cucchiaio di legno con varie pastiglie e compresse colorate

integratori alimentariDi recente sono state portate alla luce diverse problematiche relative all’uso indiscriminato di alcuni integratori che non hanno nessuna valenza scientifica dimostrata. Ne ha parlato anche Il Fatto Alimentare, con un articolo firmato da Agnese Codignola e intitolato “Gli integratori alimentari per le cartilagini sono pericolosi per diabetici, asmatici e allergici ai crostacei. Il parere dell’Anses”. Va sottolineato che l’allarme si riferisce a due sostanze specifiche, la glucosammina e la condroitina solfato.

Sull’argomento intendo portare il parere del Centro nazionale artrosi (Cna), dove da parecchi anni si applicano dei protocolli di cura e di prevenzione delle forme di artrosi e di artrite che includono l’utilizzo coadiuvante di supplementi alimentari completamente naturali. I punti cardine su cui si basa la scelta di utilizzare alcuni specifici principi attivi nelle patologie scheletriche degenerative sono molteplici.

In primo luogo, l’artrosi e l’artrite, anche se hanno origini completamente differenti, condividono la caratteristica di essere forme infiammatorie croniche. Una terapia farmacologica tradizionale a base di anti-infiammatori non steroidei (i cosiddetti Fans) oppure di cortisone non ha però alcun senso, dato che può essere utilizzata solo per pochissimo tempo, visti gli effetti collaterali indesiderati ai quali porta se si protrae oltre il tempo limite di poche settimane. C’è quindi un difetto di fondo nel trattare con farmaci utili nel breve periodo delle patologie che in teoria durano una vita. Alcuni degli effetti collaterali sono molto gravi. Già più di 20 anni fa degli studi epidemiologici negli USA avevano rilevato la morte di 16.500 persone all’anno per complicanze derivanti dall’uso prolungato di questi farmaci per l’artrosi (1).

Come è già stato sottolineato, sia l’Anses che l’Efsa hanno preso una posizione netta nel comunicare le possibili reazioni avverse derivanti dall’uso di glucosammina e condroitina solfato. Non solo, ma anche che queste sostanze di derivazione animale (con tutte le possibili contaminazioni relative a questo) sarebbero da considerarsi dei farmaci veri e propri e non degli integratori. Infine, molti studi importanti hanno evidenziato una scarsa azione di queste due sostanze, tanto che anche la Arthritis Foundation negli USA non ne consiglia l’uso (2)

at the doctors office
L’uso di integratori di glucosammina e condroitina solfato nel trattamento dell’artrosi è sconsigliato da diverse istituzioni

In accordo con l’Arthritis Research UK e basandoci sull’evidenza scientifica presente in letteratura, presso le sedi del Centro Nazionale Artrosi al momento utilizziamo quindi dei protocolli di cura e di prevenzione dell’artrosi che tra le altre cose (dieta anti-artrosi personalizzata, trapianto intra-articolare di cellule mesenchimali di derivazione adiposa, laserforesi, ricostruzioni chirurgiche mini-invasive) prevedono l’utilizzo di alcuni integratori contenenti i seguenti principi attivi:

  • Acidi boswellici. Estratti dalla resina gommosa della boswellia, un albero tipico delle regioni sub-tropicali dell’Africa e dell’India. L’essudato resinoso contiene i componenti attivi che inibiscono la biosintesi di leucotrieni infiammatori da parte della 5-lipossigenasi. Diversi studi hanno dimostrato che gli acidi boswellici conferiscono un effetto protettivo alle cartilagini articolari inibendo gli enzimi che le danneggiano. Inoltre agiscono come immuno-modulatori inibendo la produzione di anticorpi che contribuiscono ai processi infiammatori (3).
  • Curcumina. Estratto secco della curcuma, ha proprietà anti-ossidanti, anti-artritiche e anti-infiammatorie, in quanto contrasta l’azione dei radicali liberi. In molti studi sperimentali la curcumina ha dimostrato la capacità di sopprimere numerose fasi nel processo di sviluppo dell’artrosi. Inoltre, attraverso l’inibizione dell’attivazione dei neutrofili, della proliferazione sinoviale, dell’angiogenesi e della collagenasi, la curcumina potrebbe avere un’indicazione specifica in caso di forme artritiche autoimmuni come l’artrite reumatoide (4)
  • Zenzero. Il componente attivo, 6-gingerolo, mediante un’azione inibente delle COX-2 e della produzione di nitrossido è considerato un potente prodotto naturale che contrasta l’infiammazione articolare (5)
  • Salicina. Estratta dalla pianta del salice, viene convertita dall’organismo in acido salicilico, che riduce la produzione di alcune prostaglandine a livello nervoso, con l’effetto di ridurre il dolore e il fastidio articolare. Studi di laboratorio hanno dimostrato questa attività anti-infiammatoria, dovuta essenzialmente all’inibizione delle ciclo-ossigenasi (6)

È  molto importante sottolineare che l’efficacia di questi principi attivi è sinergica e quindi si devono identificare dei dosaggi e delle modalità di somministrazione che ne ottimizzino l’azione coadiuvante (7-8)

Come evidenziato dall’Anses, esiste un rischio nell’assumere integratori che non contengono quanto dichiarato in etichetta, sia come principio attivo, sia come quantità. Inoltre se le sostanze non vengono da coltivazioni biologiche o sono state preparate in Paesi dove non esistono controlli sulla loro purezza ed affidabilità, possono contenere inquinanti vari e risultare nocivi. Per questo motivo si consiglia di fare molta attenzione ai prodotti che si scelgono, e nel dubbio di consultare il proprio medico curante o lo specialista ortopedico.

Marco Lanzetta – Direttore scientifico Centro Nazionale Artrosi

Note:

  1. G Singh. Recent considerations in nonsteroidal anti-inflammatory drug gastropathy. AJM, Volume 105, Issue 1, Supplement 2, Pages 31S–38S, 1998.
  2. Wandel et al. Effects of glucosamine, chondroitin, or placebo in patients with osteoarthritis of hip or knee: network meta-analysis.  BMJ, 16;341, 2010
  3. Kimmatkar N, Thawani V, Hingorani L, Khiyani R. Efficacy and tolerability of Boswellia Serrata extract in treatment of osteoarthritis of the knee. Phytomed, 2003;10:3.
  4. Jackson JK, Higo T, Hunter WL, Burt HM. The antioxidant curcumin and quercetin inhibit inflammatory processes associated with arthritis. Inflamm Res 2006;55:168.
  5. Altman RD, Marcussen KC. Effects of a ginger extract on knee pain in patients with osteoarthritis. Arthritis Rheum 2001;44:2531
  6. Schmid B, Ludtke R, Selbmann HK, Kotter I et al. Efficacy and tolerability of a standardized willow bark extract in patients with osteoarthritis: randomized placebo-controlled, double blind clinical trial. Phytotherapy Res 2001;4:344.
  7. Lanzetta M. Osteoartrosi deformante. Trattamento fitoterapico a base di Boswellia serrata, Zingiber officinale, curcumina, salice, capsaicina ed estratto di cozze verdi della Nuova Zelanda: effetti su dolore, movimento articolare e forza. Progress in Nutrition, 16 (3): 233, 2014
  8. Haroyan A et al. Efficacy and safety of curcumin and its combination with boswellic acid in osteoarthritis: a comparative, randomized, double-blind, placebo-controlled study. BMC Compl Alt Med 18 :(7), 2018

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Adele
Adele
6 Maggio 2019 12:18

Il prof. Lanzetta è un esempio di luminare della chirurgia che propone idee innovative e alternative rispetto ai soliti farmaci.

Osvaldo F.
Osvaldo F.
6 Maggio 2019 13:52

Tutto bene, salvo l’attribuzione di qualità specifiche a prodotti in quanto di origine “naturale”. Non è così: tutto è chimico, ed ogni cosa ha un effetto. Se un prodotto di sintesi ha la medesima composizione chimica molecolare di uno di origine naturale, sono identici. Non a caso possiamo fare l’esempio proprio dell’acido acetilsalicilico citato nell’articolo.
In Italia esistono oltre 100 piante spontanee velenose (fonte: intervento in tv della dott.ssa Caramelli Direttrice Istituto Zooprofilattico del Piemonte e co., e comunque sul web l’argomento è trattato in tanti video), talune con effetti perfino mortali. Altre confondibili con erbe commestibili, ad esempio la cicuta, la mandragora ecc.
La natura non è madre, ma matrigna. Altro problema con i prodotti naturali è la composizione. Un prodotto industriale ha una composizione precisa. Un prodotto che deriva da piante ha probabilmente un insieme di componenti: talvolta può essere un bene (può capitare che l’effetto benefico è dovuto proprio ai componenti secondari), altre volte no, perché ad esempio uno può essere allergico. Inoltre il prodotto naturale ha contenuti di principio attivo non stabili, poiché non stabile è il clima, il terreno ecc. ecc.
Al di là di questo, dare una maggiore validità ad un prodotto solo perché naturale, alla fine in sintesi è un errore di metodo scientifico. Mi spiace, ma la scienza come diceva quello non è democratica, le leggi chimiche sono quelle che contano

Osvaldo F.
Osvaldo F.
6 Maggio 2019 16:14

Devo dire per onestà che la definizione di “integratori” mi pare proprio sul filo. L’uso così descritto dal prof. mi sembra sia proprio di tipo “farmacologico”, non a caso scrive di principi attivi e di uso associato dei prodotti.

Nina
Nina
Reply to  Osvaldo F.
8 Maggio 2019 12:05

Buongiorno Osvaldo,
non sono d’accordo. Tutti gli integratori hanno principi attivi e il fatto di approfondire e spiegare i principi attivi che contengono non li rendono medicinali. Idem per quanto riguarda le raccomandazioni per l’assunzione. L’articolo è scritto da un medico che quindi tratta la tematica in modo medico, consiglia e approfondisce, cosa che, sinceramente, io ho apprezzato. Il nostro corpo ha dei bisogni per i quali spesso siamo obbligati a ricorrere ai medicinali. Sinceramente se un uso consapevole di integratori naturali porta a ridurre l’utilizzo di medicinali, ben venga!

Osvaldo F.
Osvaldo F.
Reply to  Osvaldo F.
9 Maggio 2019 08:46

Signora Nina, per mera definizione un “integratore” serve ad “integrare” una carenza: di vitamine, di minerali, di aminoadici. Carenze dovute per esempio a cattiva o insufficiente alimentazione, a problemi digestivi, a malattie specifiche (esempio anemia). Quando si usano per curare, non sono integratori. Sono medicinali, qualunque cosa ci sia scritto sull’etichetta.
La Redazione lo sa perché avevo già scritto altri commenti al momento moderati.
Anche la questione del “naturale” è tutta discutibile; ogni cosa è chimica, e molto naturale è velenoso (in Italia esistono oltre 100 vegetali velenosi in natura, a partire dalla cicuta per passare dal giardinesco oleandro ed arrivare al colchico identico allo zafferano e talvolta c’è gente che ci si avvelena). La natura non è madre: se lei camminando per un bosco o un prato si nutrisse di erbe, foglie, bacche prese a caso senza conoscenza, probabilmente entro 2-3 giorni morirebbe…
Spero che almeno questo commento me lo pubblichino. La confusione che si fa sulla presunta mancanza di problemi con i prodotti “naturali”, per un tecnico come me, è insopportabile… si cerchi articoli e video del notissimo fitoterapeuta tv di Linea verde & co. Ciro Vestita. Oppure quelli di Dario Bressanini.
ps – c’è gente che sopravvive solo grazie ai medicinali, che siano benedetti…

Osvaldo F.
Osvaldo F.
7 Maggio 2019 07:05

Resto francamente confuso dall’articolo.
Un integratore, per definizione, sarebbe una sostanza che risponde ad una carenza: di vitamine, di minerali, di aminoacidi.
Qui stiamo parlando di un uso tipicamente medicinale: principio attivo, dose, effetti antinfiammatori… Quale è il problema? La confusione prima di tutto (anche la distinzione tra naturale e no non ha chimicamente significato), ed in secondo luogo mancano le “accortezze” dovute all’uso di medicinali (effetti collaterali e co.)

Marco Lanzetta
Marco Lanzetta
Reply to  Osvaldo F.
10 Maggio 2019 16:59

La confusione alla quale fa riferimento il lettore è data dal fatto che i principi attivi naturali, componenti dei cosiddetti “integratori”, possono avere una efficacia comparabile ai farmaci di sintesi, ma questa efficacia non viene riconosciuta e normata. Al contrario, si è venuta a creare una spaccatura tra i farmaci sintetizzati nei laboratori delle aziende farmaceutiche, spesso coperti da brevetti industriali, e gli integratori derivati da sostanze presenti in natura (da piante, frutti, erbe, radici, etc), a vantaggio dei primi, i quali sono i soli a poter essere presentati come in grado di curare le malattie. In effetti la realtà è un’altra, e cioè che molti principi attivi naturali hanno superato la prova del tempo, in quanto utilizzati per migliaia di anni dai nostri antenati (basti pensare alla medicina ayurvedica), e quindi hanno una loro indiscutibile efficacia. Tale efficacia è in molti casi documentata da studi scientifici rigorosissimi.
Inoltre questi principi attivi sono spesso esenti da effetti collaterali, che invece sono tipici di molti farmaci. Nel caso dei nostri pazienti, che sono affetti da artrosi o artrite, i farmaci anti-infiammatori tradizionali risolvono temporaneamente una problematica (ad esempio i dolori legati all’infiammazione) ma la loro assunzione prolungata va a gravare su organi importanti del nostro corpo (come lo stomaco e il fegato), che presentano velocemente dei danni da effetti collaterali.
Per questo al Centro Nazionale Artrosi si utilizzano prodotti che abbiamo completamente validato sia dal punto dell’origine che della qualità, nonché del contenuto. È quindi indispensabile affidarsi nel dubbio al proprio curante per l’assunzione di integratori certificati, testati e affidabili.

Alfonso
Alfonso
15 Maggio 2019 09:42

Buongiorno, vorrei un parere sull’artiglio del diavolo, visto che nell’articolo non è stato citato. Nella medicina naturale è vista come una pianta quasi miracolosa. Ho appena iniziato una cura, c’è però da dire che vista la mia età il medico curante pensa più a una tendinopatia. Grazie

Roberto La Pira
Reply to  Alfonso
21 Maggio 2019 15:31

Abbiamo pubblicato un articolo che trova a questo indirizzo (https://ilfattoalimentare.it/artiglio-del-diavolo-lanzetta-artrosi.html)

cristina
cristina
15 Maggio 2019 09:53

Concordo totalmente cion Lanzetta, l`utilizzo di farmaci per patologie croniche, spegne semplicemente il sintomo, il quale riappare immediatamente dopo la sospensione del principio chimico farmacologico. A quale pro? L`ingrasso del settore farmaceutico e basta. L`unica valida alternativa è Impostare l`alimentazione in modo corretto (cosa che pochi medici sanno fare poichè nelle facoltà di medicina non si studia alimentazione e tantomeno prevenzione) e utilizzare sostanze meno dannose possibile, visto i tempi prolungati di assunzione. Altrimenti spegniamo un sintomo per accenderne un altro.

fabrizio_caiofabricius
fabrizio_caiofabricius
15 Maggio 2019 16:21

“..molti principi attivi naturali hanno superato la prova del tempo, in quanto utilizzati per migliaia di anni dai nostri antenati (basti pensare alla medicina ayurvedica), e quindi hanno una loro indiscutibile efficacia. Tale efficacia è in molti casi documentata da studi scientifici rigorosissimi…”

Bene, allora questo INDISCUTIBILE effetto “tempo” (???!!) sia documentato SEMPRE da studi scientifici rigorosissimi e protocolli universalmente riconosciuti e validati non aggirabili (SEMPRE, altrimenti si cercano “scorciatoie”)

Altrimenti i benefici INDISCUTIBILI su benessere, longevità e qualità della vita per miliardi di persone regrediranno al pre-illuminismo fino al medioevo quando era INDISCUTIBILE ad esempio che la mal’aria dipendesse appunto dall’aria insalubre degli ambienti paludosi se non addirittura da qualche jattura superstiziosa guaribile dal Mago-Santone che spero nessuno rimpianga.

La post verità è tanto vintage e di moda…ma la verità scientifica seppur faticosa è l’unica a fornire risposte credibili, documentate, razionali e ripetibili.

Che poi qualcuno lucri o si organizzi in cerca di affari è nota deriva umana , sia in Occidente che nel mitizzato Oriente. Sia tra i Sintetici che tra i “Naturali”, anzi con crescente aumento fra questi ultimi, vista la buona “fama” del termine.

E per finire migliaia di sostanze “naturali” sono tossiche e hanno effetti collaterali acuti e cronici. Ce ne siamo accorti negli ultimi decenni studiandole CON RIGOROSO METODO SCIENTIFICO, appunto