Una persona tiene dei pomodori avvolti in un canovaccio

La ricerca sui materiali sostenibili da utilizzare con gli alimenti continua a fare passi in avanti, perché è ormai chiaro a tutti che il packaging e il generale il settore della protezione del cibo dagli agenti atmosferici, ambientali, meccanici e microbiologici è uno degli ambiti cruciali sui quali è necessario e spesso possibile intervenire. In questo solco si inserisce lo studio pubblicato sul numero di gennaio di Food Chemistry dai ricercatori sudcoreani della Chungnam National University e della Kyungpook National University, che hanno messo a punto un coniugato (cioè un materiale composto da due molecole) che sembra riunire in sé molte delle caratteristiche considerate migliori per quanto riguarda la protezione dei vegetali (frutta e verdura).

Dai crostacei e dalle piante

Per migliorare le caratteristiche delle pellicole da applicare su frutta e verdura, i ricercatori coreani hanno messo insieme due molecole molto note e apprezzate per le loro caratteristiche: il chitosano e l’acido gallico. 

Il primo è un derivato della chitina, molecola che costituisce lo scheletro dei crostacei, di molti insetti e di altri animali, e si può ottenere dagli scarti delle lavorazioni alimentari e dei ristoranti con una semplice reazione, in quantità elevatissime e a costi estremamente bassi. La resistenza e l’elasticità lo rendono ideale per la realizzazione di materiali protettivi dal punto di vista meccanico, tra i quali film e pellicole. 

Il secondo, invece, è prodotto da diverse piante, ed esercita un’azione disinfettante, antimicrobica e antiossidante. I ricercatori hanno verificato la sua efficacia contro alcuni ceppi batterici e contro i raggi ultravioletti, confermando che la pellicola è relativamente potente.

Cook woman washes an apple under running water from a water tap.
La pellicola può essere lavata via, ma può anche essere consumata insieme a frutta e verdura

Una pellicola commestibile

Unendo i due, si ottiene quindi un coniugato CS-GA (chitosano-acido gallico appunto) che può essere trasformato in una pellicola, e che racchiude in sé ottime qualità meccaniche, antimicrobiche e antiossidanti, garantendo un allungamento della shelf-life rispetto ai materiali plastici. I test effettuati dai ricercatori, su minibanane e pomodori ciliegini, lo confermano.

Inoltre, la pellicola al CS-GA è del tutto idrosolubile, e può quindi essere lavata via subito prima del consumo: una possibilità che potrebbe rassicurare le persone che temono che gli imballaggi di plastica rilascino micro-e nanoplastiche e che comunque possano perdere frammenti che poi vengono ingeriti. 

Tuttavia, se lo si preferisce, un composto a base di chitosano e acido gallico può essere ingerito, perché è del tutto commestibile, e perché la carica batterica e fungina normalmente presente sulla buccia dei vegetali è risulta notevolmente ridotta. Tutto ciò potrebbe aiutare a ridurre significativamente lo spreco alimentare, sia nelle fasi della lavorazione e trasporto, sia durate la distribuzione ai negozi sia, infine, presso il consumatore finale.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, AdobeStock

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