economia circolare, vuoto a rendere compattatore plastica

La raccolta differenziata non basta per risolvere il problema degli imballaggi gettati tra i rifiuti, soprattutto per quelli consumati fuori casa come contenitori da asporto, bottiglie in plastica o vetro e lattine. Per risolvere il problema nasce l’idea, già applicata in molti Paesi e ora sostenuta dall’Unione Europea, di adottare il sistema del Deposito Cauzionale (DRS –Deposit Return Scheme): acquistando acqua o bevande confezionate in plastica, vetro o metallo si paga una piccola cauzione, che il consumatore recupera inserendo i contenitori vuoti in appositi macchinari situati fuori da supermercati e punti vendita. In molti Paesi il sistema è già attivo, e nell’Unione Europea è diventato una necessità per raggiungere gli obiettivi di raccolta e riciclo prestabiliti.

Il documentario sul deposito cauzionale in Slovacchia

Il funzionamento è ben spiegato nel documentario Chiudere il cerchio (vedi sotto), girato in Slovacchia per la campagna A buon rendere – molto più di un vuoto lanciata nel 2022 per promuovere il DRS: introducendo le bottiglie vuote in un contenitore situato nei pressi di un supermercato si ritira la cauzione, mentre le bottiglie sono inviate a un centro di smistamento che provvede a selezionarle e inviarle ai riciclatori. Un sistema sempre più diffuso che sta dando buoni risultati, ma che in Italia stenta ad affermarsi.

“Che cosa stiamo aspettando, e soprattutto a chi giova ritardare l’introduzione di uno strumento che offre vantaggi a tutte le parti in causa, e che è già diventato prassi comune in sedici paesi europei?“, sottolinea Silvia Ricci, responsabile del coordinamento della campagna. In effetti, la direttiva sul recupero delle plastiche monouso già recepita nel nostro ordinamento impone già obiettivi ambiziosi di raccolta e riciclaggio, in particolare per le bottiglie in plastica. “Il regolamento sugli Imballaggi e i Rifiuti da Imballaggio (PPWR – Packaging and Packaging Waste Regulation), approvato dal Parlamento europeo lo scorso aprile, include l’obbligo di arrivare nel 2029 al 90% di intercettazione di bottiglie in plastica e lattine, e impone di adottare il sistema DRS nel caso in cui l’obiettivo non sia stato raggiunto nei tre anni precedenti”, sottolinea Ricci. 

Anche se il sistema di deposito può riguardare tutti i diversi materiali da imballaggio, non ci sono obiettivi legislativi per quanto riguarda il vetro, uno dei materiali per cui può essere utilizzato il DRS: eppure la dispersione delle bottiglie in vetro monouso è un grosso problema “soprattutto in Italia dove, a differenza di altri Paesi UE, il 70% circa del consumo di birra avviene in bottiglie monouso”, sottolinea Ricci. 

Le obiezioni italiane al deposito cauzionale

In Italia la proposta della campagna A buon rendere non è stata accolta favorevolmente dal governo e nemmeno dal CONAI, il consorzio che si occupa del riciclaggio degli imballaggi, che la definisce “una duplicazione inutile di costi economici e ambientali”. Anche se il sistema del deposito cauzionale non è destinato a sostituire, ma ad affiancare la tradizionale raccolta differenziata: “L’esperienza dei Paesi UE ci dice che i due sistemi convivono efficacemente senza alcuna duplicazione di costi, – spiega Ricci. – Con un sistema cauzionale potremmo intercettare quei sette miliardi di imballaggi per bevande che sfuggono al riciclo ogni anno finendo abbandonati nell’ambiente o nei cestini stradali, e sono comunque destinati all’incenerimento con il rifiuto indifferenziato”. Oggi i costi di raccolta pesano sui Comuni, quindi sulla cittadinanza, senza dimenticare la Plastic Tax che dovremo versare alla UE per la plastica non riciclata, anche questa a carico dei contribuenti. 

Donna inserisce bottiglia di plastica in un compattatore; concept: deposito cauzionale, vuoto a rendere
In Italia governo e CONAI non hanno accolto con favore la proposta di introdurre un sistema di deposito cauzionale per gli imballaggi

In Slovacchia il DRS ha permesso di raggiungere in due anni un’intercettazione del 92% delle bottiglie in plastica e lattine, e risultati simili sono stati raggiunti anche in altri Paesi, “mentre non esistono altri casi in cui lo stesso risultato sia stato raggiunto senza un sistema di deposito”, sottolinea Ricci. Il sistema del deposito cauzionale, infatti, attribuisce un valore all’imballaggio vuoto e ne incentiva la restituzione, anche quando è disperso nell’ambiente: “in questo modo, – spiega Ricci, – chi rinuncia volontariamente al riscatto del deposito causa un danno limitato perché ci sarà qualcun altro che ne beneficia, nel rispetto del principio europeo del chi inquina paga”.

Come potrebbe funzionare

Un elemento importante per il funzionamento del sistema è il valore del deposito, che è calcolato in base alla capacità di spesa del Paese e deve essere abbastanza elevato da incentivare la raccolta: per l’Italia dovrebbe essere fissato tra i quindici e i venti centesimi. 

Il modello di gestione promosso dalla campagna è quello centralizzato, già adottato da molti Paesi, gestito e finanziato da produttori e rivenditori di bevande attraverso un’organizzazione non profit: per i rivenditori è prevista, per ogni unità di imballaggio, una commissione di gestione che copre le spese da loro sostenute. “Indagini effettuate in altri Paesi mostrano che la presenza di un sistema di raccolta efficiente presso un punto vendita incrementa il passaggio della clientela oltre a rafforzarne l’immagine dal punto di vista ambientale e sociale”, osserva Ricci. 

Secondo uno studio che quantifica costi e benefici derivanti dall’introduzione di un DRS in Italia, in due anni si potrebbe raggiungere il 95,3% come tasso di raccolta per le bottiglie in PET per bevande, il 96% per le lattine e il 95,8% per il vetro: il prossimo 9 ottobre il tema sarà al centro dell’intervento del coordinatore scientifico della Campagna Enzo Favoino nel corso  del convegno Strategie e scenari di sostenibilità alla luce dei nuovi obblighi di legge: il potenziale ruolo del deposito cauzionale promosso a Roma dal vice presidente della Camera Sergio Costa, con la partecipazione di ANCI, CONAI Ispra e dei diversi consorzi di riciclaggio. 

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock

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Osvaldo F
Osvaldo F
7 Ottobre 2024 16:18

La cosa che più mi convince di questo sistema è che chi butta a giro la bottiglia può essere corretto da chi magari la raccoglie per riscuotere il deposito. Per il resto mi chiedo perché mai la gente le butta per terra. Sono pendolare ed è incredibile la quantità di bottiglie e lattine che viene buttata sui binari pur essendoci a due metri i sacchi per la raccolta.
Tra l’altro posso sbagliare, ma male della plastica se ne parla da tanto, eppure mi pare che mai come adesso si vendano bottiglie di acqua da mezzo litro, i produttori pare ci puntino proprio, ci guadagnano di più e d’altra parte va detto che per il pendolare o il bambino il mezzo litro è più comodo del litro e mezzo (ci sarebbero le borracce, che però pesano di più e non bisogna dimenticare che vanno pulite, ed a volte non è nemmeno semplice)

Gloria
Gloria
7 Ottobre 2024 18:12

Anni fa,forse una ventina,in un supermercato Panorama della mia zona,Marghera VE c’era il DRS e ha funzionato benissimo per anni,dando una piccola cauzione per ogni bottiglia o lattina che veniva inserita dentro.Poi non so per quale motivo è stato eliminato,ma come ho detto c’era e funzionava bene.

Vale
Vale
8 Ottobre 2024 13:42

Ma nn capisco. Sembra così facile. Noi siamo fuori di testa. In alcuni posti che vi andrete a cercare. I rifiuti.che sono una ricchezza vengono totalmente pagati. Io ricordo che da bambino cercavo i vuoti della birra e mettevo la benzina nella moto. I vuoti venivano pagati xké venivano riciclati. Viva il vetro il cartone. Abbasso la plastica xké non evitano di produrre plastica. Nn sarebbe più facile?.

Francesco
Francesco
8 Ottobre 2024 14:33

Purtroppo nel parlamento Italiano non c’è un partito che sponsorizza questa lodevole iniziativa.

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