La maggior parte degli italiani fa la spesa con borse riutilizzabili

La ricerca IPSOS  sulle abitudini di spesa degli italiani e l’atteggiamento nei confronti delle bioplastiche commissionata da Novamont, dimostra che la maggior parte degli italiani è sensibile al tema ambientale ed apprezza le misure attuate finora. I consumatori, infatti, si sono abituati a fare la spesa al supermercato senza le buste di plastica e, nel complesso, valutano positivamente il passaggio ai bioshopper, che dal 2018 potrebbe coinvolgere anche i sacchetti per ortofrutta. L’unico punto che desta perplessità tra gli intervistati è l’ipotesi di dovere pagare anche questa nuova tipologia di sacchetti.

Entrando nel merito della ricerca si rileva che nove italiani su dieci fanno la spesa al supermercato utilizzando buste riutilizzabili. Si impiegano soprattutto borse di stoffa e di plastica perché sono più resistenti e capienti rispetto ai sacchetti  distribuiti dalle catene di supermercati che evidenziano un livello di soddisfazione  contenuto. D’altro canto otto italiani su dieci valutano positivamente la legge che ha sancito il passaggio dai sacchetti di plastica tradizionali a quelli biodegradabili, considerata un passo avanti del nostro Paese.

Dal 2018 i sacchetti compostabili potrebbero entrare nel reparto ortofrutta

Curioso notare come, nonostante l’apprezzamento delle misure introdotte, solo una persona su tre sia soddisfatta della qualità dei bioshopper: poco capienti ma soprattutto troppo fragili e con limiti evidenti (rotture, tagli) già nelle prime fasi di utilizzo. Per quanto riguarda il prezzo dei sacchetti in plastica compostabile distribuiti al supermercato, quasi la metà degli intervistati non conosce il prezzo di vendita: il 19% non lo sa mentre il 27% riporta importi errati.

Una volta finita la spesa, i bioshopper vengono utilizzati in diversi modi, non sempre appropriati. L’abitudine più diffusa è di usarli per i rifiuti umidi (62%) e dagli indifferenziati (42%). Accanto a questi impieghi emergono usi piuttosto creativi e non del tutto pertinenti, come l’utilizzo per surgelare prodotti alimentari. Si tratta di un’abitudine ridotta, che evidenzia un livello di disinformazione considerevole (Il Fatto Alimentare trattò questo tema in un articolo precedente).  Le buste dell’ortofrutta spesso diventano contenitori dei rifiuti indifferenziati anceh se qualcuno li usa erroneamente per il rifiuto umido della cucina. Qualcuno li usa per attività  sbagliate quali la conservazione di cibo, di avanzi da mettere in frigorifero o nel surgelatore.

sacchetti plastica
Non sempre i sacchetti biodegradabili vengono riutilizzati correttamente

E le bioplastiche? Il sondaggio evidenzia una mancanza di corretta informazione. Oltre il 60% degli italiani non ne ha mai sentito parlare o non sa in dettaglio di cosa si tratti. Proprio per fornire maggiori informazioni ai consumatori su questo tipo di materiale e sui possibili impieghi abbiamo trattato in dettaglio l’argomento  nell’articolo “La plastica tradizionale sarà presto sostituita dalla bioplastica, un materiale reperibile in grandi quantità e con numerosi vantaggi per l’ambiente

Rispetto a 2 anni fa il consumo di bioshopper  non è cambiato. Attualmente rappresentano l’1% dei 300 milioni di tonnellate di plastica prodotta ogni anno. Considerando che la metà dei materiali plastici vengono utilizzati una volta sola, e per meno di 12 minuti prima di essere smaltiti, che la plastica costituisce circa il 90% dei rifiuti presenti nell’oceano e, allo stato attuale, l’uomo impiegherebbe 79mila anni a ripulire le acque mondiali, forse è il caso di spingere sull’acceleratore.

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Alberto
Alberto
25 Gennaio 2017 12:55

Non è curioso che due terzi dei consumatori siano insoddisfatti dalla qualità dei sacchetti compostabili, pur apprezzandone il minor impatto ambientale. E’ un dato di fatto che siano molto fragili, e che basti introdurre nel sacchetto un oggetto dagli spigoli appuntiti per provocare facilmente lacerazioni che possono comprometterne la tenuta.

Se li si adopera in casa per raccogliere i rifiuti umidi, la cosa non costituisce un grosso problema. Ma se si è usciti da un supermercato con le borse piene e una di queste si rompe lungo il tragitto verso casa, vorrei proprio vedere chi non si incavolerebbe.

Sarà magari un difetto su cui si passa sopra volentieri per il bene dell’ambiente, ma è comunque un difetto non marginale.

GIO
GIO
Reply to  Alberto
26 Gennaio 2017 12:49

BUONGIORNO

SI. E’ APPREZZABI IL MINORE IMPATTO AMBIENTALE DOVUTA ALLA ASSENZA DEI VECCHI SACCHETTI. PUNTO E BASTA.
IO MI PORTO DIETRO I SACCHETTI DI STOFFA, E MI FACCIO DARE QUELLI BIOCOMPOSTABILI A 10 CENTESIMI. FUORI COSTANO DAI 20 A 50

bischia
bischia
2 Febbraio 2017 12:55

Buongiorno,sono residente in un comune della provincia di Napoli ,con la differenziata all’ottanta per cento (e le strade periferiche sporchissime) che si fa’ conferire l’umido in una qualsiasi busta,che sia di plastica o biodegradabile non fa differenza.Secondo voi e’ normale?

Roberto La Pira
Reply to  bischia
11 Febbraio 2017 11:22

No

Francesca
Francesca
3 Febbraio 2017 13:46

Saranno anche BIO compostabili, ma se devo usarne il doppio dov’è il BIO?

quante borse riutilizzabili abbiamo a casa che ci dimentichiamo a casa?

Quante volte per solo un articolo chiediamo una borsa per comodità? Non basta forse un sacchetto di carta?

io ho idea che sia stato un modo per creare business…. quello delle borse che costano di più e valgono di meno!

Giovanni
Giovanni
12 Febbraio 2017 11:25

Proprio non ho capito, se su un sacchetto c’è scritto : “biodegradabile e compostabile adatto al conferimento del rifiuto umido” perchè è sbagliato usarli “per il rifiuto umido della cucina” ?

Andrea vr
Andrea vr
21 Febbraio 2017 06:46

Buongiorno.. punto primo come dice Francesca anche a me ha dato l ‘idea che questo sia un puro business. Non credo che cosi facebdo diminuiscono i rifiuti nell’oceano.(per fare quello serve formare “persone” abituarle sin da piccole). Punto secondo : Io lavoro nei mercati rionali vendendo alimentari e per quello che vedo io chi si porta il sacchetto riutilizzabile sono proprio una minima parte di persone … direi azzardando 2 persone su 10… troppo poche.