatura-ecco-svelato-linganno-di-quando-il-rincaro-ce-ma-non-si-vede.html
https://ilfattoalimentare.it/sgrammatura-antitrust-monitoraggio-vendite-stesso-prezzo-meno-contenuto.html
Saluti