Primo piano di un uomo anziano appoggiato al bastone

L’Istituto di autodisciplina pubblicitaria (IAP) ha censurato (ingiunzione n. 49/23 del 21/12/23) la pubblicità dell’integratore Parson dell’azienda Cristalfarma apparsa su il Corriere della Sera del 25 novembre 2023, a pagina 8 (vedi foto). Secondo il Comitato di controllo, la comunicazione Cristalfarma crea un improprio collegamento tra l’integratore alimentare e il morbo di Parkinson. Per questo ha ritenuto la pubblicità ingannevole (articolo 2 del Codice di autodisciplina) e contraria alle regole sugli integratori (articolo 23bis).

La censura dell’integratore

La pubblicità, infatti, crea un collegamento tra l’integratore pubblicizzato “per favorire il benessere mentale” e il morbo di Parkinson. Secondo lo IAP, la frase “Cristalfarma è al fianco dei pazienti Parkinsoniani e delle loro Famiglie” suggerisce impropriamente che il prodotto sia in qualche modo indicato in quei casi. Si va quindi oltre il campo di azione degli integratori alimentari. Questi, infatti, possono vantare soltanto un’azione di mantenimento dei normali processi fisiologici, senza poter intervenire in situazioni alterate o patologiche.

Pubblicità integratore Parson Cristalfarma Corriere della Sera 25.11.2023
Pubblicità integratore Parson Cristalfarma Corriere della Sera 25.11.2023

Inoltre, gli integratori possono vantare effetti specifici solo se i componenti sono stati validati sul piano scientifico da EFSA. L’azienda, tuttavia, non ha prodotto dati scientifici a supporto delle sue affermazioni. Lo IAP fa sapere “che si è limitato a sottolineare che il messaggio non determinerebbe una specifica e diretta correlazione del prodotto con i pazienti affetti dal morbo di Parkison”. Anche nella presentazione del prodotto sul sito dell’azienda Cristalfarma (vedi foto) si crea espressamente un collegamento con la patologia. Si legge infatti la frase: “in un modello preclinico di Parkinson, PARKININAX® ha evidenziato di proteggere i neuroni dopaminergici dai danni causati dallo stress ossidativo e di contribuire ad un ambiente dopaminergico favorevole”.

Infine, – scrive lo IAP – è noto che il vanto relativo alla proprietà e all’azione dell’integratore alimentare deve essere messo in diretta relazione con il principio attivo che lo genera e non con il prodotto nel suo complesso, pertanto l’espressione ‘integratore alimentare ideato per favorire il benessere mentale’ non è accettabile.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos (copertina)

Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.

Dona ora

4 1 vota
Vota
2 Commenti
Feedbacks
Vedi tutti i commenti
Luigi Eugenio Milani
25 Gennaio 2024 09:19

Direi che il collegamento dei presunti benefici dell’integratore col morbo di Parkinson è dato piuttosto dal nome scelto per il prodotto(Parson) e da quello dato alla miscela di erbe con brevetto internazionale (Parkininax). Credo sia soprattutto il nome Parkininax a godere del brevetto, anche se oggi pare si possa brevettare anche l’erba betonica…
Per dimostrare di “essere vicina ai Parkinsoniani e alle loro famiglie” l’azienda avrebbe semplicemente potuto sostenere economicamente una associazione contro il Parkinson e nessuno avrebbe potuto obiettare sullo slogan.

Luisa
Luisa
25 Gennaio 2024 12:31

Molti produttori di integratori a base vegetale utilizzano nomi di fantasia per agglomerati di piante o principi attivi da piante, magari senza definire quali sono. Trovo scorretto questo comportamento, dal momento che alcune sostanze vegetali possono interferire con farmaci in uso. inoltre, ciò non consente di sapere cosa realmente contiene il prodotto, dato che spesso non viene riportata la titolazione delle sostanze attive.